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    “DIVENTAVO SEMPRE PIÙ FURIOSO VERSO DI LUI, PERCHÉ DICEVA CHE NON CREDEVA IN DIO... E CHE NON CREDEVA NEI BEATLES” – GLI ULTIMI GIORNI DI JOHN LENNON DAL PUNTO DI VISTA DEL SUO ASSASSINO MARK DAVID CHAPMAN, IN UN LIBRO DI JAMES PATTERSON – A CHAPMAN È STATA NEGATA PER L’UNDICESIMA VOLTA LA LIBERTÀ VIGILATA SU RICHIESTA DI YOKO ONO, CONTRARIA A OGNI RIDUZIONE DELLA PENA FINO A QUANDO LEI SARÀ VIVA – PER CHAPMAN, LA GOCCIA A FAR TRABOCCARE IL VASO FU PROPRIO QUELLA FRASE SU GESÙ…


     
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    mark david chapman mark david chapman

    Alessandro Gnocchi per “Il Giornale”

     

    Mark Chapman, l'uomo che nel 1980 uccise John Lennon, si è visto rifiutare per l'undicesima volta la libertà vigilata. Secondo il suo avvocato Jonas Herbsman, decisivo è stato il parere della vedova, Yoko Ono, contraria a ogni riduzione della pena fino a quando lei sarà viva. Prossima udienza, tra dodici mesi. Mark Chapman vuole uscire dal carcere. Eppure aveva fatto di tutto per entrarci. 

     

    mark david chapman mark david chapman

    L'omicidio era premeditato e l'assassino non si faceva illusioni. Non cercò neppure di fuggire. Vedeva la prigione come un luogo rassicurante, le giornate ripetitive, il tempo per leggere, al riparo dalle piccole ansie quotidiane, così umilianti per lui, che si sente un grande uomo afflitto ingiustamente da una esistenza anonima. Nel 1980, John Lennon non è più il simbolo di nulla. 

     

    Le battaglie politiche sono state archiviate, anzi, l'ex Beatle ci scherza sopra. È appena tornato alla musica, dopo cinque anni di silenzio, con l'album Double Fantasy, una raccolta di belle canzoni, non pacifiste ma pacificate. Lennon ha imparato a fare il padre, ha rimesso in sesto il matrimonio con Yoko, sta incidendo ulteriori brani. Vive nel Dakota Building, vista maestosa su Central Park, non è difficile incontrarlo e non si sottrae all'abbraccio dei fan. 

     

    john lennon autografa una copia di double fantasy a mark chapman john lennon autografa una copia di double fantasy a mark chapman

    Le provocazioni sembrano appartenere a un'altra era geologica. John il socialista, John il pacifista, John il femminista, i bed-in, la politica, i movimenti studenteschi, gli eroi del proletariato... Lennon ha imboccato la via che conduce a una mezza età tranquilla e borghese. Nel 1980, John Lennon è ancora un simbolo. Per Mark Chapman, Lennon è il simbolo del tradimento. Ha preso in giro i suoi «fedeli». 

     

    Ma quale estate dell'amore, ma quale hippie, ma quale militante: il signor John Lennon ha truffato il pubblico. Era tutta pubblicità. A questo punto, Chapman non può passare sopra neppure a una frase che l'aveva ferito ai tempi dei Beatles, quando John disse: «Siamo più famosi di Gesù Cristo». Ipocrita e blasfemo. Ucciderà John Lennon. È un suicidio per interposta persona, non a caso in tribunale Chapman dichiarerà di essere John Lennon. 

    John Lennon John Lennon

     

    La frase finisce agli atti come prova della sua follia, ma a dire il vero si potrebbe citarla per sostenere il contrario: Chapman era in grado di intendere e di volere. Solo, era più sottile di quanto pensasse il tribunale, che va in tilt anche davanti a un discorso apparentemente sconclusionato, in realtà una citazione dal Giovane Holden di J.D. Salinger. 

     

    La storia dell'omicidio è raccontata passo per passo in Gli ultimi giorni di John Lennon (Longanesi, pagg. 384, euro 18,60) di James Patterson, autore di mega-seller. Il libro ha dei difetti (sembra pronto per una serie tv) e dei pregi (sembra pronto per una serie tv). Quello che conta, al di là dello stile (può piacere o irritare), è l'imponente documentazione sulla quale Patterson fonda il suo «romanzo», virgolette d'obbligo perché assomiglia a un trattamento cinematografico. 

    il libro di james patterson su john lennon il libro di james patterson su john lennon

     

    Da un lato, si ricostruisce la vita di Lennon, e non solo gli ultimi giorni; dall'altro, e questo è l'aspetto interessante, si ricostruisce la vita dell'assassino. Chapman aveva regolarmente acquistato una calibro 38 alle Hawaii. I proiettili erano a punta cava, vietati nello Stato di New York. La prima ricognizione rischia di andare subito in fumo. 

     

    Chapman, appena atterrato, prende un taxi e per caricarsi sniffa cocaina davanti al conducente. Dopo qualche giorno di appostamento, rinuncia. Il portiere del palazzo sostiene che Lennon è in viaggio. Non è vero ma Chapman ci crede. Il mese dopo torna a Manhattan. L'uomo che sta per uccidere John Lennon, già disilluso sui Beatles, aveva trovato rifugio nella fede. Prima di partire da Honolulu per la sua missione criminale, ascolta a ripetizione Plastic Ono Band, il disco che include God.

     

    john lennon john lennon

    In quella canzone, Lennon rinnega Dio e i Beatles: «Diventavo sempre più furioso verso di lui, perché diceva che non credeva in Dio... e che non credeva nei Beatles. Questa era un'altra cosa che mi mandava in bestia, anche se il disco risaliva a dieci anni prima. Volevo proprio urlargli in faccia chi diavolo si credesse di essere, dicendo quelle cose su Dio, sul paradiso e sui Beatles! Dire che non crede in Gesù e cose del genere. A quel punto la mia mente fu accecata totalmente dalla rabbia». 

     

    arresto di mark david chapman arresto di mark david chapman

    Mentre lui, Mark Chapman, era andato da paramedico in Libano e aveva poi assistito i rifugiati vietnamiti negli Usa, Lennon era diventato una ricca celebrità. L'8 dicembre 1980, Chapman scarica cinque proiettili nella schiena di Lennon, all'ingresso del Dakota Building. Lennon probabilmente non ha neppure il tempo di capire costa stia accadendo. Inizia la vicenda giudiziaria che ruota intorno alla domanda: Chapman è un folle? Lui dichiara di essere in parte demonio e in parte l'Holden di Salinger.

     

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    È soddisfatto di aver dimostrato a se stesso e al mondo di non essere una persona comune. Ora è famoso. Come Lennon. Le perizie della difesa affermano che Chapman è malato, affetto da un delirio narcisistico. Le perizie dell'accusa stabiliscono l'esatto contrario. Accusato di omicidio di secondo grado è condannato a una pena variabile da un minimo di vent' anni al massimo dell'ergastolo. Secondo Yoko Ono, l'assassino è un manipolatore, che si finge mezzo matto. Per questo non crede al suo pentimento.

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