1 - LA SVOLTA USA «INDEBOLIRE MOSCA»
Estratto dell'articolo di Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
IL CAPO DEL PENTAGONO LLOYD AUSTIN
«Vogliamo vedere una Russia indebolita al punto che non potrà più fare quel genere di cose che ha fatto, invadendo l'Ucraina». Le parole del segretario alla Difesa Lloyd Austin alzano ancora il livello dello scontro tra Washington e Mosca. Il capo del Pentagono ha risposto alle domande dei giornalisti in uno scalo aereo polacco, non lontano dal confine con l'Ucraina, di ritorno dalla visita a Kiev di domenica scorsa.
Al suo fianco il segretario di Stato, Antony Blinken che ha esordito così: «La Russia ha già mancato i suoi obiettivi; sta fallendo su tutta la linea; l'Ucraina sta vincendo». Austin all'inizio si limita a esporre la posizione classica degli Usa: «Noi vogliamo che l'Ucraina resti un Paese sovrano, democratico, in grado di proteggere il suo territorio. La resistenza ucraina può prevalere se avrà l'equipaggiamento e l'assistenza necessari».
lloyd austin antony blinken
Poi ecco la svolta, uno scatto inatteso in questi termini: «La Russia ha già perso molta della sua forza militare e, detto francamente, anche un gran numero di soldati. Noi vogliamo che la Russia non sia in grado di ricostruire rapidamente la sua forza».
Austin, però, non ha chiarito quali saranno le mosse concrete per «indebolire» nel tempo l'Armata putiniana.
Resta quindi un'incognita inquietante. A questo punto c'è il rischio concreto che la guerra scatenata da Putin possa diventare una «proxy war», uno scontro per procura, tra Washington e Mosca. È davvero questa la strategia di Biden? Finora il presidente ha voluto evitare l'allargamento diretto o indiretto del conflitto, rifiutando di inviare soldati Usa sul campo di battaglia o di istituire una «no fly zone» sui cieli dell'Ucraina. Poi, certo, nelle ultime settimane, Biden aveva già cambiato passo, accettando di consegnare anche armi pesanti, «offensive» agli ucraini.
lloyd austin volodymyr zelensky antony blinken
In ogni caso oggi toccherà a Blinken fare chiarezza nelle audizioni in programma al Congresso. Il segretario di Stato ha disposto il rientro graduale dei diplomatici a Kiev. Blinken lo ha comunicato direttamente a Zelensky: «Torneranno prima a Leopoli, poi nel giro di qualche settimana a Kiev. Saranno coordinati da una nuova ambasciatrice, Bridget Brink».
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2 - IL CAPO DEL PENTAGONO: «L'UCRAINA PUÒ `«EVITARE CHE MOSCA SCATENI ALTRE GUERRE» VINCERE SE HA LE ATTREZZATURE GIUSTE» L'IRA DEL CREMLINO: COSÌ ALZATE LA TENSIONE
LA STRATEGIA
Estratto dell’articolo di Marco Ventura per “il Messaggero”
antony blinken e lloyd austin incontrano zelensky a kiev
[…] Cambia anche la strategia degli aiuti e di questo si è parlato in tre ore di colloqui con Zelensky. Non si tratta più di donare armi, ma stanziare fondi per acquistare ciò che serve ed eventualmente ripagare gli alleati di forniture già inviate. Soldi per comprare armi, e non armi. Perché, come riporta il New York Times, accanto ai 184mila proiettili per gli obici da 155mm promessi a Zelensky, ne vanno acquistati 182mila per gli obici da 152 di fabbricazione sovietica, tramite aziende americane che appaltano la produzione a fabbriche europee.
antony blinken e lloyd austin in ucraina
A volte è meglio dotare gli ucraini di armamenti che già conoscono, ereditati dall'URSS, anche se per dirla col ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, «ci è voluto più tempo perché i nostri partner decidessero l'invio delle armi da noi richieste, di quanto ne serva ai nostri soldati per imparare a usarle».
Austin è convinto che gli ucraini «possano vincere la guerra se hanno l'equipaggiamento adatto e il supporto adeguato e se noi facciamo tutto ciò che possiamo per garantire che li ottengano».
Lo scopo degli USA è quello di «indebolire la Russia al punto che non possa più fare quello che ha fatto invadendo l'Ucraina». Significa, incalza Blinken, «massimo supporto all'Ucraina e massima pressione sulla Russia che sta fallendo i suoi obiettivi, anzitutto quello di soggiogare l'Ucraina e strapparle la sua sovranità e indipendenza. Ma non ci è riuscita».
LA STRATEGIA
vladimir putin joe biden ginevra
Austin e Blinken hanno annunciato altri 713 milioni di dollari per aiuti militari, 322 dei quali per l'Ucraina e i restanti per 15 Paesi alleati e partner, che hanno rifornito gli ucraini in queste settimane. Altri 165 milioni serviranno a comprare munizioni. L'aiuto militare americano all'Ucraina raggiunge così quota 3.7 miliardi di dollari dall'inizio dell'invasione, mentre il presidente Biden prevede già altri 800 milioni. Il Congresso ha approvato lo scorso mese un pacchetto di assistenza militare per l'Ucraina da 6.5 miliardi su un totale di 13.6 di tutti gli alleati. E proprio ieri il Segretario alla Difesa britannico, Ben Wallace, ha reso noto di aver autorizzato l'invio di 5mila missili anti-tank e sistemi di difesa aerea.
VLADIMIR PUTIN
IL VERTICE
Dalla Polonia, Austin si sposterà oggi a Ramstein, in Germania, per partecipare alla riunione dei ministri della Difesa della Nato e di altri Paesi, 20 in tutto, per chiedere ai partner di intensificare gli aiuti.
antony blinken lloyd austin in ucraina
Ci sarà anche il nostro ministro, Lorenzo Guerini. Il governo italiano si prepara attraverso un nuovo decreto ministeriale all'invio di altre armi che rientrano nella lista secretata già approvata in Parlamento allo scoppio della guerra.
Per Zelensky, l'elemento chiave del processo che «porterà alla pace è la disponibilità di quantità e qualità sufficienti di armi e munizioni per dare forza alle forze armate ucraine». Dal Cremlino arriva il j' accuse di Putin agli USA e alleati. L'Occidente, dice lo Zar, «vuole spaccare la società russa e distruggere la Russia dall'interno», anche con «provocazioni contro le forze armate russe e l'uso dei media stranieri».
Bizzarra la diplomazia che «invece di chiedere soluzioni diplomatiche» spinge per la guerra. Ed evoca «il passato coloniale dell'Occidente». La narrativa di Mosca, anche per giustificare gli insuccessi sul campo, è che la guerra non sia con Kiev, ma con tutto l'Occidente. Infine, il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, è andato ieri ad Ankara dal leader turco Recep Tayyp Erdogan, e insieme hanno riaffermato l'obiettivo comune di «porre fine alla guerra il più presto possibile». Ma gli ucraini contestano a Guterres di aver inserito nella sua agenda di colloqui Putin a Mosca.
LE TENSIONI IN UCRAINA VISTE DA OSHO