1 – GOLDEN GLOBES, COMUNQUE VADA SARÀ UN SUCCESSO DI NETFLIX
Gianmaria Tammaro per www.lastampa.it
RICKY GERVAIS GOLDEN GLOBES
Più che un antipasto per gli Oscar, i Golden Globes sono una via di mezzo tra i premi dell’Academy e gli Emmy, e quindi sono l’ago di una bilancia immaginaria che divide il grande dal piccolo schermo. La 77° edizione, in onda stanotte su Sky Atlantic e Sky TG24, vede favoritissima Netflix, che ha ricevuto più nomination per i suoi film e per le sue serie di tutti i competitor. Alla conduzione, torna Ricky Gervais, e questa è, senza ombra di dubbio, una cosa positiva: almeno ci sarà qualcuno che proverà a tenerci svegli.
Favoritissimi
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Tra i favoritissimi, parte cinema, ci sono The Irishman di Martin Scorsese e Marriage Story di Noah Baumbach, entrambi in quota Netflix: forse il secondo vincerà per la miglior sceneggiatura, e il protagonista, Adam Driver, riceverà il premio come attore. Per il miglior film, però, è difficile. I Golden Globes sono una strana bestia: talvolta seguono l’umore del pubblico e talvolta, invece, prendono decisioni piuttosto spiazzanti. Per il miglior film drammatico, gareggiano anche 1917 di Sam Mendes, ambientato durante la I guerra mondiale tra le trincee, e The Two Popes, sempre di Netflix, con due straordinari Anthony Hopkins e Jonathan Pryce nei panni di Benedetto XVI e Francesco. Ma c’è pure Joker di Todd Phillips, Leone d’oro all’ultima Venezia, che potrebbe regalare qualche sorpresa (magari al suo protagonista, Joaquin Phoenix).
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Eddie Murphy, protagonista di Dolemite is my name, altro titolo Netflix, dovrebbe vincere come miglior attore comedy. A Quentin Tarantino, invece, dovrebbe andare il premio per la commedia migliore per Once upon a time in Hollywood. Tra i registi si fa sentire la mancanza di Greta Gerwig e del suo Little Women. Ma c’è Bong Joon-Ho, che con il suo Parasite ha ottime possibilità e sarebbe anche un modo, per l’Hollywood Foreign Press Association, per non dare troppi premi a Netflix e per non dover scegliere tra Tarantino e Scorsese: questa è, prima di tutto, politica; e Joon-Ho ha battuto molti record quest’anno e vincerà, poco ma sicuro, per il miglior film straniero .
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Laura Dern, per la parte in Marriage Story dovrebbe aggiudicarsi il Golden Globe per la miglior non protagonista (vanno però segnalate anche Margot Robbie, in Bombshell, e Jennifer Lopez in Hustlers). Forse il miglior attore non protagonista sarà Joe Pesci, per The Irishman. Ma chi lo sa: in corsa ci sono anche Al Pacino, sempre per lo stesso film, Tom Hanks (A beautiful day in the neighborhood) che comunque riceverà il premio Cecil B. DeMille Award alla carriera e Brad Pitt (Once upon a time in Hollywood). Il premio per l’attrice drammatica potrebbe andare a Scarlett Johansson, per Marriage Story o a Renée Zellweger per Judy.
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In televisione
Dall’altra parte della barricata, tra le serie tv, Game of Thrones non è stata nominata come miglior drama, e molto probabilmente ad aggiudicarsi il Golden Globe sarà Succession di Hbo (qui in Italia su Sky Atlantic). A Jennifer Aniston dovrebbe andare il premio come miglior attrice in una serie drammatica per The Morning Show di Apple tv+ (e sarebbe una prima volta per il colosso della tecnologia); ma c’è anche Olivia Colman, nuova interprete della Regina Elisabetta in The Crown, da tenere d’occhio.
jennifer aniston e reese witherspoon the morning show
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Billy Porter, con Pose è tra i papabilissimi come miglior protagonista, spalla a spalla con Brian Cox di Succession e Kit Harington, di Game of Thrones. A sbancare tra le serie comedy sarà quasi sicuramente Fleabag di Phoebe Waller-Bridge, distribuita da Amazon Prime Video: potrebbe vincere i premi per il miglior titolo e per la migliore attrice (la Waller-Bridge). Bill Hader è dato abbastanza sicuro come miglior attore protagonista in una serie comedy, per Barry. Tra le miniserie si daranno battaglia Chernobyl di Hbo e Sky, e Unbelievable di Netflix. La prima, forse, vincerà come miglior prodotto e per il miglior attore protagonista (Jared Harris); la seconda, invece, riceverà riconoscimenti per lo straordinario lavoro delle sue interpreti, Kaitlyn Dever e Toni Collette.
scene di nudo in game of thrones 3 ricky gervais
2 – GOLDEN GLOBES, NELLA NOTTE VEGANA I CAPRICCI DI BEYONCÉ E TAYLOR SWIFT
Lorenzo Soria per “la Stampa”
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Sono oltre trent' anni che scrivo di cose soprattutto hollywoodiane per La Stampa e tra interviste ad attori e produttori e pezzi di analisi c' è un soggetto che mi è sempre difficile affrontare. Non dovrebbe, si tratta di una premiazione del mondo del cinema e della televisione di cui tutti parlano e che offre credenziali stampa a centinaia di colleghi. Ma coi Golden Globes che questa notte premiano il meglio del cinema e delle serie tv dell' anno ho un rapporto complicato e molto personale, che limita decisamente la mia obiettività.
parasite bong joon ho
Perchè dietro i Globes c' è la Hollywood Foreign Press Association, l' organizzazione dei corrispondenti esteri a Los Angeles che seleziona i candidati e produce lo show, di cui sono membro anche qui da una trentina di anni. Anzi, da giugno dell' anno scorso ne sono di nuovo presidente, per la terza volta. E mentre siamo a poche ore dall' inizio dello spettacolo le mie impronte sono un po' dappertutto perché molte delle decisioni prese in questi ultimi mesi sono passate da me.
ricky gervais non vince ma esulta lo stesso
Come quella di offrire ai nostri ospiti - al contrario degli Oscar dove oltre tremila persone stanno sedute in un teatro il nostro è un banchetto per 1200 persone - solo cibo vegano. Sappiamo che non salveremo il pianeta, che la nostra è solo una piccola mossa simbolica per portare attenzione a uno dei fattori che contribuiscono al cambiamento climatico : il cibo che consumiamo, come lo cresciamo, come lo distribuiamo, come ne disponiamo. Una decisione presa con grande esitazione, col timore che ci avrebbero accusato di ipocrisia perchè tra noi di vegani ce ne sono ben pochi. Da buon italiano, avevo anche molte riserve sull' offrire un risotto fatto senza burro e senza parmigiano.
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Invece il nostro risotto alle erbe e funghi è squisito, i giornali del mondo intero ne hanno parlato e alcuni dei nostri ospiti, da Joaquin Phoenix a Leo DiCaprio, hanno lodato e amplificato il messaggio nei loro social media. Se l' idea era quella di aprire una discussione, un grande successo.
Ho avuto un ruolo strumentale nella decisione di riportare ai Golden Globes come maestro di cerimonie Ricky Gervais. E' un mestiere difficile.
L' Oscar ci ha rinunciato, altre premiazioni hanno scelto presentatori troppo convenzionali e alla fine noiosi. Noi abbiamo deciso che essere imprevedibili e anche un pochino cattivelli era okay. E così siamo tornati al comico britannico Ricky Gervais. Tom Hanks, simbolo dell' americano generoso e perbene che è una razza in via di estinzione, riceverà il DeMille, il premio speciale per il cinema. Ellen DeGeneres, prima conduttrice di un talk show ad avere rivelato che era lesbica, riceverà il premio speciale per la televisione.
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Ma il vero punto di attrazione quest' anno è che in 77 anni di Golden Globes - il primo ha avuto luogo nel 1944, nel mezzo della Guerra- non abbiamo mai avuto così tante star in una stessa sala. Qui io c' entro solo in parte, sono uno dei tanti giurati che votano. Ma quest' anno tra gli attori in competizione abbiamo Brad Pitt e Leonardo DiCaprio e poi Jennifer Lopez, Christian Bale, Daniel Craig.
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Avremo tre giganti della musica pop in lotta per la stessa statuetta: Sir Elton John, Beyoncé che l' altro ieri ha fatto i capricci per avere una persona extra a curarle capelli e make-up sul tappeto rosso e Taylor Swift che li ha fatti perchè le avevamo dato un posto un metro indietro a Beyoncé. Ci è toccato anche intrattenere serie discussioni se tenere Brad Pitt e Jennifer Aniston in due tavoli vicini. Ci sarebbero state scintille e urla nel mezzo dello show? O, meglio, il ritorno?
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Non sarebbe la prima volta che i Globes, in 77 anni, hanno rotto e messo assieme coppie. Ma adesso devo andare, mi chiamano per fare le prove del mio discorso di benvenuto agli ospiti. Non ne sono pienamente convinto, devo cambiare il tono un po' didascalico. E poi sono un po' ansioso.
Calcoliamo di avere un pubblico di mezzo miliardo di persone in 200 Paesi. E come mi ricordano impietosamente i produttori, tra tutti quelli che salgono sul palco io sono quello che nessuno vuole vedere o ascoltare.