Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per www.lastampa.it
giorgia meloni e joe biden al g7 di borgo egnazia
«Nell’esercitare il proprio diritto a difendersi, Israele deve rispettare pienamente il diritto internazionale, in ogni circostanza, compreso il diritto internazionale umanitario».
Il capitolo delle conclusioni del G7 sul Medio Oriente e il conflitto di Gaza, che La Stampa è in grado di anticipare in molte sue parti, suona come un atto d’accusa al governo di Benjamin Netanyahu e alle tante linee rosse che gli alleati considerano oltrepassate.
I toni sono duri […] e riflettono l’indurimento della posizione del presidente americano Joe Biden nei confronti del premier israeliano […]. La premessa d’obbligo sulla mattanza del 7 ottobre ordinata dai terroristi di Hamas, viene onorata nelle prime righe.
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Ma i paragrafi subito successivi delle comunicazioni finali che i sette grandi ratificheranno domani si concentrano sulle azioni dello Stato ebraico: «Siamo preoccupati per le conseguenze sulla popolazione civile delle operazioni di terra in corso a Rafah e per la possibilità di un’offensiva militare su vasta scala che avrebbe ulteriori conseguenze disastrose sui civili. Chiediamo al governo di Israele di astenersi da tale offensiva, in linea con i suoi obblighi ai sensi del diritto internazionale».
Per i leader l’unica soluzione a portata è quella offerta dall’amministrazione Washington, a cui viene dato pieno mandato: «Appoggiamo pienamente e sosterremo l’accordo globale delineato dal presidente Biden che porterebbe a un cessate il fuoco immediato a Gaza, al rilascio di tutti gli ostaggi, a un aumento significativo e duraturo del flusso di assistenza umanitaria in tutta Gaza e alla fine duratura del conflitto». Tutti obiettivi che sono stati formalizzati in una risoluzione della Nazioni Unite che nelle conclusioni del G7 i leader dicono di «accogliere con favore».
abu mazen 3
È il via libera definitivo alla fase più importante delle trattative. Quella che deve portare Hamas ad accettare «la proposta di cessate il fuoco che Israele è pronto a portare avanti», e «i Paesi che hanno influenza su Hamas a contribuire a garantire che lo faccia». Ma anche ad assicurare la sicurezza delle vite civili, dopo un numero definito «inaccettabile » di vittime.
Ma la strategia degli Usa […] guarda anche al dopo. «Ribadiamo il nostro fermo impegno verso la visione della soluzione a due Stati in cui due Stati democratici, Israele e Palestina, convivono fianco a fianco in pace all’interno di confini sicuri e riconosciuti». Per raggiungere questo storico obiettivo viene sottolineata «l’importanza di unificare la Striscia di Gaza con la Cisgiordania sotto l’Autorità palestinese».
giorgia meloni e joe biden al g7 di borgo egnazia
È un punto pieno di incognite e problematicità ma che potrebbe porre le basi «per un riconoscimento reciproco», considerato «cruciale» nel processo politico. Per questo, però, avvertono i capi di Stato e di governo riuniti in Puglia, «tutte le parti devono astenersi da qualsiasi azione unilaterale che mini la prospettiva di una soluzione a due Stati, compresa l’espansione israeliana degli insediamenti e la “legalizzazione” degli avamposti degli insediamenti». La condanna è rivolta sia «alla violenza estremista dei coloni commessa contro i palestinesi» che «mina la sicurezza della Cisgiordania», sia «a tutte le forme di terrorismo».
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In una prospettiva di soluzione politica, viene incoraggiato «il sostegno ai servizi di sicurezza dell’Autorità Palestinese per garantire che la Cisgiordania rimanga stabile e favorevole alla definitiva creazione di uno Stato palestinese». E viene «accolta con favore la nomina del nuovo gabinetto dell’Autorità Palestinese».
Per consentire all’Anp «di adempiere alle proprie responsabilità in Cisgiordania e, all’indomani del conflitto, a Gaza», il governo israeliano viene invitato a porre fine al «trattenimento dei proventi», ad adottare misure per garantire i servizi bancari e le transazioni finanziarie, «vitali per il commercio», e a permettere «la stabilità economica della Cisgiordania», fondamentale per la sicurezza regionale. […]
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