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    MA CHE CI STAI A PIJA PER GOOGLE? - IL COLOSSO DI MOUNTAIN VIEW, LA PRINCIPALE AZIENDA OPERANTE SU INTERNET, VORREBBE FAR LAVORARE I SUOI DIPENDENTI DISCONNESSI DALLA RETE PER MOTIVI DI SICUREZZA - L'INIZIATIVA POTREBBE COINVOLGERE FINO A 2500 LAVORATORI, CHE POTRANNO SOLAMENTE USARE I COMPUTER FISSI CONNESSI ALLA RETE INTERNA DI "BIG G" - SI STIMA CHE IL 95% DELLE VIOLAZIONI DI SICUREZZA INFORMATICA SIA CAUSATO DA ERRORI UMANI, COME LA CONDIVISIONE DI FILE INFETTI OPPURE…


     
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    (ANSA) - La principale azienda operante su internet, Google, avrebbe avviato un progetto per far lavorare i suoi dipendenti disconnessi dalla rete. Lo riporta la Cnbc, secondo cui il colosso potrebbe coinvolgere nell'iniziativa fino a 2500 lavoratori, che useranno computer fissi connessi solo alla rete interna di Google, per accedere ai servizi proprietari, tra cui Gmail e i file sul cloud di Google Drive. L'adesione sarebbe su base volontaria, con la possibilità di tornare sui propri passi se proprio non si riesca a stare lontani dal più ampio web.

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    Tra i motivi alla base di tale sperimentazione, la volontà di preservare il più possibile la sicurezza delle informazioni di Big G. Secondo un report di quest'anno del World Economic Forum, il 95% delle violazioni in materia di sicurezza informatica è da attribuire all'errore umano. Togliere ai dipendenti la possibilità di condividere file infetti online, ma anche di cliccare su link malevoli, ridurrebbe drasticamente il rischio di intrusione nei sistemi.

     

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    Per finalizzare il progetto, il team dell'organizzazione avrebbe lavorato ad una nuova piattaforma, chiamata Google Gears, capace di restituire tutte le principali applicazioni del gruppo ma con un funzionamento offline. Gears si connetterebbe solo per qualche secondo a internet e a intervalli non regolari, per sincronizzare email e calendari e poi riportare tutto in modalità di disconnessione.

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    Stando alle fonti della Cnbc, Google prevede di rendere disponibile gratuitamente la tecnologia di Gears come software "open source", in modo che anche altri sviluppatori possano integrarla nei loro progetti e consentire, ad esempio, alle aziende che usano i suoi servizi di farli funzionare per la maggior parte del tempo offline, assicurando meglio gli accessi e la sicurezza dei sistemi.

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