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    VATICANO PULITO – L’EX CAPO DELLO IOR, GOTTI TEDESCHI: “L’OPERA DI PULIZIA È INIZIATA, MA È IN RITARDO” – BENEDETTO XVI VOLEVA LA MASSIMA TRASPARENZA – “NON MI ASPETTO PIÙ DI ESSERE CHIAMATO DA PAPA FRANCESCO PER CHIARIRE LA MIA CACCIATA”


     
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    Orazio La Rocca per “la Repubblica

     

    Gotti Tedeschi Gotti Tedeschi

    Onore delle armi dal super ministro dell’Economia vaticana, il cardinale George Pell, all’ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi. Il porporato — a due anni di distanza dalle forzate dimissioni — gli riconosce il “merito” di aver tentato di fare “pulizia” in Vaticano. Amara consolazione per Gotti Tedeschi, capo della banca vaticana dal 2009 al 2012, che ora di fronte all’accordo sulla trasparenza fiscale vede anche riconosciuti i suoi sforzi di rinnovamento, pur precisando che è una intesa «in ritardo sui tempi previsti da Benedetto XVI».

     

    Sorpreso per la riabilitazione che il cardinale George Pell ha fatto per lei e per monsignor Viganò?

    «Sì certo, positivamente sorpreso. Il cardinal Pell è persona degna, e di rette intenzioni, ma temo stia scoprendo quanto bisogna lottare per riuscire nell’ambiente dove lui sta cercando di servire la Chiesa in questo ruolo. Verifichi le informazioni e le spiegazioni che gli vengono fornite. Nella sua dichiarazione a RadioVaticana infatti, dove spiega che Papa Benedetto ha cercato di migliorare la situazione finanziaria con Viganò, con Gotti Tedeschi e con Von Freyberg, sembra voler provocare una necessaria precisazione.

     

    Ettore Gotti Tedeschi Ettore Gotti Tedeschi

    Von Freyberg viene nominato presidente Ior dopo la rinuncia di Papa Benedetto, nel febbraio 2013. Tra la mia “cacciata” (24 maggio 2012) e la nomina di Von Freyberg passano ben 9 mesi, durante i quali la reggenza è sostenuta dal vice presidente Ior (Ronald Schmitz). E’ stato spiegato a Pell perchè tanto tempo per nominare il nuovo presidente? Perché viene nominato dopo la rinuncia di Benedetto, ma soprattutto che succede in quei 9 mesi?».

     

    Sia lei che monsignor Viganò siete stati di fatto costretti a lasciare i vostri uffici in Vaticano. A chi stavate dando fastidio?

    Gotti Tedeschi alla Degustazione di dolci e frutta Gotti Tedeschi alla Degustazione di dolci e frutta

    «Si tratta di situazioni diverse nel loro sviluppo, anche se l’origine e la motivazione, diciamo strategica, è molto simile. Viganò cercò disperatamente di risanare i conti del Governatorato, ed io ne son stato testimone. Per come lo fece venne punito ed umiliato. Ma, io credo, con sufficiente cognizione di causa, che fu esiliato quale nunzio a Washington per ragioni ben diverse, molto più delicate e riservate. Che tra poco, credo, emergeranno. Vede, Vatileaks non è ancora stato spiegato, ma è parte della storia della Chiesa che rischia di restare oscura. Benedetto non voleva tenere nulla oscuro, segreto, voleva la trasparenza».

     

    MONSIGNOR VIGANO MONSIGNOR VIGANO

    Pell prende atto che la pulizia in Vaticano era stata avviata da Benedetto XVI e che Viganò e Gotti Tedeschi stavano eseguendo le indicazioni papali. Riconoscimento non da poco.

    IL CARDINALE GEORGE PELL IL CARDINALE GEORGE PELL

    «Io, senza volere correggere un atto che considero coraggioso, poiché provocherà indignata reazione da parti di molti all’interno delle mura vaticane, vorrei completarlo. Detto processo, che consiste in una legge antiriciclaggio, in procedure necessarie ad attuare la legge, nella costituzione di una Autorità di controllo (l’AIF) che deve verificare che la legge sia applicata secondo le procedure, è stato voluto da Papa Benedetto, è stato promulgato (con il motu proprio del 3-12-2010) da Papa Benedetto, ma è stato cambiato, (misteriosamente?) da altri, tra dicembre 2011 e gennaio 2012. Provocando le conseguenze che conosciamo, inclusa la mia cacciata infamante, poiché mi ero opposto a detto cambiamento. Ma Pell quanto conosce di questa vicenda, perché è accaduta e soprattutto quanto sappia dei responsabili della stessa, alcuni non più dietro le mura, altri ancora li?».

     

    Perchè ha dovuto ascoltare a chi in Curia e nello Ior voleva allontanarla?

    bertone IOR bertone IOR

    «Nessuna fonte più autorevole di monsignor Georg Ganswein, segretario personale di Benedetto XVI, potrebbe esser più creduto quando spiega cosa è in realtà successo. E monsignor Georg lo fa con una intervista nell’ottobre 2013 dove spiega che Benedetto non era al corrente di detta decisione di sfiduciarmi, né era d’accordo. Da quel giorno ho invano chiesto infinite volte, verbalmente e per iscritto, di esser ascoltato e provare la verità. Fin quando Papa Benedetto, a fine 2012, stabilì la mia riabilitazione pubblica. Questa mi fu ufficialmente annunciata dal Segretario di Stato il 7 febbraio 2013. Tre giorni dopo Papa Benedetto rinunciava. E nulla più successe».

     

    Si aspetta ora una chiamata di papa Bergoglio?

    «No, non mi aspetto più nessuna chiamata da Papa Francesco. Troppo tardi».

    SEDE DELLO IOR SEDE DELLO IOR

     

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