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(ANSA) Il governo chiederà un confronto con la Francia sui criteri di finanziamento della Tav. E' questo quanto emerge da fonti di maggioranza al termine del vertice a Palazzo Chigi sull'alta velocità Torino-Lione. Al momento le fonti ufficiali non fanno trapelare nulla.
(ANSA) Non sarebbe stata assunta nessuna decisione sui bandi per la Tav, nel vertice di questa notte a Palazzo Chigi. E' quanto affermano fonti di maggioranza al termine del vertice di governo durato questa notte oltre cinque ore. Sarebbero ancora in corso, spiegano le stesse fonti, valutazioni giuridiche.
3. TAV, IL DUELLO FINALE
beppe grillo no tav
D.Pir. per “il Messaggero”
Governo mai così diviso. «Il forse non c' è», ha detto il leader della Lega Matteo Salvini entrando a Palazzo Chigi per il vertice notturno «a oltranza» convocato dal premier Giuseppe Conte sulla Tav. Poche parole che segnalano l' affanno del governo gialloverde: il No del M5S pare granitico, il Sì della Lega altrettanto inamovibile.
I grillini propongonodi dare il via libera ai bandi per la Tav ma di rivedere del tutto il progetto rafforzando la vecchia linea del Frejus. Quella con pendenze del 30% costruita nel 1871. Una proposta che il presidente della Regione Piemonte liquida così: «Se il Carnevale non fosse una cosa seria la definerei una carnevalata». Anche i leghisti replicano: «la Tav deve essere Tav».
SALVINI TAV
La Lega propone in alternativa di rinviare la scelta alle Camere (il Sì vincerebbe) o al referendum. E in favore del Sì pesa il rischio di perdere «circa 800 milioni» di fondi Ue. Ma il M5s avverte che il Sì potrebbe portare alla crisi di governo anche se i vertici starebbero spingendo per tenere toni bassi ed evitare strappi. Non resta che affidarsi al premier Giuseppe Conte con un suo «lodo» di sintesi.
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L' EXIT STRATEGY Tocca dunque al premier cercare l' exit strategy: «Speriamo di prendere le decisioni giuste, trasparenti, già stasera e comunque entro venerdì», dice da Belgrado, dove vola in giornata per una visita istituzionale. Il presidente del Consiglio fa appello alla «responsabilità» dei vice. E assicura di «non vedere» rischi per il governo.
Ma il sentiero è strettissimo. Da Bruxelles trapela in serata che la Commissione europea è pronta a inviare una nuova lettera all' Italia per ricordare che il No alla Torino-Lione, con la violazione di due regolamenti del 2013, comporterebbe la perdita di circa 800 milioni di cui 300 entro marzo e il resto successivamente.
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Una doccia fredda per il M5s. Un assist a Salvini, che martedì di Tav avrebbe parlato al telefono con il vicepresidente della commissione Jyrki Katainen. Ora è tutto in mano a Conte, concordano Di Maio e Salvini. Tra i due vicepremier i rapporti sarebbero ai minimi termini, mai così tesi come sul dossier Tav.
MAPPA TAV EUROPA
Il leader della Lega riunisce nel pomeriggio al Viminale tecnici e sottosegretari per scandagliare l' analisi costi-benefici di Toninelli: «Costa più non farla che farla», sentenzia poi. Di Maio, che descrivono assai irritato verso l' alleato, si mostra «concentrato» sul reddito di cittadinanza. Ma dal Piemonte alle Aule parlamentari la truppa M5s è in ebollizione.
LUIGI DI MAIO E LA TAV
Da Torino viene spedita a Conte, da un fronte No Tav guidato dal sindaco di Venaus, la proposta di rifare il traforo ferroviario del Frejus, con una nuova galleria di 15 km, al posto del maxi-tunnel da 57,5 km previsto nel progetto attuale, dimezzando i costi. È quello che in sostanza chiede il M5s: partano i bandi, ma intanto si riscriva tutto il progetto mettendo da parte il corridoio centrale della Tav e rafforzando il Frejus. Ma alla Lega non va bene: rivedere il progetto si può - è il mantra leghista - ma non stralciare l' opera.
I leghisti sono convinti che il Sì di Conte all' avvio dei bandi - su cui Telt deve procedere lunedì - sarà dettato dai fatti, un Sì «tecnico».
Ma poi sui passi successivi è tutto da scrivere: c' è chi è ancora convinto che si possa spostare più in là la scelta finale. Sullo sfondo c' è la consapevolezza di una possibile implosione dei gruppi parlamentari M5s. Ecco perché la Lega propone come mediazione estrema l' idea di rimettersi al Parlamento. Il No del M5s risulterebbe minoranza rispetto al Si sostenuto anche da Pd e Fi.
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Ma il governo potrebbe andare avanti.