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GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI E ANTONIO TAJANI A GENOVA
Ancora chiarimenti. Di nuovo nodi da sciogliere e intese da trovare. La manovra ritorna sul tavolo del governo. Appuntamento a cinque a palazzo Chigi nel pomeriggio: la premier Giorgia Meloni ha visto i due vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, insieme al leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi. Alla riunione – durata un’ora e dieci circa – anche il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti. "L'incontro, svoltosi in un clima molto collaborativo, ha consentito di condividere alcuni aggiustamenti, in particolare sulle priorità della manovra: imprese, famiglie e sanità", si legge nel comunicato dl governo.
Un incontro voluto dalla premier per preparare l'iter della manovra in Parlamento ora che l'esame in commissione Bilancio, alla Camera, si appresta ad entrare nel vivo. Da domani, infatti, la quinta commissione di Montecitorio inizierà ad occuparsi dei circa 250 emendamenti segnalati che ambiscono a diventare norme. Un tour de force dato che l'obiettivo è chiudere i lavori entro sabato notte (domenica sono in programma la giornata finale di Atreju e il congresso della Lega lombarda) e portare la manovra in aula lunedì 16.
antonio tajani, giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse
Ma il percorso va allestito alla luce delle divisioni tra Forza Italia e la Lega, entrambe scontente dal testo licenziato dal Consiglio dei ministri a metà ottobre. I due alleati vogliono modifiche. Il primo tempo della manovra - il decreto fiscale - ha sancito una spaccatura interna che la premier non ha gradito. E che non vuole si ripeta con la manovra. Per questo il vertice preparatorio di oggi pomeriggio.
Gli azzurri si presentano alla riunione chiedendo un segnale sul taglio dell'Irpef per il ceto medio. Anche se il viceministro dell'Economia, Maurizio Leo, pensa a un decreto da varare all'inizio dell'anno prossimo, FI chiede comunque di intervenire già con la manovra. La richiesta: la riduzione dell'aliquota del secondo scaglione di un punto, dal 35% al 34%, utilizzando gli incassi del concordato preventivo biennale. "Si può fare", ragionano fonti del partito, che rimandano al primo incasso del concordato (la seconda finestra si chiuderà il 12 dicembre) pari a circa 1,3 miliardi.
antonio tajani giorgia meloni matteo salvini
Un ridimensionamento dell'obiettivo iniziale (due punti percentuali), ma comunque un segnale da portare a casa. Ma la Lega non vuole stare a guardare. Dopo il ko sulla proroga del taglio del canone Rai, proprio per mano di FI, il Carroccio chiede un'estensione della flat tax per chi ha un reddito da lavoro dipendente: su la soglia, da 30 a 50 mila euro, che permette di beneficiare della tassazione agevolata.
giorgia meloni antonio tajani matteo salvini
Tra le richieste dei leghisti anche la riduzione della tassazione sulle criptovalute, che la manovra ha aumentato dal 26% al 42%, e tre miliardi in più per il Ponte sullo Stretto attraverso una rimodulazione delle coperture che riduce l'onere a carico dello Stato a scapito del Fondo di Sviluppo e coesione (Fsc) 2021-2027, da cui verrebbero prelevati 6,1 miliardi.
A chiedere correzioni alla manovra è anche Noi Moderati. "Continueremo a lavorare in Parlamento per aumentare le detrazioni scolastiche, portandole da 800 a 5mila euro, per permettere ai bambini con disabilità che frequentano le scuole paritarie di avere la stessa dignità degli altri ragazzi", mette in chiaro Lupi a poche ore dal vertice. Nel pacchetto delle richieste anche l'aumento degli stipendi di infermieri e medici specializzandi e un sostegno alle piccole e medie imprese con il fondo di garanzia.
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