giorgia meloni in emilia romagna

NE È PASSATA DI ACQUA SOTTO I PONTI, MA NULLA È CAMBIATO IN EMILIA-ROMAGNA - IL GOVERNO MELONI HA STANZIATO SOLO 3,8 MILIARDI A FRONTE DEGLI 8,5 RICHIESTI DALLA REGIONE PER EFFETTUARE I LAVORI PER DIFENDERSI DALLE INONDAZIONI - 1,3 MILIARDI SERVONO PER IL RIMBORSO DEI DANNI DELL'ALLUVIONE DEL 2023. 2,5 MILIARDI PER LA MESSA IN SICUREZZA DEL TERRITORIO - DEI PRIMI, A CAUSA DELLA BUROCRAZIA, SOLO 30 MILIONI SONO STATI VERSATI AI CITTADINI. MENTRE PARTE DEI SECONDI È STATA IMPIEGATA PER RICOSTRUIRE QUANTO DISTRUTTO UN ANNO FA...

ALLUVIONE IN EMILIA ROMAGNAALLUVIONE IN EMILIA ROMAGNA

 

 

Estratto dell'articolo di Silvia Bignami per www.repubblica.it

https://bologna.repubblica.it/cronaca/2024/09/20/news/emilia_romagna_fondi_lavori_alluvione-423510618/

 

GIORGIA MELONI IN VISITA NELLE ZONE ALLUVIONATE

Tra la Regione che accusa il governo di non aver stanziato abbastanza fondi, e il governo che accusa la Regione di averli spesi male, i conti per le alluvioni che colpiscono a ripetizione l’Emilia-Romagna continuano a non tornare. Tanto più che la campagna elettorale per le Regionali rimescola tutte le ragioni.

 

Al nocciolo, però, i numeri che contano solo due: la Regione voleva 8,5 miliardi, il governo ne ha dati 3,8. E nulla è stato stanziato per il grande piano contro il dissesto idrogeologico che dovrebbe salvare l’Emilia-Romagna da futuri disastri. E che attualmente giace invece al ministero dell’Ambiente, fermo da cinque mesi.

 

A dare le cifre dei fondi erogati da Palazzo Chigi è stato, in più occasioni, lo stesso generale Francesco Figliuolo, commissario straordinario nominato dal governo nel giugno scorso e in scadenza a dicembre. Ancora ieri, nel pieno della nuova emergenza, lo staff commissariale li confermava: il governo ha messo a disposizione subito 1,3 miliardi per il rimborso di famiglie e imprese. E poi 2,5 miliardi per la messa in sicurezza del territorio. Totale, appunto, 3,8 miliardi.

 

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Negli ultimi mesi si è parlato molto dei mancati ristori alle famiglie e alle imprese, fiaccati da procedure complicate che erogavano i soldi col contagocce, tanto che molti hanno forse rinunciato anche a chiederli. Fatto sta che degli 1,3 miliardi per i rimborsi che Figliuolo assicura siano disponibili, solo 30 milioni sono stati effettivamente versati, di cui 21,8 milioni alle famiglie e 8,3 milioni alle imprese.

 

Pochissimi insomma, su un monte di oltre un miliardo di euro. E qui scatta la polemica, con la destra che punta il dito sulla Regione che chiede soldi quando poi nessuno li chiede, e la sinistra che accusa le complicatissime regole per le richieste. Tanto difficili da appesantire pure la piattaforma regionale Sfinge, che aveva funzionato alla perfezione per il sisma del 2012.

 

IRENE PRIOLO - 2

Altrettanto accidentata è la storia dei fondi per la messa in sicurezza del territorio: quelli che dovevano servire proprio per evitare che l’alluvione del maggio 2023 si ripetesse. E dei quali parlano tutti oggi che l’Emilia-Romagna, seppure in scala minore, ha rivissuto lo stesso incubo. I fondi per la messa in sicurezza del territorio sono in totale circa 2,5 miliardi, spiega Figliuolo. Di questi, 1,6 miliardi sono stati già erogati, ha ribadito ieri il commissario. Attraverso 11 ordinanze che indicavano le procedure per l’utilizzo dei fondi, il generale parla di 6mila interventi per la difesa idraulica, la rete viaria e ferroviaria e le altre infrastrutture pubbliche.

 

francesco paolo figliuolo foto di bacco

I fondi sono stati dati ad Agenzia Regionale di Protezione Civile, Province. Comuni e Consorzi di bonifica. La Regione parla nel suo report sugli interventi fatti attraverso l’agenzia regionale per la Protezione civile di 402 cantieri, di cui 130 terminati, 158 in corso e 114 in progettazione. Il tutto per un ammontare di spesa di 343 milioni di euro.

 

I 130 interventi conclusi dalla Regione lungo gli argini dei fiumi, circa un terzo del totale dei cantieri da fare dopo un anno e mezzo dall’alluvione del ‘23, sono comunque serviti a evitare danni ulteriori quando due giorni fa ha ripreso a piovere. A Faenza, per dire, il muro costruito con 3,5 milioni di euro in Via Renaccio, ha salvato il centro città. Mentre non c’è traccia della grande muraglia lungo gli argini che l’amministrazione aveva chiesto al commissario di costruire.

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[...] Il problema più grave però è che gli interventi eseguiti finora sono serviti solo ad “aggiustare” o consolidare quello che l’acqua aveva distrutto un anno fa. Quello che chiede la Regione, e che ieri è tornata a chiedere con la presidente facente funzioni Irene Priolo, sono i piani speciali contro il dissesto idrogeologico. In sostanza il piano per il futuro, che dovrebbe ridisegnare il territorio attraverso la costruzione di casse di espansione che contengano l’acqua durante le piene alluvionali.

 

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Un maxi piano del valore, secondo la Regione, di 4,5 miliardi di euro. Un piano che esiste, ma che non è finanziato. Nel maggio 2024, a un anno dall’alluvione dello scorso anno, Figliuolo spiegava che a marzo aveva approvato un piano provvisorio. Il piano è stato poi aggiornato a giugno, e approvato a luglio. Da allora però è fermo. [...]

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