RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Jacopo Aliprandi per corrieredellosport.it
Non può bastare una giornata per smaltire quel senso di delusione e smarrimento che sta accompagnando i giocatori per l’allontanamento di Daniele De Rossi.
Mai la Roma aveva esonerato un tecnico dopo quattro giornate, mai la squadra avrebbe pensato a una soluzione così drastica della società dopo un pareggio a Marassi, stadio che ha fermato sul pari l’Inter scudettata alla prima giornata e che la scorsa stagione ha visto perdere il Genoa soltanto cinque volte riuscendo a fare invece punti contro Napoli, Juventus, Inter e Bologna.
L’inizio di questo campionato è stato deludente, ma il gruppo era tutto con il tecnico. Specialmente i senatori che hanno avuto un confronto con la dirigenza per capire i motivi della decisione, ma soprattutto per chiedere al club di ripensarci e di poter continuare con De Rossi. Troppo tardi dopo un comunicato che ha scioccato Roma e non solo.
Roma, le riunioni e le telefonate per De Rossi
Pellegrini e Mancini sono stati i senatori che hanno affrontato il discorso con la società. Con delega di tutta la squadra che mai come stavolta ha fatto fronte unito e si è stretta attorno al loro ormai ex allenatore. Ma attenzione, perché il capitano e vice hanno chiesto anche spiegazioni sul perché lunedì scorso sono stati contattati dalla società giocatori della squadra (e non loro) per chiedere un parere su De Rossi.
In sostanza è stato domandato a vari elementi dello spogliatoio (tra gli altri anche Dybala e Paredes) se tutti fossero dalla parte del tecnico, e la risposta è stata da tutti un secco sì. Anche per questo motivo ci sarebbe stato un acceso confronto tra le parti, dopo naturalmente l’esonero arrivato a prescindere dalle indicazioni della squadra. Proprietà, dirigenza, squadra, tifosi: il clima dentro e fuori Trigoria non è proprio sereno, mettiamola così.
Le reazioni all'addio di De Rossi
«Partenza pazza», ha scritto Hummels sui social. Forse la maniera più rapida - ma probabilmente anche indelicata - per raccontare le sue due prime settimane da giallorosso. Neanche il tempo di giocare una partita con De Rossi che si è trovato davanti Juric. Ha preferito non pubblicare un post per l’ex tecnico, anche per rispettare quelli veri e sinceri di chi invece DDR l’ha vissuto in questi otto mesi. Come Dybala, anche lui rimasto scioccato per il suo addio: «Mister, non sono stati molti mesi ma sono stati sufficienti per trasmetterci tante cose a livello sportivo e umano. Il calcio è spesso ingiusto. Grazie per tutto e ti auguro il meglio per il futuro».
Like di De Rossi, la risposta in privato. Così come quelle date agli altri messaggi social della squadra: un altro segnale di vicinanza al tecnico. E adesso? La domanda se la sono posta un po’ tutti nello spogliatoio. E l’unica risposta è stata: lavorare. Lo farà Dybala, pronto a trascinare come al solito la Roma, lo faranno i senatori che al momento sono piuttosto nervosi per lo scossone, lo faranno i neo arrivati che hanno vissuto per poche settimane De Rossi e sono pronti a dare il massimo per il nuovo allenatore. Lavorare e vincere adesso sono le uniche cose che contano.
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