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    CON LA VALIGIA DI CARTONE - GRANDE FUGA DAL SUD ITALIA: IN 16 ANNI SONO PARTITI QUASI DUE MILIONI DI PERSONE, DI CUI LA METÀ GIOVANI - NEL 2019 SI RISCHIA UN FORTE RALLENTAMENTO DELL'ECONOMIA MERIDIONALE: LA CRESCITA SARÀ SONO +0,7% RISPETTO AL +1,2% NEL CENTRO-NORD - NEL 2018 LE FAMIGLIE IN POVERTA’ ASSOLUTA SONO SALITE A 845 MILA - DI MAIO E IL MINISTRO LEZZI CHE VOGLIONO FARE? 


     
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    ITALIA - LE DIFFERENZE NORD SUD ITALIA - LE DIFFERENZE NORD SUD

    Maurizio Carucci per “Avvenire”

     

    Anche il Sud è in ripresa, ma la crescita rischia di rallentare e in maniera consistente. Secondo i dati Svimez, il Pil è aumentato nel 2017 dell' 1,4%, rispetto allo 0,8% del 2016. Ma quest' anno, l' inversione di tendenza sarà netta: il Pil del Centro-Nord dovrebbe crescere dell' 1,4%, in misura maggiore di quello delle regioni del Sud e che è stimata all'+1%. Ma è soprattutto nel 2019 che si rischia un forte rallentamento dell' economia meridionale: la crescita sarà pari a +1,2% nel Centro-Nord e +0,7% al Sud.

     

    In due anni, si tratta di un sostanziale dimezzamento del tasso di sviluppo. Per la Svimez, in assenza di una politica adeguata, anche l' anno prossimo il livello degli investimenti pubblici al Sud dovrebbe essere inferiore di circa 4,5 miliardi di euro. Se, invece, nel 2019 fosse possibile recuperare per intero questo divario, il differenziale di crescita tra Centro-Nord e Mezzogiorno sarebbe completamente annullato.

    IL PANTALONE FUORI MISURA DI BARBARA LEZZI IL PANTALONE FUORI MISURA DI BARBARA LEZZI

     

    Anzi, sarebbe il Sud a crescere di più. «Con la frenata seppur ancora lieve dell' economia le prospettive per il Sud peggiorano - spiega Adriano Giannola, presidente della Svimez -. Per ora tutto tiene, ma i dati che iniziano a circolare sul rallentamento della crescita preoccupano, anche perché il Mezzogiorno continua a portarsi dietro tutte le sue arretratezze. L' unica vera e grande opportunità che resta al Paese è il Mediterraneo».

     

    Tuttavia, nella speranza che lo Stato corra ai ripari, cresce il disagio sociale al Sud. Tra occupazione debole e precaria e disservizi della Pa anche in ambito sanitario e assistenziale, la risposta sembra essere la 'fuga'. In particolare dei giovani, molti laureati: 1,8 milioni di emigranti in 16 anni. Il peso demografico del Sud diminuisce ed è ora pari al 34,2%, ma in questo caso in- cide anche il calo degli stranieri (nel 2017 nel Centro-Nord risiedevano 4.272 mila stranieri rispetto agli 872 mila stranieri nel Mezzogiorno).

    SUD ITALIA SUD ITALIA

     

    Anche nel 2016, quando la ripresa economica ha manifestato segni di consolidamento, si sono cancellati dal Mezzogiorno oltre 131mila residenti. Tra le regioni meridionali, sono la Sicilia, che perde 9,3 mila residenti (-1,8 per mille), la Campania (-9,1 mila residenti, per un tasso migratorio netto di -1,6 per mille) e la Puglia (-6,9 mila residenti, per un tasso migratorio netto pari a -1,7), quelle con il saldo migratorio più negativo.

     

    «Un dato su tutti mi ha colpito: le famiglie in povertà assoluta nel 2016 erano 600 mila, nel 2018 sono diventate 845 mila - sottolinea la ministra per il Sud Barbara Lezzi -. Il rapporto Svimez certifica ancora una volta che, rispetto all' uso dei fondi europei, c' è stata troppa trascuratezza. A partire dal prossimo anno dei cosiddetti progetti sponda non voglio sentire parlare. I fondi a disposizione ci sono, il personale qualificato per utilizzarli anche: servono programmazione e volontà».

     

    povertà povertà

    «Serve aprire una discussione seria sulla crescita e sugli investimenti, soprattutto nel Mezzogiorno - conclude la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan -. È quello che stiamo aspettando e di cui ha assolutamente bisogno il Paese, come dimostrano anche i dati di dell' Istat sul rallentamento della crescita e dello Svimez sulla situazione sempre più grave del Mezzogiorno, dove si sta ampliando il disagio sociale tra famiglie in povertà, servizi fatiscenti e migliaia di giovani che scappano in cerca di lavoro. Speriamo davvero che dopo la pausa estiva ci sia finalmente da parte del presidente del Consiglio Conte una convocazione con le parti sociali».

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