• Dagospia

    GRASSO CHE COLA IN SICILIA – RENZI CORTEGGIA IL PRESIDENTE DEL SENATO PER CANDIDARLO ALLA REGIONE E METTE DA PARTE FARAONE – L’EX MAGISTRATO SI FA DESIDERARE: ASPETTA IL BALLOTTAGGIO DI PALERMO. AVREBBE L’OK DI BERSANI, MA ALFANO PRENDE TEMPO


     
    Guarda la fotogallery

     

    Amedeo La Mattina per “la Stampa”

     

    PIETRO GRASSO CON FALCONE E BORSELLINO PIETRO GRASSO CON FALCONE E BORSELLINO

    Sembrava una partita chiusa, un esito elettorale già scritto, una corsa persa in partenza, con i 5 Stelle per la primissima volta alla guida di una Regione, una delle più difficili e carica di simboli: la Sicilia dello Statuto speciale, trampolino per la vittoria finale alle politiche. E invece a spezzare il sogno propulsivo di Beppe Grillo e del suo candidato Giancarlo Cancellieri potrebbe essere il palermitano Pietro Grasso a capo di una ampia coalizione di centrosinistra.

     

    Leoluca Orlando Leoluca Orlando

    Ancora nessuna decisione ufficiale da parte del presidente del Senato. L' ex capo della Direzione nazionale antimafia non ha sciolto la riserva ma starebbe valutando con grande attenzione la proposta di candidarsi a governatore siciliano avanzata da Matteo Renzi e recapitata riservatamente la scorsa settimana da Lorenzo Guerini, coordinatore della segreteria del Pd. Grasso ha risposto che ci avrebbe pensato seriamente, ma di voler attendere le amministrative, quelle comunali di Palermo innanzitutto.

     

    Nel capoluogo dell' isola da lì a qualche giorno sarebbe stata sperimentata una coalizione che andava dai centristi di Angelino Alfano a Sinistra italiana, tutti senza il simbolo del partito: una filiera di liste civiche dentro la quale è scomparso pure il Pd.

     

    Giancarlo Cancellieri Giancarlo Cancellieri

    Tutti dietro a Leoluca Orlando. E alla prova delle urne l' eterno sindaco ha fatto il botto vincendo al primo turno con il 46%. Ora che l' esperimento è riuscito, Guerini e il giovane segretario Dem siciliano Fausto Raciti vogliono ripetere l' operazione. E Grasso presto dovrà decidersi. In molti sostengono che la risposta sarà positiva.

     

    Ma l' ex giudice a latere del maxi-processo non è una persona che prende una decisione del genere senza le necessarie precauzioni politiche e senza avere la certezza sulla qualità delle candidature che dovranno sostenerlo in una terra piena di trappole. Anche perchè si tratterebbe di guidare una coalizione enorme di partiti e di liste civiche. Tra queste ci sarà sicuramente la lista dei sindaci su cui sta lavorando Orlando e quella di Salvatore Cardinale (Sicilia Futura, accreditata attorno all' 8%) che già pone qualche paletto.

     

    SALVATORE CARDINALE SALVATORE CARDINALE

    «Non ci può essere una candidatura calata dall' alto. Grasso dovrebbe essere il portabandiera di tutti, un candidato aperto, che dialoga. Non come è successo con Crocetta che per parlarci avevi bisogno di un avvocato cassazionista», avverte l' ex ministro. Già, quale sarà e il ruolo di Crocetta? Il governatore uscente, sopravvissuto a mille tempeste, ha dovuto cambiare una trentina di assessori, lasciandosi dietro le macerie della sua coalizione.

    Rosario Crocetta Rosario Crocetta

     

    Alfano vuole vederci chiaro nell' operazione Grasso (con Renzi non si parla) e anche dentro il Pd c' è chi storce il naso. Intanto il sottosegretario renziano Davide Faraone, intenzionato a candidarsi alla presidenza, ha dovuto accettare di mettersi da parte nel momento in cui Renzi ha scelto Grasso. Poi ci sono i potenti del voto come Antonello Cracolici che teme di non poter piazzare le sue candidature.

     

    Timore che un po' tutti hanno di fronte ad una personalità come Grasso che vorrà il pieno controllo sulle liste e chiederà un sostanziale rinnovamento. Chi non ha dubbi di alcun tipo è Pierluigi Bersani: fu lui a voler candidare nel Pd Grasso e a farlo eleggere alla seconda carica dello Stato.

     

    Piero Grasso e Angelino Alfano Piero Grasso e Angelino Alfano

    «Certo - spiega Raciti - non sarà tutto rose e fiori, ma una cosa è certa: di fronte al nome di Grasso, sempre che lui accetti, nessuno potrà dire di no. Sarebbe un suicidio. Già con i numeri che abbiamo siamo attorno al 38%. Con Grasso potremmo superare il 40%. È chiaro che i 5 Stelle stanno tremando. Solo una cosa mi permetto di suggerire al presidente del Senato - aggiunge il segretario del Pd siciliano - di fare presto a decidere perché si vota a novembre».

    Guarda la fotogallery


    ultimi Dagoreport