ALDO GRASSO
Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
Il covercianese, cos' è il covercianese?
Per seguire le partite di calcio ormai ci vuole il vocabolario. Anzi, il più delle volte, non serve neanche quello. Rischia di ingannare: leggi che «inerzia» significa una certa cosa ma nelle telecronache viene usata in un altro senso. Abbiamo già parlato di come il calcio influenzi il linguaggio comune introducendo termini stranieri intraducibili come cross, tackle, forcing, sprint, tie-break, volée, assist.
O come questi stessi forestierismi vengano utilizzati poi come radici di verbi: crossare, stoppare, dribblare, dopare. Per molti versi, la telecronaca può dunque definirsi un linguaggio settoriale. Infatti, molti settori, come la fisica, la biologia, la linguistica, la giurisprudenza, l' informatica, l' economia, lo sport, ecc., utilizzano uno specifico vocabolario tecnico, più o meno rigoroso, più o meno rigidamente codificato.
PIZZUL MARTELLINI
Sappiamo che una parte del lessico circolante nei linguaggi settoriali è entrato nella lingua comune, grazie a un continuo rapporto di osmosi, e può essere utilizzato anche in ambiti diversi. Ormai molti italiani sanno cosa vuol dire «ripartenza», «alzare il baricentro», «piede a martello» o cose del genere. Per non parlare, è il caso di dirlo, di «discesa in campo», «squadra di governo», o «giocare di rimessa».
Però ora stiamo assistendo a una fase nuova o, se volete, a una sorta di involuzione linguistica. Da linguaggio settoriale, alcune telecronache regrediscono a gergo professionale e di mestiere. Tutta colpa di Coverciano.
A Coverciano, infatti, c' è la famosa Scuola allenatori che rappresenta il massimo livello riconosciuto dalla Figc in materia di formazione tecnica. Al termine delle lezioni, infatti, il superamento degli esami assicura l' abilitazione per condurre qualsiasi squadra, incluse quelle di Serie A e Serie B. Chiaramente, a Coverciano, fra gli addetti ai lavori si parla il covercianese, fa parte del tirocinio formativo. Altrimenti non si spiegherebbero alcune locuzioni di difficile interpretazione. Quasi sempre a pronunciarle sono le cosiddette «seconde voci», cioè gli ex calciatori che hanno frequentato il Super Corso di Coverciano che ora affiancano il telecronista in veste di esperti.
fabio caressa sky sport
Grazie all' aiuto delle immagini, capita che si riesca ad aver una sorta di traduzione in simultanea, ma non sempre. Quando il telecronista e il commentatore si riempiono la bocca con espressioni del tipo «rotazione del tridente di centrocampo», «una scolastica distribuzione», «piede educato», un po' ci si raccapezza: i tre di centrocampo si scambiano la posizione, i passaggi sono sempre molto lineari e prevedibili, il tiro è preciso.
Mi è più difficile capire chi sia il «facilitatore di gioco», o perché il giocatore sia andato «a occupare la linea di passaggio», o chi debba «attaccare lo spazio», o chi segue l' azione «a rimorchio» (ci vorrebbe Achille Campanile per sventrare queste frasi e traghettarle nel regno del fraintendimento, cioè dell' assurdo).
ADANI
Ci sono tre parole del covercianese che agitano i miei sogni di spettatore. La prima è «inerzia». Fateci caso, è scoppiata una moda: non c' è telecronista che non s' imbarchi in frasi del tipo «è cambiata l' inerzia della partita», «l' ingresso in campo di XY ha cambiato l' inerzia della partita» o cose del genere. Tuttavia, i principali dizionari della lingua italiana ci spiegano che «inerzia» significa stato d' inazione, d' inoperosità, di quiete, d' immobilità: inattività fisica o mentale (giocatori fermi a centrocampo?). A sentire i telecronisti invece pare che questa inerzia indichi moto, una sorta di forza esterna che spinge in avanti una squadra. Forse vogliono dire «forza d' inerzia» (andare avanti senza che nulla ostacoli il movimento), ma nella parola «inerzia» c' è un' evidente punta di amarezza che contrasta con la baldanza del gioco.
La seconda è «prospetto». Cito lo Zingarelli 2017, che sta molto attento ai cambiamenti della lingua: «Prospetto 1) rappresentazione grafica in proiezione ortogonale verticale delle parti in vista di una costruzione 2) veduta di ciò che sta davanti a chi parla 3) ciò che sta di fronte 4) tabella, specchietto riassuntivo. Nessuno dei significati suggeriti dal vocabolario si avvicina a ciò che in covercianese significa «prospetto», cioè calciatore giovane di buona prospettiva, che lascia intravedere possibilità di futuri e positivi sviluppi.
daniele adani e massimo marianella alla festa sky
Forse deriva dall' inglese «prospect» che vuol anche dire «promessa». Ma chi è stato a tradurlo, Renzo Ulivieri?
La terza è «scarico». Inteso come sostantivo (come aggettivo sarebbe facile, un giocatore scarico), la parola indica l' operazione dello scaricare, cioè del togliere un peso, un carico dal veicolo su cui era stato posto. Significa anche riversarsi delle acque contenute in un lago, in un fiume, in un canale, e simili, in un diverso bacino idrografico o in un altro luogo di deposito. Ma in covercianese che vuol dire? Ho qualche incertezza. Azzardo «passaggio all' indietro» o «retropassaggio».
FABIO CAPELLO
Leggo in una pubblicazione di settore: «Per quanto concerne le regole di gioco cosa deve fare chi effettua il retropassaggio? Se effettua un passaggio di scarico egli deve andare in posizione opposta verso quella cui ha passato la palla con l' obiettivo di creare spazio in zona palla…». La realtà della lingua italiana è molto complicata, e l' opposizione manichea giusto/sbagliato in lingua non regge.
Alla «legittimazione» di un significato concorre più d' ogni cosa l' Uso (Alessandro Manzoni lo scriveva con lettera maiuscola). L' uso la fa sempre da padrone. È capitato più volte che nella storia della nostra lingua sia stato l' uso «errato» a imporsi, ad attecchire e diventare dopo un po' accettabile, quand' è comprovato dalla continua ripetizione. Sarà così anche per il covercianese? Useremo inerzia per dire movimento?
ADANI FABIO CARESSA