Estratto dell'articolo di Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”
Si finisce sempre per rimpiangere quello che non c’è più, come se il presente non fosse mai all’altezza del passato. Seguendo i programmi televisivi, pare sia così.
ALDO GRASSO
Domenica, Lucia Annunziata si è accomiatata dal suo pubblico
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Non è un mistero che non abbia mai amato la tv di Annunziata: troppo ideologica, troppo indisponente. Con alcuni ospiti si mostrava arcigna, con altri mammola. Non mi piace il suo stile di scrittura e di esposizione (ma è solo una questione di gusto, colpa mia), non mi piace quel suo essere costantemente di «lotta e di governo», dalla militanza «scatenata» (è un suo aggettivo) ai giornali più importanti, dalla direzione del Tg3 alla presidenza della Rai (dunque conosceva le logiche dello spoils system). Dopo la presidenza, è rimasta in Rai con un programma «Mezz’ora in più» e non mi è parsa una cosa molto elegante (stessa strada sarà poi seguita da Monica Maggioni).
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È direttrice responsabile di «Aspenia», la rivista di Aspen Institute Italia e per un certo periodo, ha anche diretto «Oil», una rivista dell’Eni, e l’«Huffington Post Italia» (poi ribattezzato «HuffPost Italia»).
Ha litigato ferocemente con Silvio Berlusconi, con Michele Santoro (con il vecchio sodale ha sempre avuto ragione lei), con Renato Brunetta, con Romano Prodi. Segno di carattere, in un momento in cui molti conduttori tv (maschile sovraesteso) dimostrano di averne poco. Le avevano rinnovato il programma ma non se l’è sentita di essere una «giornalista per tutte le stagioni», e questo le fa onore.
bianca berlinguer
Per squallidi motivi di audience e per accontentare tutti, ci sono conduttori che invitano presunti analisti, portatori di tesi aberranti ma buoni per la rissa televisiva e per dibattiti incomprensibili. Lei non l’ha mai fatto. Sugli argomenti affrontati ha sempre dimostrato preparazione. Finirà che dovrò umilmente rimpiangere Lucia Annunziata.
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