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    PAVARUTTINO PER SEMPRE - ALDO GRASSO: “MA ERA UN OMAGGIO A PAVAROTTI O AL BRAND “PAVAROTTI” DI NICOLETTA MANTOVANI? UN VERO OMAGGIO AL MAESTRO SI SAREBBE POTUTO FARE SOLO CON LE TECHE RAI MA NON SAREBBE STATO UN PROGRAMMA DA PRIMA SERATA. MEGLIO SACRIFICARE IL CANTANTE LIRICO E INSISTERE SUL KITSCH'' - VIDEO


     
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    Aldo Grasso per il Corriere della Sera

     

    NICOLETTA MANTOVANI CON FIGLIA E NIPOTE DI PAVAROTTI NICOLETTA MANTOVANI CON FIGLIA E NIPOTE DI PAVAROTTI

    Pavarotti contizzato: peggio di una damnatio memoriae. Quando si decide di fare un programma nell' anniversario della morte, ci sono cose che andrebbero messe in conto. Che immagine vogliamo dare del maestro Luciano Pavarotti? Del cantante lirico, del tenore la cui bellezza del timbro era unica e inconfondibile? Oppure della star internazionale, prigioniera dei manti da parata, della vanità, dei duetti con i cantanti rock? Le due cose insieme, probabilmente.

     

    Forti di un teorema: se l' icona di Pavarotti va in tv diventa tv. Ed è proprio questo che sembra infastidire - dicono loro - i criticoni. I quali si ostinano a non capire che la tv ha un suo linguaggio, una grammatica propria, nonché un pubblico proprio. Tutto vero, tutto giusto. Ma qui si vuol proprio discutere della pochezza grammaticale (ammesso che la tv abbia una grammatica) di «Pavarotti, un' emozione per sempre» (Rai1, mercoledì, ore 20.32).

    ALDO GRASSO ALDO GRASSO

     

    Se si mettono assieme l' Arena di Verona, la conduzione di Carlo Conti, l' abuso dei duetti virtuali, i fischiatissimi marmocchi de Il Volo, l' imbarazzante Ramazzotti, la noiosa intervista a Ron Howard, le scontate partecipazioni di Rigoberta Menchu, Alex Del Piero e di Fabio Fazio (perché non l' ha condotta lui la serata?), il rappresentante dell' Agenzia Onu per i Rifugiati, l' ennesimo racconto di Zucchero sulla nascita di «Miserere», il maestro Piovani, i video messaggi degli artisti assenti, la contaminazione dei generi come scoperta d' avanguardia, ebbene tutto diventa strabocchevole.

     

    Un vero omaggio al maestro si sarebbe potuto fare solo con le teche Rai. Ma non sarebbe stato un programma da prima serata. Meglio sacrificare il cantante lirico e insistere sul kitsch, l' ideale estetico a portata di mano che ci affratella, su Pavarotti che diventa il monumento mediatico del pavarottismo. Alla fine uno si chiede: ma era un omaggio a Pavarotti o al brand «Pavarotti» di Nicoletta Mantovani?

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