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    VASCO, VADO AL MAX! – ALDO GRASSO SUL LIBRO DI MASSIMILIANO PARENTE: “UN SORPRENDENTE ATTO D’AMORE NEI CONFRONTI DI VASCO ROSSI, TANTO PIÙ SORPRENDENTE QUANTO PIÙ L’AUTORE HA FAMA DI SCRITTORE MAUDIT, IRRIVERENTE” – “L’UFFICIO STAMPA DI VASCO CHE LO TRATTA COME UN QUESTUANTE È LA PERFETTA CONTINUAZIONE DEL LIBRO, E LA LETTERA APERTA CHE GLI HA INDIRIZZATO PARENTE SU DAGOSPIA…”


     
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    Quando sognavo di rapire Vasco Rossi

    Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”

     

    MASSIMILIANO PARENTE PARENTE DI VASCO MASSIMILIANO PARENTE PARENTE DI VASCO

    «Non posso fare a meno di Parente, delle sue opere, del suo pensiero, dice Vasco in un' intervista che ha rilasciato al Tg1, a Vincenzo Mollica. Com' è carino, ogni volta mi emoziono. Non ho mai capito perché si facciano intervistare tutti da Vincenzo Mollica, e Vincenzo Mollica intervista tutti nello stesso modo, come se intervistasse sempre il migliore di tutti. Intervista Vasco e sembra un fan di Vasco, intervista Celentano e sembra un fan di Celentano, intervista Baglioni e sembra un fan di Baglioni. Mentre se sei un fan di Vasco non puoi esserlo di Baglioni né di Celentano. Io se fossi Vasco avrei detto a Mollica di andarsene affanculo e andare a intervistare Baglioni e Celentano».

     

    massimiliano parente massimiliano parente

    Un attacco così non può che promettere buone cose. E infatti Parente di Vasco di Massimiliano Parente (La nave di Teseo, pagine 108, e 16) è un sorprendente atto d' amore nei confronti di Vasco Rossi. Tanto più sorprendente quanto più l' autore ha fama di scrittore maudit , irriverente, poco avvezzo alle glorificazioni. Da cosa nascono, dunque, l' amicizia, la confidenza, la consuetudine fra cantante e scrittore? Da un delizioso artificio letterario: «Era solo un sogno».

     

    vasco rossi vanity fair 8 vasco rossi vanity fair 8

    Il protagonista del romanzo si chiama casualmente Massimiliano Parente e ha una voglia matta di conoscere la sua rockstar preferita, Vasco Rossi. Anzi è convinto che Vasco non aspetti altro, desideroso com' è di frequentare il suo fan più devoto, di scambiare con lui idee e opinioni e di condividere sentimenti e sensazioni: un sodalizio di discorsi e di bevute. Il libro diventa così un sogno a occhi aperti, un' avventura tragicomica piena di gin tonic, di tentativi di rapina, di musica che si fa parola.

    parente parente

     

    Difficile che una rockstar riceva un omaggio così raffinato, così totale (ogni capitolo è una canzone di Vasco), così appassionato. Eppure è successo un episodio che è la perfetta continuazione del libro. Pare che l' ufficio stampa di Vasco, non capendo nulla del libro (grave per chi fa questo mestiere), abbia trattato Parente come un questuante, un nano che vuol salire sulle spalle del gigante per avere il suo quarto d' ora di visibilità. Così Parente gli ha indirizzato su Dagospia una lettera aperta che molti hanno appeso al muro, come un trofeo, una vendetta tanto attesa.

     

    TANIA SACHS TANIA SACHS

    Ci sono almeno tre motivi per cui questo libro, che si legge tutto d' un fiato, riesce a offrirsi come un amalgama esemplare di poesia e affabulazione. Al primo, abbiamo già accennato: è una formidabile esegesi delle canzoni di Vasco sotto forma di racconto. A Parente Vasco piace perché nella semplicità dei suoi testi, del suo pensiero, non c' è mai niente di consolatorio, di metafisico rispetto alla vita di cui parlano i vitalisti.

     

    aldo grasso aldo grasso

    UFFICIO STAMPA DEL BLASCO TANIA SACHS FOTO ANDREA ARRIGA UFFICIO STAMPA DEL BLASCO TANIA SACHS FOTO ANDREA ARRIGA

    Nella finzione, Parente vuole rapire Vasco per dargli ancora più strumenti per comprendere la realtà, che lui ha comunque intuito. Il secondo: Parente di Vasco ha momenti d' inaspettata confessione venata di filosofia vascorossiana: «Nelle mie opere sono interessante, odioso ma interessante, come persona non sono niente di speciale, anche se a volte posso risultare simpatico, ma soltanto perché sapendo che risulterei antipatico mi sforzo di risultare simpatico perché io, fuori dai miei libri, fuori da quello che scrivo, non sono niente, sono una persona che non significa niente». Il terzo è il più struggente: il racconto della morte del padre dell' autore è di rara delicatezza ed emotività, a riprova che solo nella vera letteratura c' è sincerità.

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