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    “GRAZIE MACRON, MA NON FARÒ IL MINISTRO”, IL PRESIDENTE FRANCESE INCASSA IL NO DEL LEADER STORICO DELLA SINISTRA RADICAL COHN-BENDIT – “ABBIAMO DECISO INSIEME CHE LA MIA NOMINA NON SAREBBE STATA UNA BUONA IDEA” – MACRON DEVE RIMPIAZZARE HULOT CHE HA LASCIATO PER DISSIDI SULL' AMBIENTE


     
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    Marina Valensise per il Messaggero

     

     

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    Sarò durata l' espace d' un matin l' ipotesi di nominare Daniel Cohn-Bendit Ministro dell' Ecologia, dandogli la poltrona abbandonata da Nicolas Hulot, dopo le dimissioni a sorpresa per dissensi e incompatibilità di carattere col presidente francese Emmanuel Macron. Dany il rosso, l' ex eurodeputato franco-tedesco, leader carismatico della sinistra libertaria e radical chic, famoso sin dal Maggio 68, quando era il primo a occupare le aule della Sorbona e ad alzare le barricate del Quartiere latino, ha declinato l' idea. Ieri pomeriggio, dopo un colloquio col presidente della Repubblica, è uscito dall' Eliseo ed è andato subito in Tv per spiegare urbi et orbi che il suo però non è stato un rifiuto di entrare a far parte del governo, non è un no a Emmanuel Macron, il presidente eletto due anni fa anche grazie ai voti, bensì il risultato di una scelta condivisa.

     

    «Abbiamo deciso di comune accordo che non sarò ministro. Dopo aver analizzato insieme l' idea, abbiamo deciso che è una falsa buona idea. Il Presidente mi ha detto: se sei ministro, perdi la tua personalità, non hai più libertà. E' questo che vuoi?».

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    Durante tutto il fine settimana era circolata la voce, messa in giro da lui stesso, che Dany il rosso non avesse voglia di diventare ministro, ma che volesse sostenere Macron. Nel corso del colloquio all' Eliseo, avvertono le male lingue, Cohn-Bendit avrà spiegato al presidente come avrebbe dovuto governare, la qual cosa avrà segnato il ritiro sul nascere del suo incarico. E dire che molti erano pronti a scommettere sul suo ingresso nel governo.

     

    Europeista, ambientalista, militante di lungo corso, sempre molto popolare sia fra le fila della sinistra libertaria sia fra quelle della destra riformista, nonostante la deriva pedofila di qualche anno fa, che lo spinse a difendere pubblicamente i giochini erotici coi bambini di cinque anni, cosa che gli è valsa l' attuale ostracismo fra i democristiani alla Bayrou e persino una denuncia penale nella cattolica Polonia, Cohn-Bendit poteva sembrare l' unico sostituto possibile di Nicolas Hulot, la star dell' ecologia e dell' ambientalismo, con un passato in tv e un presente di assoluto rigore, che con Macron in realtà non si è mai trovato.

    EMMANUEL MACRON NICOLAS HULOT EMMANUEL MACRON NICOLAS HULOT

     

    E infatti dopo l' ennesimo affronto, (seguito al mancato divieto del glisolfato in agricoltura, al rinvio della proibizione di estrarre idrocarburi, e subìto in materia venatoria), quando il governo ha deciso di dimezzare il prezzo delle licenze di caccia e il lobbista dei cacciatori ha ottenuto un incarico ufficiale all' Eliseo, Hulot ha deciso di piantarlo in asso.

     

    Cohn-Bendit poteva essere la bandiera europeista per rilanciare la mobilitazione permanente, un simbolo per riqualificare la partecipazione in un momento di stanca. Ministro della Transizione ecologica poteva diventare il jolly con cui ridare fiato a un governo in difficoltà. Per Macron, oggi al minimo dei consensi, gli ultimi sondaggi infatti sono inclementi: lo inchiodano al 30 per cento della popolarità. E persino i suoi collaboratori più fedeli come l' economista Jean Pisani Ferry, artefice del programma con cui l' outsider di En Marche due anni vinse le elezioni, oggi invocano una svolta quando invitano il presidente Jupitérien a scendere dall' Olimpo per diventare più umano e fare scelte più coraggiose.

     

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    Ma imbarcare un libertario un po' guascone come Cohn Bendit, più propenso a discutere di idee che a misurarsi con la gestione effettiva del potere, poteva tradursi in un rischio politico. E Cohn-Bendit dev' essersene reso conto di persona, per ammettere candidamente: Se fare il ministro vuol dire tenere delle conferenze stampa, lo posso anche fare, tutti i giorni, a tutte le ore del giorno, e in tutte le lingue. Da generoso militante, l' ex eurodeputato dei Verdi ha cercato di risolvere il delicato problema del rimpasto indicando un altro nome come Ministro dell' ecologia.

     

    Si tratta di Pascal Canfin, ex eurodeputato dei Verdi, Sarebbe la scelta migliore ha detto Cohn-Bendit. Ha una dimensione europea, è un vero ecologista e ha esperienza. E intanto di suo ha promesso un sostegno indefettibile a Macron e al partito europeista, in vista delle elezioni del prossimo maggio per il Parlamento europeo.

     

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