1 - DI BATTISTA SE NE VA, CONTE SI PREPARA COSÌ GRILLO VUOLE LANCIARE L'EX PREMIER
Ilario Lombardo Luca Monticelli per "la Stampa"
giuseppe conte beppe grillo luigi di maio 1
La mutazione genetica dei 5 stelle si sta per compiere. Il leader movimentista che otto anni fa guidava la protesta sul tetto della Camera se ne va, ma a scaldare i cuori dei militanti potrebbe arrivare il "federatore dei riformisti". Alessandro Di Battista lascia sbattendo la porta e non risulta più iscritto al Movimento. Chi invece sembra pronto a entrare a pieno titolo nel rassemblement grillino è Giuseppe Conte. Un indizio è arrivato domenica da Luigi Di Maio che durante una diretta Facebook aveva detto: «Con Conte è un arrivederci. Spero che il Movimento lo possa accogliere al più presto», parole che avevano colpito tanti pentastellati.
ALESSANDRO DI BATTISTA
Nelle ultime ore nei 5 stelle si segnalano una serie di interlocuzioni con Beppe Grillo per istituire una nuova figura pensata appositamente per l'ex premier. Avverrebbe attraverso una modifica ad hoc dello Statuto.
I parlamentari che si sono messi in contatto con l' avvocato pugliese sono molti, così come i big che stanno spingendo perché lui prenda la guida del Movimento. Quale potrebbe essere dunque il ruolo pensato per Conte? Le ipotesi in campo sono due. La prima prevede una carica esterna rispetto al futuro comitato dei cinque che segnerebbe una sorta di leadership per l'ex inquilino di Palazzo Chigi, considerato l' ideale raccordo con i potenziali alleati del Pd e di Leu.
BEPPE GRILLO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO
Il secondo scenario vede Conte interno al direttorio come primus inter pares. Il nuovo statuto del M5s sarà comunque modificato indipendentemente dalla decisione che verrà presa. Infatti, "il primo fra uguali" è stabilito che sia a rotazione e gli avvocati hanno fatto sapere ai vertici che nell' attuale organizzazione giuridica ci sono vuoti normativi da sanare.
Sui possibili componenti del comitato si fanno diversi nomi. Di Maio non ha ancora sciolto la riserva, ma fonti a lui vicine sostengono che non entrerà perché «ha già dato» da capo politico. Secondo le regole allo studio a far parte del direttorio dovrebbero essere due membri di governo, due del parlamento e uno degli enti locali. Tra i papabili ci sono Alfonso Bonafede, Virginia Raggi, Lucia Azzolina, Fabio Massimo Castaldo e Danilo Toninelli.
ALFONSO BONAFEDE
Le faq del Blog spiegano che «non possono avanzare la propria candidatura gli iscritti che siano sottoposti ad un procedimento disciplinare o che abbiano subito la sanzione, eventualmente anche in via cautelare, della sospensione».
Rischiano perciò Dino Giarrusso, l'ex iena eletta a Bruxelles, uno dei più amati sui social dal popolo dei 5s, e Paola Taverna. Giarrusso era finito nel mirino qualche mese fa per i suoi rapporti con i lobbysti del British American Tobacco mentre Taverna è accusata da alcuni deputati di non aver restituito l' indennità (lei sostiene di averla data in beneficenza), trasgredendo il regolamento.
grillo di battista lezzi
La misura sui procedimenti pendenti è stata inserita per evitare che i 41 espulsi per aver votato contro alla fiducia al governo Draghi - Barbara Lezzi e Nicola Morra su tutti - possano candidarsi. Su questo fronte, peraltro, la battaglia dentro il Movimento si allunga. I parlamentari epurati, in blocco, hanno annunciato una class action. E alla luce dei ricorsi in Tribunale Raffaella Andreola, componente del Collegio dei probiviri, ha confermato di non voler firmare l' espulsione. Intanto, a Montecitorio è pronto il gruppo dei dissidenti, si chiamerà: "L' alternativa c' è". Al Senato si attende l' intesa con Italia dei valori sul simbolo per creare la componente nel Misto.
2 - LE PRESSIONI DEI BIG SU CONTE PER UN RUOLO NEL MOVIMENTO LUI ASPETTA IL MOMENTO GIUSTO
Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera"
giuseppe conte beppe grillo luigi di maio
Esserci e non esserci, sparire e riapparire. Aspettare il momento giusto, mantenendo un profilo «istituzionale e rispettoso» del nuovo governo e poi tornare sulla scena. Da leader del Movimento 5 Stelle, da federatore di un'alleanza con il Pd, oppure alla guida di un listone civico nazionale ispirato al suo nome e al suo stile di governo. Giuseppe Conte non sembra avere fretta e anche se l'avesse sarebbe costretto ad attendere che il terremoto scatenato da Matteo Renzi finisca di generare scosse sul sistema politico.
NICOLA MORRA GIUSEPPE CONTE
L'epicentro è nei 5 Stelle ed è dalla ricomposizione del Movimento che dipende, in gran parte, il futuro dell' ex presidente del Consiglio, che il primo marzo tornerà a insegnare Diritto a Firenze. Le lodi che Luigi Di Maio gli ha tributato due giorni fa non sono passate inosservate tra i deputati e senatori nostalgici.
Il ministro degli Esteri ha ringraziato Conte «per la signorilità con cui ha gestito anche l'uscita di scena» e si è augurato che il Movimento «lo possa accogliere a braccia aperte il prima possibile, perché è una grande risorsa per il Paese e incarna i nostri valori». Troppo, per pensare che siano solo parole di circostanza. Sembra infatti che i rapporti tra l'ex leader dei 5 Stelle e il giurista pugliese non siano più improntati alla conflittualità di un tempo, ma anzi che ci sia tra i due un patto di collaborazione, destinato a durare almeno fino a quando il M5S non sarà uscito dalla tremenda crisi innescata dall' ingresso nel governo Draghi.
conte casalino
Un' altra apertura significativa nei confronti di Conte è arrivata sul Fatto Quotidiano da Alfonso Bonafede. L'ex ministro della Giustizia ha definito «positiva» l' esperienza del governo giallorosso e ha unito il destino dei 5 Stelle con quello dell' avvocato degli italiani: «Il futuro del M5S non potrà che essere intrecciato a quello di Conte». Il problema è sempre lo stesso: il come.
La burrascosa transizione del Movimento, che ha visto in questi giorni il doloroso addio di Alessandro Di Battista e l'espulsione di 41 parlamentari che hanno votato in dissenso dai gruppi, deve ancora passare attraverso la scelta del Comitato direttivo, composto da 5 membri ed eletto dagli iscritti attraverso la piattaforma Rousseau. La consultazione non si terrà prima di un mese e dunque è pressoché impossibile prevedere chi ne farà parte.
conte e casalino
L'idea dei «contiani» è che il professore di Volturara Appula potrà entrare nel Movimento se il Comitato sancirà la vittoria dei moderati. C'è chi ritiene possibile la partecipazione dello stesso Conte alla corsa, magari per puntare alla presidenza del direttivo e chi invece medita sulla possibilità di modificare lo Statuto per ritagliare all' ex premier un ruolo «all' altezza per lui», di leader o padre nobile. Rocco Casalino, che da portavoce di Palazzo Chigi è tornato attivista del Movimento, si augura che «Conte ci venga a dare una mano, perché lui pensa al bene comune».
Conte Casalino
Una mano a Conte potrebbe darla il Pd, offrendogli di candidarsi nel seggio di Siena lasciato libero da Pier Carlo Padoan alla Camera. L'idea ha fatto arrabbiare tanti tra i dem, ma non è escluso che Nicola Zingaretti trovi il modo di riproporla, quando sarà il momento. Goffredo Bettini a Radio Immagina sottolinea che Conte ha «grande popolarità, ha un feeling con il Paese» e non lascerà campo libero alla destra. Potrebbe prendere un'iniziativa autonoma e «creare una forza rivolta ai giovani, alle forze dinamiche e moderate e ai temi ambientalisti». Conte osserva, studia le prossime mosse e aspetta, convinto che il momento giusto arriverà. «È solo questione di tempo».