1 - IL FONDATORE COSTRETTO AD ESSERE "ONNIPRESENTE"
Mario Ajello per “il Messaggero”
grillo raggi
Della serie: non vi libererete mai di me. Non che lui voglia essere l'Onnipresente. Gli bastava fungere da Fondatore e da Elevato ma la creatura pasticciona che inventò a suo tempo finisce sempre per dover ricorrere a lui. Come unico leader possibile. E' terrorizzato adesso dai guai giudiziari e dagli esborsi finanziari che l'ennesima vicenda stellata può comportare sulla sua persona.
LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - GIUSEPPE CONTE
E se in un famoso spettacolo Beppe mangiava in scena i grilli fritti, adesso sono i grilli fritti che sembrano mangiare lui. Costringendolo a fare il capo riluttante. Lui lo sta facendo anche spietatamente. Ha assestato in queste ore due colpi micidiali a Conte. Il primo ordinando a tutti il «silenzio»: e il presidente temporaneamente decaduto non può fare il giro dei talk show.
Il secondo: «Non si possono prendere decisioni avventate», ha detto. Ovvero: caro Giuseppi, non puoi convocare il popolo web a votare subito la tua reinvestitura, serve tempo per ragionarci su... Il tempo per cuocere Conte. Pensava di potersi dedicare ai suoi ozi fanta-ecologici e ai guai giudiziari del figlio, ma il movimento che non sa camminare da solo ha bisogno delle sue frustate. Sempre più stanche e demotivate.
virginia raggi giuseppe conte
2 - UN TICKET CON VIRGINIA IL PROGETTO DEI DIMAIANI
Mario Ajello per “il Messaggero”
È stata di gran lunga la più votata nel comitato di garanzia dei 5 stelle pochi mesi fa. Doppiando Fico e Di Maio. E' la beniamina delle folle stellate. Non le si addice la panchina. E nel marasma un ruolo non secondario la aspetta.
virginia raggi luigi di maio
Virginia è anti-contiana doc. Non ha mai perdonato all'ex premier il debole appoggio politico che le ha dato nella campagna elettorale per il bis al Campidoglio e, peggio ancora, la sua assenza al momento del tracollo: la lasciò sola Giuseppi e andò a festeggiare a Napoli la vittoria di Manfredi.
VIRGINIA RAGGI GIUSEPPE CONTE
La Raggi è adorata da Grillo, ha ottimi rapporti con l'amico Dibba e buona relazione (dopo periodi di freddo al tempo della sua sindacatura) con Di Maio. Quando si voterà il nuovo assetto, gli attivisti a colpi di clic la manderanno in uno dei posti di vertice del movimento. Con Chiara Appendino potrà essere la carta di Grillo per un nuovo inizio e il trait d'union tra Beppe e Di Maio passando per Fico.
In un ritorno al futuro post-Conte, Virginia è vista insomma come una pietra preziosa. E' nel suo mondo una stra identitaria ma ha anche, al netto dei giudizi sul suo operato, governato una realtà importante come Roma. Ai dimaiani piacerebbe fare bottino pieno: una diarchia con Luigi regista e Virginia leader primaria sul campo sgombrato dalle ceneri di Giuseppi.
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