Claudio Tito per “la Repubblica”
Il voto sulla riforma costituzionale che riduce il numero dei parlamentari è un tassello. Fondamentale, ma un tassello. Di un mosaico più ampio che si sta componendo all' interno del Movimento 5Stelle.
grillo di maio
Un piano che porta dritto al depotenziamento di Luigi Di Maio e alle elezioni anticipate nella prossima primavera con un "election day" insieme al referendum confermativo.
Uno schema costruito dal fronte anti- giggino che dalle scorse europee sta diventando sempre più ampio.
Da Fico a Di Battista. Con l' avallo di Beppe Grillo, il sostanziale isolamento del capo politico dei pentastellati e la "protezione" della cosiddetta "vecchia guardia". Quella che in larga parte rischia di rimanere fuori dalle prossime competizioni per raggiunti limiti di mandati, ossia due.
RICCARDO FRACCARO - LUIGI DI MAIO - BEPPE GRILLO - STEFANO BUFFAGNI - ALFONSO BONAFEDE - PIETRO DETTORI - ALESSANDRO DI BATTISTA
Tutto nasce il 9 giugno scorso.
Nel faccia a faccia avuto con il "fondatore" del Movimento nella villa al mare a Bibbona, Di Maio ne esce con le ossa rotte. La richiesta dell' ex comico è inequivocabile: rompere subito con la Lega, anche a costo di andare alle elezioni. Su quella linea negli stessi giorni si schierano il presidente della Camera, l' ex "fratello" Di Battista e la maggior parte dei parlamentari grillini della prima ora.
«La Lega ci sta prosciugando - era il ragionamento che tutti facevano in quel momento -, più restiamo alleati di Salvini e più perdiamo voti».
L' incubo estinzione stava occupando l' azione di quasi tutti i pentastellati. E la rottura immediata veniva vista come l' unico strumento per conservare quel 17 per cento conquistato alle Europee.
DI MAIO GRILLO FICO
Il vicepresidente del consiglio grillino ha però alzato un muro. E ha provato a cambiare rotta nei rapporti con i lumbard. «Da adesso in poi - ripeteva nelle scorse settimane - possiamo e dobbiamo rispondere punto su punto a Salvini».
Quel «punto su punto», però, non è bastato. Gli ultimi due penosi casi migranti a Lampedusa e soprattutto lo scandalo "russo" che sta coinvolgendo il leader leghista ha rimesso in moto la macchina dell' opposizione a Di Maio. Un dispositivo difficilmente arrestabile. «In questo modo - sono i ragionamenti che sia Di Battista sia Fico stanno facendo con molti deputati e senatori - veniamo trascinati in fondo anche noi». Una analisi che si basa anche sui sondaggi che stanno arrivando settimanalmente a Palazzo Chigi.
beppe grillo con roberto fico e virginia raggi
Il Movimento 5Stelle non riesce a recuperare dalla batosta di maggio. Il calo è costante. Ma soprattutto si registra una totale assenza di iniziativa politica. Secondo gli italiani, nella sostanza, esistono al momento due fronti: quello di Salvini e, nonostante tutti i suoi deficit, quello del Pd. I grillini non sono pervenuti. Anche il bunker costruito negli ultimi mesi da Di Maio intorno alle due sindache, Virginia Raggi e Chiara Appendino, ha destato non poche perplessità. «Vuole far morire Sansone con tutti i filistei», è la paura manifestata in tutti i conciliaboli tra senatori e deputati del Movimento.
DI MAIO FICO GRILLO 1
E allora sta prendendo corpo tra i tanti dissidenti e insoddisfatti un disegno che fa perno sulla legge per la riduzione dei parlamentari. In particolare sull 'articolo 4 di quella riforma: «Le disposizioni si applicano a decorrere dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale e comunque non prima che siano decorsi sessanta giorni dalla predetta data di entrata in vigore».
Cosa vuol dire? Vuol dire che l' approvazione finale a Montecitorio ci sarà a settembre. Poi si dovranno aspettare tre mesi per la richiesta del referendum confermativo e poi almeno altri tre mesi per la sua eventuale celebrazione. Basta un quinto dei senatori, ossia il gruppo di Forza Italia, per la consultazione referendaria. E in questo modo, per l' entrata in vigore, si arriverebbe alla prossima primavera.
Ma perché la "vecchia guardia" dell' M5S si sta concentrando proprio su questo probabile appuntamento? Perché otterrebbe due risultati. O meglio un risultato e il rispetto di un "patto" che sempre più sta stringendo intorno a Fico, Di Battista e Grillo tutta la "vecchia guardia".
BEPPE GRILLO CON ROBERTA LOMBARDI
Il risultato consiste nel poter organizzare la campagna elettorale su un tradizionale cavallo di battaglia grillino: l' antipolitica, la riduzione dei parlamentari. Il Movimento è ormai svuotato dal punto di vista dei contenuti, sopraffatto dall' attivismo salviniano. L' unica arma che gli è rimasta sono i costi della politica.
Il "patto" da tutelare invece riguarda il tentativo di salvaguardare il "nocciolo duro" dell' M5S, l' ala ortodossa. I cui esponenti stanno svolgendo ora il secondo mandato: da Fico a Taverna, da Morra a Lombardi.
L' obiettivo è proprio il cosiddetto "ritorno alle origini" attraverso un Movimento che si ricompatti sull' originario gruppo dirigente e sulle tradizionali parole d' ordine. Riportandolo alla dimensione e alla natura di un partito di battaglia o di testimonianza. Più piccolo, ma più identitario. Per realizzare quell' intento, però, c' è bisogno di garantire un certo numero di rielezioni, ovviamente dopo aver modificato la regola del doppio mandato.
L' ultima riga della riforma costituzionale è una condicio sine qua non.
di maio con paola taverna
Se infatti l' attuale Parlamento viene sciolto entro due mesi dalla sua entrata in vigore (ossia entro maggio- giugno se si tiene il referendum, altrimenti entro febbraio) i seggi a disposizione saranno di nuovo 945 e non 600. Una boccata d' ossigeno per un partito che ormai ogni settimana perde voti e consensi. Altro che riorganizzazione territoriale del Movimento che ogni tanto la propaganda grillina offre come scalpo.
L' unico "big" a non essersi ancora schierato è Davide Casaleggio. Il suo silenzio però sta facendo preoccupare soprattutto Di Maio. E Giuseppe Conte .
PAOLA TAVERNA
Di Battista e Fico convinti che Salvini stia prosciugando il Movimento L' ipotesi della deroga per il terzo mandato.