Enrico Marro per il “Corriere della Sera”
le previsioni di gualtieri a meta marzo
Quando il governo ha presentato il decreto Cura Italia ha detto: «Nessuno perderà il lavoro per il coronavirus». Parole che ancora ieri il ministro dell' Economia, Roberto Gualtieri, ha ripetuto in Parlamento illustrando il Documento di economia e finanza, con l' aggiunta della promessa che «il sostegno al reddito dei lavoratori (dalla cassa integrazione al bonus per autonomi e professionisti, ndr.) sarà erogato finché ce ne sarà bisogno». Eppure nello stesso Def l' esecutivo stima che quest' anno gli occupati caleranno del 2,1%. Il che significa che si perderanno quasi mezzo milione di posti, calcolandoli sulla rilevazione delle forze di lavoro (gli occupati nel 2019 erano 23.360.000).
Roberto Gualtieri
Il calo, dice lo stesso Def, sarà del 2,2%, cioè di 560 mila posti di lavoro, se riferito all' aggregato di contabilità nazionale (occupati 2019 pari a 25,5 milioni) che include anche i lavoratori in nero. E si tratta di un impatto del coronavirus sul mercato del lavoro mitigato dagli ammortizzatori sociali. Infatti, l' Istat considera ancora occupati i lavoratori per i primi 3 mesi di cassa integrazione. La moria di posti si vedrà quindi nella seconda parte dell' anno, a meno che non resti in vigore il blocco dei licenziamenti varato col Cura Italia per due mesi.
conte gualtieri
Senza considerare gli ammortizzatori, si legge nel Def, «l' occupazione espressa in unità di lavoro equivalente», cioè a tempo pieno, e il monte ore lavorato in un anno crolleranno nel 2020 «rispettivamente del 6,5 e del 6,3%» sul 2019. Significa che non solo ci saranno meno occupati, ma che molti saranno costretti a passare dal tempo pieno al part time o da lavori stabili a precari. «Nonostante le rilevanti misure adottate a tutela dell' occupazione dipendente, la crisi colpirà inevitabilmente alcune tipologie di lavoro, in particolare quelle stagionali e quelle con contratti a termine». La situazione migliorerà nel 2021. «Il tasso di disoccupazione peggiora nel 2020 all' 11,6% (10% nel 2019) e recupera parzialmente all' 11% nel 2021», stima il Def.
Sono numeri pesanti. Basti pensare che dopo la crisi del 2007 avevamo perso in 5 anni, fino al 2013, un milione di occupati e ci abbiamo messo altri 4 anni per recuperarli. Ora in un solo anno si tornerebbe indietro di mezzo milione, senza contare che ancora non eravamo tornati ai livelli di ore annue lavorate pre crisi.
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Il numero di lavoratori per i quali le aziende hanno chiesto la cassa integrazione è senza precedenti: finora 7,3 milioni, ai quali andranno aggiunti quelli interessati alla cassa in deroga (possibile anche per le aziende con un solo dipendente), dove i dati affluiscono con ritardo dalle Regioni all' Inps. In pratica la cassa integrazione è già stata chiesta per un lavoratore dipendente su due.
Secondo il Cura Italia potrà durare al massimo 9 settimane, ma altre 9 verranno concesse con il decreto legge che il governo promette di approvare in settimana. Finire in cassa integrazione mantiene temporaneamente il posto di lavoro, nella speranza di tornare in azienda il prima possibile, ma intanto si subisce un calo del reddito perché la cig copre l' 80% della retribuzione ma fino a determinati tetti.
le previsioni di gualtieri a meta marzo
I Consulenti del lavoro hanno calcolato che un dipendente con una retribuzione di 1.324 euro netti perde 472 euro e prende così non più di 851 euro, a meno che non ci siano integrazioni della sua azienda. Il taglio sale in media a 646 euro al mese per le professioni tecniche e a 764 per quelle intellettuali e specialistiche.
Ai dipendenti in cassa si aggiungono i 4,3 milioni di autonomi, professionisti, cococo, stagionali dell' agricoltura e dello spettacolo che hanno chiesto il bonus da 600 euro (a 3,4 milioni è stato pagato).
In tutto, sono più di 11 milioni e mezzo i dipendenti e gli indipendenti che hanno chiesto un sostegno al reddito.
I settori più a rischio sono turismo, ristorazione, ferrovie, voli. In altri potrebbero crearsi opportunità, probabilmente temporanee (consegne e logistica, pulizie e sanificazioni, produzione dpi). Come quelle annunciate da E-work (somministrazione di lavoro), che ricerca «mille addetti al controllo accessi» per aziende.
Si occuperanno appunto di «controllo accessi, gestione code e misurazione della temperatura», con contratti «a tempo determinato, con possibilità di proroghe». Intanto, la Regione Veneto, che ha fatto un' indagine ad hoc, ha scoperto che tra il 23 febbraio e il 19 aprile sono andati persi 48-50 mila posti di lavoro. E rispetto allo stesso periodo del 2019 le assunzioni sono crollate da 106 mila a 42 mila.
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