Wanda Marra per il “Fatto quotidiano”
Si voterà domani pomeriggio l' emendamento al decreto Covid-19 di Stefano Ceccanti, deputato Pd e costituzionalista, per "parlamentarizzare" i Dpcm. Tradotto: la modifica vuole introdurre un parere preventivo del Parlamento, obbligatorio anche se non vincolante, con un tempo certo di una settimana.
roberto fico
A esprimersi a favore, oltre al Pd, a Iv e a Leu, potrebbe essere anche la Lega.
Mentre i Cinque Stelle stanno valutando. Spiega lo stesso Ceccanti che così "alcune criticità potrebbero essere prevenute dal Parlamento, senza che esso debba essere costretto ad intervenire ex post su altre fonti". Si tratta di una presa di posizione concreta rispetto alla richiesta di maggior coinvolgimento del Parlamento, che ormai arriva da più parti.
Ieri ad attaccare Giuseppe Conte è stata la presidente del Senato, Elisabetta Casellati: "Il Parlamento, che è il cuore della democrazia, è escluso dalle scelte future".
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Se Matteo Salvini e Giorgia Meloni protestano contro la gestione "centralizzata" del governo dall' inizio dell' emergenza, più passano le settimane, più il disagio si espande. Ieri la leader di Fratelli d' Italia è andata a manifestare di fronte a Palazzo Chigi per chiedere che la Fase 2 si voti in Parlamento. Attirandosi le critiche del leader del Carroccio per una scelta estrema in tempi di contagio.
Matteo Renzi va ripetendo in ogni sede possibile che l' esecutivo sta calpestando la Costituzione ("Trasformiamo l' ultimo Dpcm in un decreto e portiamolo in Parlamento", ha detto ieri a Repubblica).
A questo punto, nella maggioranza i dubbi sul modo di governare in questa Fase 2 della pandemia cominciano a farsi sentire.
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"Tutte le sollecitazioni ad un rigore in materia costituzionale sono importanti, ma credo che non siamo in presenza di violazioni della Costituzione", ha detto con la consueta prudenza, ma inserendo comunque un elemento di riflessione, il segretario del Pd Nicola Zingaretti. Stava rispondendo a una domanda sulle accuse di Renzi al governo Conte e alla richiesta di un commento sulle parole del presidente della Consulta Cartabia (che ha invitato a "un impegno corale, con l' attiva, leale collaborazione di tutte le Istituzioni, compresi Parlamento, Governo, Regioni, Giudici").
E dunque, domani si vota l' emendamento Ceccanti.
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"Abbiamo fatto la riunione della Commissione Affari costituzionali in sede referente - racconta lui - e alla fine ho spiegato la ratio del mio emendamento: l' obiettivo non è attaccare il governo, ma avere una procedura che passi in Parlamento".
Insieme a quello di Ceccanti, si voterà anche un emendamento di Italia viva analogo, analogo, presentato da Vito De Filippo. Nel frattempo, lunedì 67 deputati hanno presentato una lettera al presidente della Camera, Roberto Fico, sottolineando come l' Italia abbia bisogno di "un Parlamento nel pieno delle sue funzioni".
L' iniziativa è di 5 deputati di maggioranza - Alessandro Fusacchia (Misto), Paolo Lattanzio ( M5S ), Rossella Muroni (Leu), Erasmo Palazzotto (Leu), Lia Quartapelle (Pd). L' iniziativa nasce a un mese esatto dall' appello di 90 parlamentari sull' adozione di misure di lavoro agile e da remoto per il Parlamento, perché niente è cambiato. Come spiega la Quartapelle: "Il problema va affrontato. Si può votare in varie Aule, fare Commissioni da remoto. Ma non la situazione farsesca di questi giorni".
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