Viviana Mazza per il “Corriere della Sera”
ERDOGAN GULEN
«Non sono preoccupato. Gli Stati Uniti hanno difeso a lungo la tradizione dello Stato di diritto, e il risultato delle Presidenziali non influenzerà le loro decisioni», dice al Corriere Fethullah Gülen, il predicatore islamico che Erdogan accusa per il tentato golpe in Turchia.
Il settantacinquenne Gülen nega ogni responsabilità e, nella sua prima intervista a un giornale italiano, si dice sicuro che l' America lo proteggerà dalle richieste di estradizione di Ankara. Gülen vive dal 1999 in esilio auto-imposto ai piedi dei monti Pocono nella Pennsylvania rurale, tra campi di grano e vigneti, sostenitori redneck di Trump e contadini Amish, a due ore d'auto da New York.
turchia blitz polizia a istanbul per chiudere tv pro gulen 3
Veniamo ammessi nel suo compound di dieci ettari: vi sorgono otto-nove grandi case, che ospitano studenti del suo movimento religioso Hizmet («il servizio»), in un terreno alberato affacciato su un laghetto. L'accesso alla proprietà è chiuso, sorvegliato da una guardia armata e da telecamere ovunque: sugli alberi, i pali, le case.
La comunità è oggetto di pettegolezzi e vista con sospetto da alcuni abitanti del villaggio di Saylorsburg, che non ci sono mai entrati ma lo chiamano tra il serio e il faceto «il campo dei terroristi». Altri, come Howard Beers che per anni ha fatto lavori di costruzione nel compound, hanno un punto di vista diverso e partecipano alle cene del Ramadan, alle quali però non si vede mai Gülen. Il predicatore, citando i problemi di salute (diabete e alta pressione) accetta di rispondere alle nostre domande per iscritto.
GULEN
È preoccupato che gli Stati Uniti possano accettare la richiesta turca di estradizione? Teme che le elezioni Usa possano avere un peso su questa decisione? Chiederebbe asilo altrove?
«Finora il governo degli Stati Uniti non ha confermato di aver ricevuto una richiesta ufficiale di estradizione dal governo turco. È evidente che si tratta di una richiesta politicamente motivata e sono sicuro che i fatti lo dimostreranno. Ho più volte criticato il colpo di Stato e rifiuto con forza ogni accusa di un mio coinvolgimento. Le autorità del governo degli Stati Uniti hanno detto chiaramente che seguiranno le procedure legali nel rispetto della legge e del diritto. Non sono preoccupato e coopererò con le autorità americane».
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Lei e Erdogan eravate alleati una volta. Che cosa l'ha portata a fidarsi di lui? Se ne è pentito?
«Durante la campagna elettorale del 2002, il partito di Erdogan promise di portare avanti il tentativo di ingresso della Turchia nell'Unione Europea, di difendere i diritti umani e le libertà e di porre fine alla discriminazione dei cittadini sulla base della loro visione del mondo e appartenenza a gruppi sgraditi. Nessun altro partito portava avanti riforme democratiche e per l'ingresso nell'Ue quanto il partito di Erdogan.
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Durante il suo primo mandato, Erdogan applicò davvero alcune riforme democratiche e fu elogiato per questo dai leader europei. Ma sembra che, dopo essere rimasto al potere troppo a lungo, il presidente Erdogan e il suo partito siano stati affetti dal veleno del potere. Non mi pento di aver appoggiato le riforme democratiche. Se fosse stato un partito diverso a promuoverle, lo avrei sostenuto ugualmente. Adesso, col senno di poi, mi rendo conto di avergli dato troppa fiducia. Mi pento di aver creduto che fossero sinceri sulle cose che promettevano di portare a termine».
Lei ha milioni di seguaci. Non è possibile che alcuni di loro, anche senza la sua approvazione o a sua insaputa, abbiano orchestrato il colpo di Stato in Turchia?
Fethullah Gulen
«La mia posizione, i miei scritti, i miei discorsi, le mie idee, sono pubblici e chiari. In tutta la mia vita, sono stato vittima di colpi di Stato, ho sofferto durante i regimi militari, e ho criticato l' intervento dell' esercito nella politica locale. Se degli individui che leggono le mie opere o che ascoltano i miei discorsi o simpatizzano con le mie idee sono stati coinvolti nel colpo di Stato, allora quello che hanno fatto è un tradimento dei miei valori di base».
Qual è il futuro del suo movimento Hizmet, e quanto è importante la sua presenza in America?
ERDOGAN
«La caccia alle streghe di Erdogan ha visto un'accelerazione in Turchia dopo la globalizzazione del mio movimento Hizmet. Quando lui ha chiuso le porte ad attività come i festival culturali e linguistici, altri Paesi li hanno accolti. Quando Erdogan ha spinto gli ambasciatori turchi a fare pressioni sui rispettivi governi stranieri per chiudere le scuole create da membri di Hizmet, quei governi hanno rifiutato di farlo. Hizmet è nato in Turchia ma è abbracciato oggi da tutto il mondo, perché i suoi valori sono i valori condivisi dall'umanità.
Gli Stati Uniti sono uno dei Paesi che ha dato il benvenuto ai membri di Hizmet, ma non è assolutamente l'unico. Anche il vostro Paese, l' Italia ha accolto Hizmet. Infatti, nel 1998 ho incontrato Giovanni Paolo II e abbiamo scambiato le nostre idee su come promuovere la pace nel mondo usando la religione come strumento positivo. Da quello che capisco dai media, anche il vostro attuale Papa ha promosso tentativi validi per aumentare l' empatia e il rispetto reciproco tra i cittadini del mondo».
recep e bilal erdogan con la sorella sumeyye
Erdogan ha parlato della possibilità di istituire la pena di morte per punire i traditori. Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera dell' Unione Europea, ha detto che se lo farà, la possibilità di ingresso nell'Ue sarà fuori questione per la Turchia. Che cosa dovrebbe fare l'Ue per la Turchia? E per lei, signor Gülen?
«Ho appoggiato a lungo la richiesta di Ankara di ingresso dell' Unione Europea, che è stata una politica dello Stato per decenni. Credo che far parte dell' Ue sia il modo migliore per assicurare che la Turchia resti democratica e che i diritti e le libertà fondamentali siano protetti.
erdogan pollo
Se la Turchia diventasse uno Stato membro, questo potrebbe aiutare i gruppi oppressi nel Paese, assicurando che Erdogan rispetti i trattati firmati e le promesse che ha fatto. I Paesi europei sono il principale partner commerciale della Turchia. Il sistema finanziario turco è integrato con l' Europa e con il resto del mondo. L'Europa può influenzare la Turchia in modo positivo».