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    HAITI, DALLA PADELLA…AL “BARBECUE” - NEL PAESE CARAIBICO CONTINUA LA RIVOLTA DEI CLAN ARMATI, CAPEGGIATI DALL’EX POLIZIOTTO JIMMY CHERIZIER, CONOSCIUTO COL NOME “BARBECUE” – L’EX BRACCIO ARMATO DEL PRESIDENTE JUVENEL MOÏSE, ASSASSINATO TRE ANNI FA, GUIDA L'“ALLEANZA” DI BANDE CHE CONTROLLA OLTRE L’80% DELL’ISOLA - IL 46ENNE HA PROMESSO UNA “GUERRA CIVILE” SE IL PREMIER ARIEL HENRI, AL MOMENTO BLOCCATO A PORTORICO SOTTO LA PROTEZIONE DEGLI USA, NON SI DIMETTERA’: “ANDREMO DRITTI VERSO IL GENOCIDIO..."


     
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    Estratto dell’articolo di Sara Gandolfi per il “Corriere della Sera”

    jimmy cherizier detto barbecue jimmy cherizier detto barbecue

     

    Dicono che il soprannome Babekyou , barbecue in creolo, se lo sia guadagnato carbonizzando le sue vittime. Lui assicura che viene dall’infanzia, quando accompagnava la mamma a vendere pollo fritto in strada. Sia come sia, Jimmy Chérizier, 46 anni, ex poliziotto ed ex braccio armato del presidente Juvenel Moïse, assassinato tre anni fa, è oggi l’uomo più temuto e forse più potente di Haiti. Il capo di un’inedita alleanza di gang criminali, Viv Ansanm (vivere insieme), che venerdì notte ha preso d’assalto il ministero degli Interni e la Corte Suprema e ha promesso una «guerra civile» se il premier Ariel Henri, al momento bloccato a Portorico sotto la protezione degli Usa, non si dimetterà.

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    Babekyou […] convoca periodicamente conferenze stampa dove non mancano mai frasi ad effetto e l’ombra della sua milizia, che arruola parecchi bambini-soldato in nome della «rivoluzione proletaria». […] Una violenza esplosa una settimana fa con una serie di attacchi mirati contro aeroporti, commissariati e carceri, da cui sono evasi 4.000 detenuti, mentre Henri si trovava in Kenya. «O Haiti diventa un paradiso per tutti, oppure un inferno per tutti», minaccia l’autoproclamato «Robin Hood haitiano», che dice di ispirarsi all’ex dittatore François Duvalier ma sui muri delle bidonville che controlla è ritratto come Che Guevara. Contraddizioni caraibiche.

     

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    […] Sarebbe stato lui, nel 2018, un anno dopo l’uscita da Haiti dei Caschi blu dell’Onu, a pianificare il massacro nella bidonville di La Saline: vennero assassinate più di 70 persone, tra cui donne e bambini. […] Dopo l’assassinio di Moïse, avvenuto in circostanze ancora misteriose, la nuova élite al potere ha tolto l’appoggio a Chérizier, che ha reagito mettendosi alla guida delle nove bande più potenti della capitale: l’alleanza «Famiglia G9».

     

    Sono perlopiù ex agenti di polizia e bambini di strada; commettono omicidi, furti, estorsioni, stupri, rapimenti e secondo l’Onu controllano le bidonville di Port-au-Prince, ossia l’80% di una città di 10 milioni di abitanti. Distribuiscono anche cibo e beni di prima necessità, però, garantendo alle organizzazioni non governative — che spesso forniscono i servizi di base al posto dello Stato — il permesso di operare all’interno. Altra contraddizione caraibica.

     

    jimmy cherizier jimmy cherizier

    Sanzionato da Usa e Nazioni Unite, Chérizier ha continuato a «minacciare la pace e la stabilità di Haiti», secondo l’Onu. Il premier Henri, che avrebbe dovuto dimettersi a febbraio e governa senza un Parlamento in funzione, ha così chiesto l’invio di una forza multinazionale. Il Kenya ha offerto un migliaio di uomini. E a quel punto, Chérizier è uscito dall’ombra: «Se la comunità internazionale continua a sostenere Henri, andremo dritti verso una guerra civile che porterà al genocidio». […]

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