Massimo Brizzi per gazzetta.it
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Lewis 6 fortissimo. Anche se la gara la vince Bottas. Il GP di Austin incorona Lewis Hamilton campione del mondo di F.1: sesta volta in carriera, meglio di Juan Manuel Fangio e con il solo Michael Schumacher a tiro. Che l’inglese fosse in mezzo ai grandissimi della storia della F.1 già si sapeva, ma ora può guardarli tutti da una posizione più alta, proiettato a una scalata di cui non si intravede la fine.
Il suggello arriva in Texas, dove Hamilton contende fino alla fine la vittoria di tappa al compagno, ma indossa un’altra maglia iridata, che nessuno riesce a sfilargli da tre anni di fila. Strategie differenti, in casa Mercedes, con Bottas che fa due soste, come Verstappen, brillante terzo con la stessa tattica, mentre Lewis una sola. Nella lotta a distanza, nel finale ha la meglio il finlandese, in grande spolvero in tutto il week end, a coronare lo champagne della grande festa Mercedes.
MALE LA FERRARI
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La Ferrari incappa in una gara incolore, che rimette in discussione le recenti, brillanti, prestazioni: Leclerc è 4° 52 secondi, distacco imbarazzante anche considerando il tempo perso al primo pit stop per un problema con una pistola pneumatica, e mai in ritmo. Va peggio a Vettel, che deve addirittura ritirarsi con la sospensione posteriore destra k.o. dopo una manciata di giri e un avvio tribolato. Chiudono nei punti: 5° Albon; 6° un Ricciardo abbastanza vivace; 7° Norris; 8° Sainz; 9° Hulkenberg e 10° Kvyat.
LA GARA
Bottas sfrutta bene il momento chiave della partenza: passa in testa alla prima curva, mentre alle sue spalle Verstappen brucia Vettel e il tedesco della Ferrari rimane invischiato in due battaglie. Prima con Hamilton, che lo passa con una mossa pregevole, poi con Leclerc, che lo supera dopo un duello duro, ravvicinato e con un leggero contatto. Seb denuncia in radio problemi alla sua rossa ed è solo il preludio del k.o. che arriva al 9° giro per un cedimento della sospensione posteriore destra.
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Nella giostra delle soste, Verstappen anticipa tutti (12° giro), Bottas lo segue immediatamente (13°), a parità di mescola (bianca), mentre Hamilton allunga lo stint (25° giro), sintomo di una strategia differente. Infatti, Bottas si ferma una seconda volta (36° giro) e nel finale cerca il recupero forte di gomme più veloci (gialle contro bianche) e fresche. La partita si gioca qui: sull’assalto del finlandese e la resistenza dell’inglese. Il distacco si riduce: 8”, 6”, 4”, 2” e duello a vista. Duro. Lewis prima regge, poi si inchina al compagno e deve guardarsi anche dall’arrivo di Verstappen, che gli finisce in scia. Festa, coriandoli, gloria e applausi per Hamilton: personaggio bizzarro, pilota straordinario, campione vero e degnissimo. Tutti in piedi!
HAMILTON
Vincenzo Piegari per ansa.it
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Dal primato di Fangio già alle spalle a quello dei sette titoli di Michael Schumacher ormai vicinissimo, il tutto in nome dell'ambiente e della filosofia vegana. La gioia per aver conquistato l'ennesimo titolo con la Mercedes, il sesto, è grande, ma sarà immensa solo quanto si realizzerà il vero obiettivo di Lewis Hamilton, ovvero restare nella storia della Formula 1 come e magari anche meglio di Re Schumi agguantandolo il prossimo anno a quota sette Mondiali per poi tentare il sorpasso nel 2021 quando, però, le regole tecniche del Circus saranno rinnovate. Dopo essere entrato nel club dei più grandi piloti (da Fangio a Prost, passando per Lauda e Senna) il primo pilota di colore del Circus è diventato il secondo driver di sempre per numero di titoli, dietro solo all'idolo dei ferraristi. Il quinto titolo mondiale vinto nelle ultime sei stagioni, il sesto della carriera, lo consacra definitivamente nell'Olimpo della regina della velocità.
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Il pilota più 'cool' del circus - ha conservato la Mercedes sul gradino più alto, costringendo i team avversari più ambiziosi - dalla Ferrari alla Red Bull - ad un'altra annata di cocenti delusioni, se si esclude la seconda parte della stagione in cui la Rossa ha rialzato la testa grazie all'intraprendenza di Charles Leclerc trionfatore a Spa e a Monza di fronte al popolo della scuderia di Maranello.
A 34 anni Hamilton, origini anglo-caraibiche, ha ormai superato tutte le insicurezze che, come egli stesso ha raccontato, avevano seguito la vittoria del primo titolo, nel 2008, al volante della McLaren. Talento innato, con l'esperienza ha affinato le qualità che ne hanno fatto il campione solido e determinato che è oggi: stile di guida aggressivo, ma non sconsiderato, tenacia ed abilità nei sorpassi, velocità fin dai primi turni delle qualifiche.
Tredici stagioni ad alto livello - non è mai sceso più giù del quinto posto nella classifica piloti - gli hanno insegnato a lasciarsi scivolare addosso la pressione che circonda la prima guida di un team di Formula 1, specie se quello della Mercedes, marchio che rappresenta dal 2013. Quando indossa il casco ed abbassa la visiera chiude fuori il personaggio un po' rockstar, a volte all'apparenza quasi leggero per quella passione per i social che lo porta ad aggiornare praticamente in tempo reale i suoi profili social. Quest'anno, in particolare, si è fatto notare per la sua particolare attenzione per la salvaguardia dell'ambiente e la difesa a spada tratta della dieta vegana. L'estinzione umana è "sempre più probabile perché abusiamo delle nostre risorse", recitava un passaggio apocalittico di un post del campione.
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Niente di nuovo ai tempi della "Greta Generation", ma Hamilton come la stessa giovane svedese Thunberg sui social è stato attaccato pesantemente con l'accusa di predicare bene e razzolare male. Tanti i flirt attribuitigli dopo la fine della storia con la fidanzata 'storica', la cantante Nicole Scherzinger. Ma i suoi veri 'amori' sono Coco e Roscoe, due bulldog inglesi, inseparabili compagni e star del web al punto da avere un account personale su Instagram con oltre 140 mila follower.
Oltre alla svolta vegana e all'impegno per la difesa dell'ambiente, Hamilton si è assunto anche il ruolo di ambasciatore dell'Unicef a sostegno dei minori colpiti dalla malnutrizione. Innumerevoli poi i riferimenti culturali, artistici e sportivi che non sempre i suoi fan riescono a cogliere. Tra le sue tante sfaccettature, nel 2017 Hamilton non fece mancare il sostegno alla protesta anti-Trump degli sportivi statunitensi.
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