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    HANNO ARRESTATO "MANOMOZZA" - L'EX BOSS PUGLIESE SALVATORE ANNACONDIA (SOPRANNOMINATO "MANOMOZZA" PERCHÉ SENZA UNA MANO A CAUSA DI UN INCIDENTE) AVREBBE TENTATO DI ESTORCERE SOLDI A UN IMPRENDITORE IN PROVINCIA DI FERMO - ANNACONDIA, A CUI SONO STATI ATTRIBUITI 60 OMICIDI, È DIVENTATO UN COLLABORATORE DI GIUSTIZIA NEGLI ANNI '90 E PER QUESTO È FINITO A FAR PARTE DI UN PROGRAMMA DI PROTEZIONE TESTIMONI - LA FOTO DI "MANOMOZZA" CON SALVINI


     
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    SALVATORE ANNACONDIA - MANOMOZZA SALVATORE ANNACONDIA - MANOMOZZA

    (ANSA) - Avrebbe tentato di estorcere soldi a un imprenditore fermano, arrestato l'ex boss pugliese Salvatore Annacondia detto "Manomozza", che da anni vive a Civitanova (Macerata) dopo un periodo trascorso a Porto San Giorgio (Fermo). L'uomo, 67 anni, è stato bloccato dalla polizia sulla costa maceratese dopo che la vittima si era rivolta alla questura di Fermo per denunciare l'accaduto.

     

    L'ex boss della malavita organizzata pugliese, originario di Trani, e a cui sono stati attribuiti una settantina di omicidi, avrebbe minacciato di morte l' imprenditore fermano per ottenere da lui alcune migliaia di euro. L'imprenditore, però, non si è fatto intimidire e ha avvisato la polizia che si è presentata all'incontro per la consegna del denaro, a Civitanova Marche. Le indagini sono state condotte dalla Squadra mobile della questura di Fermo che ha arrestato l'ex boss.

     

    SALVINI CON IL BOSS SALVATORE ANNACONDIA DETTO MANOMOZZA SALVINI CON IL BOSS SALVATORE ANNACONDIA DETTO MANOMOZZA

    Annacondia, dopo essersi pentito ed essere finito sotto un programma di protezione, ora conclusosi, vive a Civitanova con il nome che gli è stato dato come collaboratore di giustizia. Lavora nel ramo della ristorazione. Il soprannome "Manomozza" deriva dall'incidente che nel 1972 gli è costato una mano, appunto, a seguito di uno scoppio durante un'operazione di pesca.

     

    Dopo quell'episodio, e dopo aver perso il lavoro in un cantiere, è iniziata la sua ascesa criminale, dapprima nel contrabbando di sigarette per poi arrivare ai vertici della malavita pugliese. Ad inizio anni '90 ha iniziato a collaborare con la giustizia confessando decine e decine di omicidi.

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