ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

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Lettera a Dagospia di Pierluigi Panza

crollo dell insegna della torre generali a milano 6

 

Penso a come stanno sghignazzando quelli di Allianz Assicurazioni, al 50esimo piano del loro grattacielo: loro non solo ce l’hanno più lungo di Generali, ma non gli è nemmeno caduto il prepuzio con il brand.

 

C’è poco da ridere, ‘mo voglio proprio vedere se nel programma "Casa a Prima Vista" le aspiranti influencer continueranno a chiedere a Gianluca Torre, Mariana D'Amico e Ida Di Filippo un appartamento “vicino a City Life”! Chiedi e ti sarà dato, a 15mila euro al metro quadro, un balcone dove rischia di caderti in testa l’impalcatura, però vicino a dove abita la pandorata Ferragni.

la nuova casa di chiara ferragni a milano citylife 2

 

Perché, dalla Fiera Campionaria alla fioriera di casa Ferragni, la caduta è stata vertiginosa più di quella dell’insegna Generali: si è passati dalla Milano industriale a quella finanziaria, dalla cadente Milano finanziaria a quella dei creduloni del Pandoro. “Qui sta tutto su con lo scotch”, sibila una vecchia sciura.

 

Anche quelli di Allianz hanno poco da ridere: ce l’anno più lungo, ma al loro grattacielo, un paio di decenni fa, sono stati aggiunti quattro puntoni per tenerlo su, “estetici” secondo la committenza, ma invero assai antiestetici e utili a controventare le strutture (prima che cadano?).

 

Io ci son nato a due passi da qui e la mamma, da piccolo, mi portava a vedere i capannoni della Fiera Campionaria anche quando la fiera non c’era. Non c’era il verde, si giocava sul cemento. Dissero che i camion in città non andavano bene perché ci voleva il verde e la fiera fu spostata – tempo vent’anni di carte bollate - a Rho-Pero con progetto di Massimiliano Fuksas, lo stesso della Nuvola capitolina, qui meno nuvoloso ma non meno complicato nella pulizia dei vetri – per non parlare di parcheggi, svincoli che hanno preso a modello Los Angeles.

 

crollo dell insegna della torre generali a milano 7

Poi ci hanno fatto l’Expo di fianco. Poi hanno smontato l’Expo perché, intendiamoci: questa è tutta architettura smontabile, è packaging, insegna – che crolla – tubi non innocenti e vetri a perdere, una specie di architettura dell’obsolescenza, niente a che vedere con le piramidi e nemmeno con la città.

 

Nel bando per City Life l’accordo tra Fondazione Fiera e committenti imponeva che “il 50% dell’area fosse destinata a verde pubblico”. Il sindaco Gabriele Albertini si aspettava “il Central Park di Milano”: eccome no! Per dare a Cesare quel che è di Renzo Piano, bisogna dire che l’architetto ligure presentò un progetto che tagliava proprio a metà – manco fosse un geometra di Voltri – l’area: metà verde e metà con un grattacielo e qualche casa. Lo bocciarono.

 

ferragni fedez

Si spalancarono così le porte ad altri archistar: Libeskind, Hadid e Isozaki. Noi andammo a vedere i progetti nei loro studi a New York: modellini non dicono che avevano già lì, ma quasi. E così, apriti cielo, disgiunse aspra contesa in Milano: da un lato gli investitori Generali, Allianz ecc. che pensavano, poi, di rivendere gli spazi e invece hanno dovuto “deportare” gli impiegati; dall’altro gli architetti della “tradizione” milanese chic, primo Vittorio Gregotti, che presentarono una raccolta firme (non ampia, ma colta) per opporsi a un progetto di architettura decostruzionista che nulla aveva a che fare con l’italica tradizione (sovranismo estetico?).

 

city life milano expo

Comunque sia, il dinar vince sempre sulla cultura e chi si è visto si è visto; ma i conti su fanno alla fine. Per parlare del verde a City Life non ci si deve rivolgere a "Casa a Prima Vista" ma a un programma come “Chi l’ha visto?” e chiedere alla Sciarelli se, oltre alle fioriere dei palazzi di Zaha Hadid, alle collinette per non portar via la terra da scavo e alle fontane per lo scarico dell’aria condizionata qualcuno ha visto il 50% del Signor Verde.

la vista dal superattico di chiara ferragni e fedez a citylife milano

 

 

City Life è diventata un Non-luogo a prima vista, una Dubai shopping mall divenuto utile alla collettività grazie al Covid, perché lì ci facevano le vaccinazioni del generale Figliuolo (dov’è finito ora che c’è Vannacci?): il Covid l’ha resa un po’ di sinistra, diciamo.

 

Negli anni d’oro, City Life è stata Casa Ferragnez, quando loro andavano ai festival ripetendo banalità woke tipo “Pensati libera” (ora è libera come la Bella di Torriglia, “tutti la vogliono, nessuno la piglia”): si è scoperto che il Fedez era rimasto (lo dice lui) “di Rozzano” amico degli attuali detenuti ultras del Milan e lei alle prese con il crack delle sue – diciamo – aziende dopo che l’ombretto le è gocciolato sul pandoro.

torre allianz di milano arata isozaki

 

 

Ma questo caldo dà alla testa, soprattutto a quella delle impalcature dei grattacieli e ora che Mps vuol prendersi Mediobanca per prendersi Generali … sembra di essere dentro una “Pulce d’acqua” finanziaria: uno si mangia l’altro e siamo al crollo del brand.

 

Indefessi, comunque, a City Life stanno ancora costruendo di fianco al lungo, al curvo e allo storto nella parte che va verso Fiera Milano city, dove uno dei nostri migliori designer (enne volte compasso d’oro) si è fatto prendere la mano altrui e ha costruito un tetto a forma di cometa precipitata sopra i capannoni.

 

Dopo la cometa caduta per finta, e i Ferragnez caduti sul pandoro, siamo alla caduta per davvero dell’insegna finanziaria. Là dove c’era l’erba ora c’è City Life, e dove c’è City (in inglese) l’erba te la scordi, prossimamente anche il green quella di San Siro. Se poi cadranno le luci, vabbé… luci cadute a San Siro.

WORLD TRADE CENTER LIBESKINDCITYLIFE MILANO LIBESKINDrenzo pianozaha hadid milanoarata isozaki libeskind citylife milanolibeskind citylife milanoposata la prima pietra del grattacielo curvo di libeskinddame zaha hadidfedez attico libeskind citylife

 

festa per il grattacielo curvo di libeskind DANIEL LIBESKIND 34

vittorio gregotti

PIERLUIGI PANZA