Jean Alesi per il Corriere della Sera
ALESI
Faccio una premessa. Questo è stato un incidente nel quale la sfortuna ha avuto un peso. Soprattutto per un fatto: Raikkonen scattava dalla seconda fila. Se fosse stato a fianco di Vettel, in prima, non sarebbe successo nulla: andava a proteggere il primato del compagno e se l' avesse fatto da una posizione migliore non avrebbe dovuto cercare il varco all' interno.
Detto questo, secondo me la responsabilità della carambola è di Verstappen: se Vettel non è scattato alla grande, nemmeno l' olandese è stato impeccabile, tant' è che Raikkonen l' aveva sopravanzato. Ecco, a quel punto Max ha tenuto il volante diritto: nessuno si aspettava che dicesse a Kimi «prego, accomodati», ma è stato anche insensato tenere il volante diritto all' insegna del detto «o la va, o la spacca». Come sia andata a finire, l' avete visto: e ci ha rimesso pure lui.
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Aggiungo anche che è un botto annunciato: sulla griglia sentivo che si scommetteva sul numero di auto che Verstappen avrebbe centrato. Questo non è bello. Una colpa, comunque, ce l' ha anche la direzione di gara.
Una volta tanto che era il caso di partire dietro la safety car, ecco che si è scelto lo start da fermo. Sarebbero bastati pochi giri, non un serpentone eterno. Il buon senso non ha prevalso.
2. SONO ERRORI,NON SI CHIAMA SFORTUNA
Marco Mensurati per la Repubblica
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A desso che la volata per il mondiale si è trasformata in una salita tanto imprevista quanto impervia, c’è un errore che la Ferrari non deve commettere: quello di dare la colpa alla sfortuna.
Come ha riconosciuto anche la Fia, il sandwich tra le Rosse e la Red Bull è stato un incidente di gara e, dunque, dal punto di vista regolamentare, non è stata colpa di nessuno: non di Vettel che ha “chiuso” sulla traiettoria di Verstappen; non dell’olandese che ha tenuto la linea senza alzare il piede dall’acceleratore; non di Raikkonen che essendo partito meglio di tutti cercava di superare chi aveva davanti.
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Dal punto di vista strategico, invece, qualche responsabilità c’è. Ed è su questo che Marchionne e Arrivabene farebbero bene a ragionare in vista delle prossime (difficili) gare. Perché l’impressione che si è avuta è che la partenza sia stata preparata dal team in modo approssimativo, e che alla fine Vettel e Raikkonen abbiano agito - in quell’inferno che è una partenza di F1 sotto la pioggia, di notte - assecondando l’ istinto invece delle indicazioni ricevute.
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Dei tre piloti in questione ce ne era solo uno, Vettel, che aveva tutto da perdere dalle conseguenze di un incidente al via. Ed è paradossale che questo sia stato innescato proprio da una sua manovra.
Gli sarebbe invece bastato rendersi conto di essere partito peggio di Verstappen (il cui soprannome, “Mad Max”, non è frutto del caso) e accettare il rischio di venire superato alla prima curva: avrebbe finito secondo, con 18 punti, e oggi sarebbe in testa al mondiale. Qualcosa da perdere, se non altro in termini di equilibrio di squadra, ce l’aveva anche Raikkonen, il cui compito avrebbe dovuto essere quello di marcare Hamilton. Ma al via il finlandese invece di andare verso destra, dove si trovava Hamilton, si è catapultato a sinistra con l’obiettivo, legittimo ma non proprio utilissimo, di superare Verstappen, il quale – come ha detto lui stesso – era l’unico che non aveva niente da perdere.
3. E LAUDA SE LA RIDE
arrivabene
Da il Giornale
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Contrasto di sentimenti. Dice Arrivabene: «Siamo molto dispiaciuti e delusi per i nostri tifosi.
Quel che possiamo promettere è però che non è finita, è semplicemente più difficile». Avverbi e aggettivi che si contraddicono per tenere viva una speranza. «Ci rifaremo. Abbiamo il Cavallino cucito sul cuore, lotteremo fino all'ultima curva dell'ultima gara di questo campionato».
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Quanto all'incidente, conclude il team principal della Rossa, «trovo molto singolare che i giudici abbiano chiamato prima i nostri due piloti e poi quello della Red Bull (alla fine tutti assolti).
Verstappen accusa Vettel? Non mi metto a far discussioni da cortile». Poco prima Max aveva dichiarato: «Non capisco Sebastian, è in lotta per il mondiale ed avrebbe potuto perdere una o due posizioni, mentre adesso ha avuto un risultato disastroso. Io volevo lottare per la vittoria e lui sarebbe rimasto davanti a Lewis. Credo che abbia commesso un errore in ottica campionato, ma sono contento che ci siamo ritirati tutti e tre e non solo io...». L'analisi è sfrontata ma condivisibile. Ma dirsi contento per il ritiro di tutti e tre...
LAUDA
Dice Vettel: «Ho visto solo Max negli specchietti e all'improvviso Kimi che mi ha colpito sul fianco ma non so cosa sia successo tra di loro». E ancora: «Ho cercato di difendere la posizione da Max spostandomi leggermente a sinistra. A quel punto ho sentito un urto sulla fiancata, era la macchina di Kimi. Poi mi sono girato alla curva 3, ma questo perché la macchina aveva già riportato danni. Stavolta è toccato a noi, ma avremo altre gare...». Dice Raikkonen: «L'unico modo per evitare quanto successo era che partissi male...».
Intanto in casa Mercedes c'è chi balla e sorride radioso come Hamilton («sabato avevo chiesto un miracolo e prima è arrivata la pioggia... con cui credo avrei potuto vincere comunque... e poi l'incidente delle Ferrari») e chi proprio ride come Niki Lauda: «Una prima curva incredibile, eh eh. E Lewis ha vinto. Vettel a sinistra, Ferrari disastro, ah ah ah...».
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