Giovanni Natalini per "techprincess.it"
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Dopo il chip di Neuralink presentato da Elon Musk, sembra proprio che il nostro destino sia quello di diventare dei cyborg. Un gruppo di ricercatori dell’Università di Monash a Melbourne (Australia) ha infatti costruito un dispositivo cerebrale per ridare la vista alle persone cieche. Il team si sta preparando al primo test sull’uomo per questo occhio bionico, che potrebbe potenzialmente essere modificato a favore di pazienti paraplegici o tetraplegici.
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Un occhio bionico oggi, non domani
Secondo quanto riportato da TechCrunch, il sistema unisce l’elettronica di uno smartphone con degli micro-elettrodi impiantati nel cervello. Chiamato “Sistema di visione bionica Gennaris” (Gennaris bionic vision system) e sviluppato nel corso di più di dieci anni, il sistema punta sostanzialmente bypassare il nervo ottico danneggiato, portando il segnale elettrico visivo direttamente dalla retina al cervello.
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Oltre all’elettronica di controllo e ai collegamenti, il sistema include una videocamera e un trasmettitore wireless. “Il nostro design crea un pattern visivo dalla combinazione di oltre 172 punti di luce (fosfeni) che forniscono informazioni all’individuo utili a muoversi dentro e fuori casa e a riconoscere la presenza di persone e oggetti” ha detto Arthur Lowery, professore presso il dipartimento di Ingegneria Elettronica e Informatica dell’Università di Monash.
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Non solo la vista
I ricercatori sperano di poter adattare il sistema anche ad altre condizioni neurologiche, come la paraplegia, per ristabilire un collegamento e permettere il movimento. “Se i test andassero in porto, il team cercherà di creare una nuova impresa commerciale specializzata nel restituire la vista alle persone con una cecità incurabile il movimento delle braccia a persone affette da tetraplegia”
Presto i test sull’uomo?
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Un test effettuato a Luglio ha mostrato che è possibile impiantare con successo gli elettrodi di Gennaris nel cervello di tre pecore usando un insertore pneumatico. 2700 ore di stimoli hanno mostrato che non vi sono effetti collaterali. Bisogna, però, ancora testare il sistema sull’uomo.
“Con ulteriori investimenti, saremo in grado di creare gli impianti corticali qui in Australia nelle quantità necessarie per procedere con i test umani” ha detto Marcello Rosa, professore di fisiologia alla Monash.
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Il problema, quindi, più che tecnologico sembra essere economico. Speriamo quindi che i fondi necessari arrivino e che questo occhio bionico possa essere testato quanto prima.
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