Barbara Costa per Dagospia
nadia ali
“Sono una pornostar. E sono musulmana. E non ci trovo nessuna contraddizione”. Lunghi capelli corvini, occhi scuri, labbra carnose: è Nadia Ali, 24 anni, nata negli Stati Uniti da immigrati pakistani. E’ la prima pornostar professionista, mussulmana praticante e fiera di esserlo.
E’ famosa in rete per i suoi film girati per la PornFidelity, casa cinematografica americana guidata da una donna, l’attrice e produttrice hard Kelly Madison. “Io non mi sento diversa dalla altre donne della mia famiglia”, ha detto Nadia Ali al Daily Beast, “loro sono tutti ferventi praticanti. Io mi sento vicina a loro, la mia cultura è islamica, il mio background è mediorientale. Mi hanno educata e cresciuta così. Non mi sento per nulla a disagio con il lavoro che faccio, ma i miei familiari sì, mi hanno ripudiata, dicono che sono una vergogna per tutto l’islam”.
nadia ali pornostar
Un ripudio che l’ha resa ancora più combattiva: Nadia gira le scene indossando il velo islamico e vuole specializzarsi nel porno lesbo, perché se nei paesi islamici l’omosessualità è condannata, quella femminile lo è ancora di più: “Che vorrebbero fare, proibirci di scopare? Ci penserò io a mostrare a tutti come ci masturbiamo bene e quanto ci piace il sesso a noi mediorientali”.
Filmati porno con donne islamiche in rete ci sono sempre stati, ma fino a poco tempo fa erano solo porno amatoriali, girati in webcam, o produzioni realizzate a bassissimo budget. Video con pornoattrici improvvisate che si cimentavano in tutto: fellatio, rapporti anali, lesbo, orge. Ogni ragazza recitava seminuda, coperta solo dal velo islamico.
nadia ali scena
Nel 2014 avviene il salto di qualità: BangBros.com gira e distribuisce in rete “Mia Khalifa Is Cumming For Dinner”, una sorta di indovina chi viene a cena in versione porno, con una giovane mussulmana che presenta il fidanzato americano a sua madre. Le due offrono un’accoglienza a base di pompini al nuovo “membro” della famiglia. Alla fine finiscono tutti e tre a letto, in un threesome senza sosta. E’ il film debutto della 20enne Mia Khalifa, libanese, immigrata negli Stati Uniti da bambina.
mia khalifa pornostar
Con questo film, Mia è stata per due mesi in vetta alla classifica di PornHub come pornostar più cliccata. Con lei è nato l’“hijab porn”, un settore specifico di video porno, interpretati da ragazze mediorientali, che scopano con il velo islamico. Denudano il loro corpo, tolgono tutto, fanno sesso in ogni posizione, ma con indosso l’hijab, il chador, il niqab, e perfino il burqa. Dopo il successo del primo film, Mia ha iniziato una promettente carriera, girando altri hijab porn, tra cui “BJ Lessons With Mia Khalifa”, in cui insegna ad altre ragazze mediorientali, velate, ingenue e curiose, tutti i segreti del sesso orale.
La produttrice hard Kelly Madison ha capito subito le potenzialità dell’hijab porn. Nel 2015 ha girato e distribuito in rete “Women of Middle East”, un film in 4 episodi che ha fatto molto scalpore. Kelly Madison voleva capovolgere lo stereotipo delle donne mussulmane sottomesse, rendendole protagoniste di scene porno dove venisse fuori tutta la loro dirompente sessualità: “Le donne mediorientali sono bellissime, non c’è niente di male nel metterle dentro un porno. Ho mostrato lo splendore dei loro corpi celato dai loro abiti tradizionali”.
mia khalifa is cumming for a dinner
Nel primo episodio del film, una sensualissima afgana porta a guinzaglio un uomo, lo picchia, lo maltratta, per poi scoparselo alla grande. Una scena sadomaso di dominazione davvero originale, girato da una pornostar latinoamericana dal corpo mozzafiato, Karmen Bella, nuda sotto il niqab nero. Nel secondo episodio una moglie saudita, Nadia Ali, rivendica il diritto a guidare un’automobile e la sua indipendenza. Il solo luogo dove suo marito può comportarsi da padrone è il letto. Nel terzo episodio, l’iraniano-tunisina Arabelle Raphael balla un’erotica danza del ventre, prima di darsi da fare in un bordello. E infine, l’episodio più “osceno”: Nikki Knightly in burqa che si prostituisce, prendendolo in bocca ai suoi clienti.
karmen bella sul set
“Il mio è solo un porno”, ribadisce Kelly Madison, “non un film di critica e denuncia sociale. Il porno è fantasia. Curiosità. Divertimento. Deve far eccitare chi lo guarda”. I dati parlano chiaro: su Google, i paesi che ricercano più siti porno sono quasi tutti mussulmani. Pakistan e Egitto ai primi posti, seguiti a breve distanza da Iran, Marocco, Arabia Saudita e Turchia.
Mia Khalifa non è mussulmana, bensì cristiana. Per i suoi hijab porn riceve continue minacce in rete da vari gruppi fondamentalisti. Lei non demorde e prende tutto con ironia. Anche quando le è stato inviato un fotomontaggio con la sua testa sopra il corpo di un prigioniero in tunica arancione, in procinto di essere decapitato da un boia dell’ISIS: “Meno male che hai deciso di tagliarmi la testa e non le tette”, ha risposto lei via twitter, “perché quelle mi sono costate parecchio”. Le intimidazioni e gli insulti via social non si fermano. E neanche Mia: “Ma quelli del Medio Oriente non hanno fin troppi problemi a cui pensare invece di importunare una brava pornostar come me?”.
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