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    “HO CARICATO UNA STECCA, BAM! È SVENUTO. MINCHIA CHE PIGNA CHE GLI HO DATO” – LE INTERCETTAZIONI DI UNO DEI CINQUE AGENTI DELLA QUESTURA DI VERONA FINITI AI DOMICILIARI CON L'ACCUSA DI TORTURE NEI CONFRONTI DI PERSONE IN STATO DI FERMO, TRA CUI DIVERSI MIGRANTI – “HO FATTO SINISTRO DESTRO, PAM, SI È SPENTO, HO PRESO LO SPRAY E GLIEL’HO SPRUZZATO TUTTO SULLA FACCIA” – IL RACCONTO DI NICOLAE, SENZATETTO ROMENO, UNA DELLE VITTIME: “NON MI HANNO FATTO ANDARE IN BAGNO, L’HO FATTA LÌ. PER PUNIRMI MI HANNO USATO COME STRACCIO PER PULIRE L'URINA” - VIDEO


     
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    1 – LE INTERCETTAZIONI CHOC: «È CROLLATO A TERRA SVENUTO CHE PIGNA CHE GLI HO DATO»

    Estratto dell'articolo di Giovanni Bianconi per il “Corriere della Sera”

     

    polizia a verona polizia a verona

    La confessione del primo pestaggio – che per i magistrati inquirenti rientra nel reato di «tortura» – i suoi colleghi della Squadra mobile l’hanno raccolta quasi in diretta dall’agente Alessandro Migliore, 25 anni ancora da compiere, intercettato la sera del 22 agosto scorso.

     

    Il poliziotto parla con la fidanzata Nicole, e le racconta quello che è successo con un italiano fermato la notte precedente. «Ha iniziato a rompere il cazzo... Vi spacco sbirri di merda di qua e di là – dice Migliore –. Allora ha dato una capocciata al vetro... Il collega apre la porta e “vieni un attimo fuori... adesso ti faccio vedere io quante capocciate alla porta fai”... Boom boom boom boom... E io ridevo come un pazzo».

     

    alessandro migliore alessandro migliore

    Poi quasi si vanta di essere entrato in azione: «Amò, lui stava dentro l’acquario (la stanza dei fermati con una parete a vetro, ndr), gli ho lasciato la porta aperta in modo tale che uscisse perché io so che c’è la telecamera dentro... Amò, mi guarda, mi ero messo il guanto, ho caricato una stecca, amò, bam, lui chiude gli occhi, di sasso per terra è andato a finire, è rimasto là... È svenuto... Minchia che pigna che gli ho dato...».

     

    Nell’atto d’accusa si sostiene che poi Migliore ha «istigato» un altro poliziotto a tiragli un calcio alla schiena. Dei cinque episodi per i quali si ipotizza la tortura, questo è l’unico contro un italiano; gli altri sono cittadini stranieri, e secondo il giudice i poliziotti indagati contavano sul loro silenzio.

     

    ricostruzione delle violenze nella questura di verona - corriere della sera ricostruzione delle violenze nella questura di verona - corriere della sera

    Senza calcolare, però, che i loro telefoni erano finiti sotto controllo nell’ambito di un’altra indagine, su una perquisizione di cinque mesi prima fin troppo benevola (praticamente mancata, secondo gli inquirenti) nei confronti di un gruppo di albanesi sospettati di tentato omicidio e detenzione di armi. Parenti del gestore di una discoteca frequentata dal gruppo di poliziotti «ballerini», che una volta compreso di chi si trattasse si sono fermati.

     

    […]

     

    filippo failla rifici filippo failla rifici

    Da lì i controlli su Migliore, l’ascolto del primo pestaggio e la decisione dei colleghi guidati dal questore Roberto Massucci – d’accordo con la Procura – di non fermarsi a una denuncia nei confronti dell’agente, bensì di aumentare il numero di microspie e telecamere in questura, alla ricerca di riscontri su quello ed altri episodi, per costruire un’indagine che svelasse l’eventuale marciume in nome della trasparenza.

     

    Aprendo uno spaccato di altre «torture» documentate quasi in diretta. Come quella nei confronti di un rumeno fermato e accompagnato in questura il 14 ottobre, addebitata a Migliore e un altro poliziotto; è sempre «il giovane» a raccontare alla fidanzata l’indomani: «Ha iniziato a sbroccare... Vabbè, gli abbiamo tirato due tre schiaffi a testa ma così, giusto per... Allora si è buttato a terra, gli stavo per dare un calcio, però... L’ho messo in piedi... Ho fatto sinistro destro, pam pam... Il collega fa “no, grande Ale”... Si è spento, l’ho portato dentro la cella, ho preso lo spray e gliel’ho spruzzato tutto sulla faccia».

    ricostruzione delle violenze nella questura di verona - corriere della sera ricostruzione delle violenze nella questura di verona - corriere della sera

     

    Per i magistrati, l’uso dello spray urticante anche su soggetti ridotti all’impotenza, e dunque contro le regole, è «indicativo della volontà d infliggere ulteriore, gratuita sofferenza a un soggetto già percosso con violenza» […]

     

    Riassunto nei capi d’accusa che descrivono, a proposito di un altro episodio, il particolare di un fermato «spinto nella direzione di una stanza dove aveva urinato (sebbene secondo la sua testimonianza avesse solo fatto finta, ndr) e premuto al suolo bagnato, di fatto impiegando la sua persona come uno straccio per pulire il pavimento».

     

    In attesa di ascoltare le versioni difensive, nel catalogo delle accuse rientrano anche le percosse nei confronti di un «tunisino di merda, figlio di puttana» che il 21 ottobre era finito a terra per i calci ricevuti, e si è sentito orinare addosso da un poliziotto che diceva «so io come svegliarlo».

     

    polizia polizia

    L’uomo ha raccontato di essere stato picchiato e umiliato in un tunnel della questura, di cui — ancora una volta — hanno parlato gli agenti inquisiti e intercettati, un mese più tardi. La notte del 17 novembre un assistente capo che non figura tra i cinque arrestati, parlando con un collega non identificato avverte: «Volevo dirti, e questo vale per tutti... Evitate di alzare le mani nell’acquario... Perché non si sa per quale motivo sono andati a vedere le registrazioni... Magari questi iniziano a controllare e cagare il cazzo... Quindi se dovete dare qualche schiaffo, nei corridoi...». Un altro interviene: «Abbiamo sempre fatto nel tunnel». […]

     

    2 – “NIENTE BAGNO, L’HO FATTA LÌ PER PUNIRMI MI HANNO USATO COME STRACCIO PER PULIRE”

    Estratto dell’articolo di Nicola Fierro per “la Repubblica”

     

    nicolae daju nicolae daju

    Nicolae Daju, 56 anni, romeno, è una delle persone trascinate come stracci sull’urina delle celle della Questura. Vive a Verona da 3 anni, era venuto in Italia per cercare lavoro, ma la strada l’ha risucchiato nel suo gorgo di solitudine ed emarginazione. Ora tira a campare, dorme sulle panchine del parco davanti al cimitero monumentale, e ogni giorno si cimenta nell’impresa di mettere insieme un pranzo e una cena. […]

     

    Cos’è successo il 14 ottobre dell’anno scorso?

    «Mi trovavo al bar Primo Kilometro, in zona Fiera. Ero con un amico, stavamo bevendo una birra e un caffè. Improvvisamente è arrivata una macchina della polizia, sono scesi due agenti, sono venuti subito da noi. E ci hanno chiesto i documenti».

     

    E lei cos’ha fatto?

    «Gli ho detto che non stavamo facendo niente di male ma, alla fine, gli ho dato la mia carta d’identità. Non è bastato, mi hanno detto di salire in macchina».

    la sede della questura di verona la sede della questura di verona

     

    Quindi l’hanno caricata nella volante?

    «Sì, ma prima di farmi entrare all’interno mi hanno spruzzato in faccia lo spray urticante».

     

    Si era opposto in qualche modo?

    «Ma no, senza motivo. Non avevo fatto niente».

     

    E una volta in Questura?

    «Uno dei due poliziotti (dalla descrizione si capisce che parla di Alessandro Migliore, ndr) mi ha afferrato i capelli e trascinato di peso, fino a rinchiudermi dentro una cella con una parete trasparente».

     

    Lei ha reagito in qualche modo?

    «No, perché avevo paura. Come si può reagire in quelle condizioni?».

     

    È vero che lei è una delle persone trascinate nell’urina a terra?

    «Sì, è vero».

    nicolae daju nicolae daju

     

    Cos’è accaduto precisamente?

    «Avevo bisogno di andare al bagno, con urgenza. Ho cercato di attirare l’attenzione di un poliziotto gesticolando attraverso la parete trasparente».

     

    Cosa chiedeva?

    «Di andare al toilette».

     

    Cosa le hanno risposto?

    «Mi hanno detto che non era possibile andare al bagno e che avrei dovuto farla a terra».

     

    Ha fatto così?

    «Certo, mi sono messo in un angolo e ho fatto pipì. Purtroppo mi hanno punito per questo».

     

    LA QUESTURA DI VERONA LA QUESTURA DI VERONA

    Cosa intende dire?

    «Appena ho finito di urinare un poliziotto (l’assistente capo Loris Colpini, ndr) è entrato dentro come una furia. Mi ha spruzzato in faccia lo spray urticante ancora una volta e poi mi ha trascinato a terra sopra la pozza di urina». […]

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