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    "HO SCONFITTO LA COCAINA, A 46 ANNI RICOMINCIO CON IL CALCIO” - IL RITORNO DI FRANCESCO FLACHI DOPO LA SQUALIFICA PER 12 ANNI: “NON VOLEVO PIÙ SAPERNE DEL CALCIO. HO APERTO UNA PANINOTECA, HO PROVATO A INVENTARMI UN'ALTRA VITA, MA IL PALLONE QUANDO CE L'HAI DENTRO, PRIMA O POI TORNA FUORI. È UNA SFIDA CON ME STESSO, UNA RIVINCITA PERSONALE. - NON SONO STATO UN BUON ESEMPIO E HO PAGATO PER QUELLO CHE HO FATTO. MA TUTTI HANNO DIRITTO A UNA SECONDA POSSIBILITÀ…”


     
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    Estratto dell’articolo di Giuseppe Calabrese per “la Repubblica”

     

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    La rinascita è una data cerchiata di rosso sul calendario. 12 gennaio 2022, dopo 12 anni, fra cinque mesi, scade la squalifica per doping di Francesco Flachi, uno dei più talentuosi e controversi fantasisti degli anni Novanta. «Finalmente potrò ricominciare». Giocava nel Brescia, fu trovato positivo alla cocaina dopo la partita con il Modena. Era recidivo, ha rischiato la radiazione.

     

    FRANCESCO FLACHI FRANCESCO FLACHI

    […] «Ci ho messo cinque anni per ritrovarmi. Dopo la squalifica non volevo più saperne del calcio. Ho aperto una paninoteca, ho provato a inventarmi un'altra vita, ma il pallone quando ce l'hai dentro, prima o poi torna fuori. Così dopo quei cinque anni di vuoto piano piano mi sono riavvicinato».

     

    E ora, a 46 anni, ha deciso di tornare a giocare, con il Signa nel campionato di Eccellenza. Scusi la domanda, ma fisicamente pensa di farcela?

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    «Certo non ho i novanta minuti nelle gambe e non ho nemmeno lo sprint di una volta, però mancano cinque mesi al mio ritorno in campo e penso di riuscire a rimettermi in forma […]».

     

    Cosa vuole dimostrare?

    «È una sfida con me stesso, una rivincita personale. […]». «[…] non sono stato un buon esempio e ho pagato per quello che ho fatto. Ma tutti hanno diritto a una seconda possibilità».

     

    […] «[…] Ora faccio questi sei mesi con il Signa e poi a giugno voglio prendere il patentino di allenatore. È quella la mia strada. Vorrei allenare i bambini».

     

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    «[…] Sento di poter dare ancora qualcosa al calcio. I bambini sono spugne, assorbono in fretta, e io non vedo l'ora di trasmettere a loro il mio calcio».

     

    […] il talento non invecchia. O sì?

    «A calcetto me la cavo ancora bene In un campo da calcio vedremo. Adesso sono come una macchina che ha la batteria scarica, ma ho tempo per riassestarmi. Devo rimettere a posto i muscoli, ritrovare le misure in campo, capire fino a dove mi posso spingere. E quello che manca lo compenserò con l'esperienza e l'entusiasmo. […]».

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