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    “HO SEMPRE VOLUTO CAPIRE COSA CERCAVI NELL'ALCOL” - LA FIGLIA DI FABIAN O’NEILL, EX CAGLIARI E JUVE, RACCONTA UN UOMO PERSO DA ANNI E IL DEMONE DELL’ALCOLISMO CHE LO HA PORTATO ALLA MORTE PREMATURA AD APPENA 49 ANNI – “TI VEDEVO SEMPRE PIÙ TRISTE, PIÙ MALATO, CON GLI OCCHIETTI SMARRITI, IL TUO FISICO COSÌ FORTE SEMPRE PIÙ DEBOLE E DETERIORATO. MI HA FATTO MALE SENTIRTI DIRE QUALCHE VOLTA ‘NON VOGLIO VIVERE PIÙ' NELLE TUE POCHE ORE DI SOBRIETÀ. DESIDERO CHE IL TUO VIAGGIO SU QUESTA TERRA SERVA A CAPIRE DI PIÙ SU…” - VIDEO


     
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    È stato un Natale triste per chi ama il calcio nella sua accezione più romantica, quella magia del pallone che è un dono riservato a pochi. Ecco, Fabian O'Neill quel dono lo possedeva, ma purtroppo per lui si accompagnava a un demone che non gli ha lasciato pace per tutta la sua vita, portandolo infine alla morte prematura ad appena 49 anni: l'alcolismo.

     

     

    ‘El Mago' O'Neill cercava rifugio nel bere per il suo mal di vivere, aveva provato ad uscirne quando gli era stato detto che aveva il fegato gravemente compromesso e stava giocando con la propria pelle, sembrava avercela fatta un paio d'anni fa, ma era solo una finta. Una di quelle che lasciava di sasso gli avversari, come ricorda bene chi lo ha affrontato in Serie A quando vestiva le maglie di Cagliari, Juventus e Perugia. Un giovanissimo Rino Gattuso lo sta ancora cercando, ma non è certo l'unico, visto che quando era in giornata Fabian era una gioia per il pubblico e una dannazione per chi lo aveva di fronte.

     

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    Nelle ultime ore ha commosso il saluto rivolto al giocatore dalla figlia Marina, la maggiore di tre fratelli, che su Instagram ha scritto parole accorate per O'Neill: "Che tu sia in pace papà. Tempo fa avevi già perso la scintilla, la gioia e la tua essenza unica. Ti vedevo sempre più triste, più malato, con gli occhietti smarriti, lo sguardo perso, il tuo fisico così forte sempre più debole e deteriorato. Mi ha fatto male sentirti dire qualche volta ‘non voglio vivere più' nelle tue poche ore di sobrietà. Desidero che il tuo viaggio su questa terra serva a capire di più sull'alcolismo, questa malattia che ti ha sedotto fin da giovane, che ha portato via tutto".

     

    "Ho sempre voluto capire cosa fosse così forte che sentivi e non riuscivi a sopportare, che cos'era quella cosa di cui avevi bisogno letteralmente ogni giorno della tua vita e che cercavi nei bicchieri di alcol – ha continuato la giovane, tirando fuori tutto quello che aveva dentro da tempo – Si vede che la tua sensibilità non sopportava così tanto, erano più di 10 anni che i medici ci davano rapporti negativi e contavano i tuoi mesi di vita. Sono passati 10 anni da quando ho perso la speranza, ma nessuno si prepara mai a questo momento e non poteva essere diversamente".

     

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