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    ''HO VISTO ESPLODERE LA MIA VITA'' - IL PROFESSORE DI NAPOLI VUOLE DIRE LA SUA. I VIDEO CHE LO RITRAGGONO CON STUDENTI E STUDENTESSE? ''L’INDAGINE CHE MI RIGUARDA E METTE IN PIAZZA MIE CONDOTTE INTIME NASCE DALLA DENUNCIA PRESENTATA DA ME SU PRESUNTE IRREGOLARITÀ DI UN’AZIENDA. DOPO QUESTO MIO ESPOSTO, PARTE UNA CONTRODENUNCIA: IO NON SONO INDAGATO MA FINISCO INTERCETTATO''. QUINDI NON NEGA GLI INCONTRI: ''HO FATTO ERRORI, MA È UN COLOSSALE EQUIVOCO. E ORA MIA MOGLIE…''


     
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    Conchita Sannino e Dario Del Porto per ''La Repubblica - Napoli''

     

    « Tutto questo è devastante. È come se vedessi esplodere la mia vita in cui ho investito anni di impegno, di studi, sacrifici». Il professoreAngelo Scala è anche un avvocato di fama: ha difeso fra gli altri persino Diego Armando Maradona nel contenzioso con la giustizia tributaria. Dunque, non può che cogliere la gravità delle accuse e riconosce la necessità di rispondere alle domande. « Ho sempre rispettato la stampa corretta, capisco che sia giusto anche per me parlare. Non vorrei farmi schiacciare da un racconto solo accusatorio».

     

    Professore, quello che emerge a suo carico sembra molto grave.

    E rischia di offuscare il prestigio dell’Università Federico II.

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    «Adesso spero solo di trovare la forza di difendermi nelle sedi opportune, per me e la mia famiglia. Ho una moglie, un figlio piccolo e una bimba che sta per arrivare. Ho avuto momenti di cedimento, in questi giorni in cui sapevo che la bomba sarebbe deflagrata. Spero davvero di essere forte per loro, spero di farcela e di non mollare».

     

    È stato difensore di imputati eccellenti, lei non può perdere fiducia nella giustizia.

    «È questo che mi muove. Vorrei dire solo quattro cose. La prima: si tratta di un colossale equivoco, non lo dico con leggerezza. So bene quanto mi segni oggi e quanto segnerà la mia famiglia, questa storia. La seconda: credo di essere un docente e un professionista che ha dato tanto, mettendoci passione e studio, credo con risultati scientifici e professionali che molti colleghi, con cui ho lavorato e che mi onorano della loro stima, mi hanno sempre riconosciuto.

     

    La terza: davanti al gip fornirò tutti i chiarimenti sul contesto e le modalità con cui si sono verificati determinati eventi. Non entro nel merito, c’è un’indagine. So che la Procura ha agito con correttezza, convincendosi legittimamente della fondatezza delle ipotesi di reato. Ma l’ultima cosa mi opprime: è forse la domanda cui tengo di più».

     

    La faccia.

    «Che Paese siamo diventati? L’indagine che mi riguarda e mette in piazza mie condotte intime e dati più che sensibili, nasce dalla denuncia presentata da me, come curatore, su presunte irregolarità nella procedura fallimentare davanti al tribunale di Nocera Inferiore di un’azienda conserviera di Castellammare di Stabia. Dopo questo mio esposto, parte una controdenuncia: io non sono indagato ma finisco intercettato.

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    Ecco, mi chiedo quale cultura giuridica abbiamo, se siamo finiti in questa voragine».

     

    Però, professore, detta così sembrerebbe che lei stia pagando ora un prezzo per quell’iniziativa?

    «No. Ripeto: sto parlando di una cultura giuridica per la quale posso essere intercettato in risposta ad un fascicolo che si è aperto su gravi irregolarità. Anzi, mi lasci sottolineare che nulla ho da dire sulle indagini e gli accertamenti svolti dai pubblici ministeri».

     

    Però, ribadiamo: è giusto che lei risponda di accuse pesanti, esami mai fatti, ricostruzioni gravi, rapporti con studenti, quanto meno, molto discutibili.

     

    «Riconosco di aver avuto degli atteggiamenti forse troppo scanzonati, troppo confidenziali.

    Ma da qui si è innescato un colossale equivoco. Sono uno che ha molto lottato, mio padre perse il lavoro che io ero ragazzo, mi sono fatto da solo in un mondo altamente competitivo. Ho commesso sicuramente degli errori, ma mi difenderò».

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    Solo "errori", professore Scala?

    «Ho sentito dire da un personaggio in tv: è la mia vita, non è un film, non la posso cambiare. Tra l’altro, non sarei neanche un bravo attore»

     

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