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    HUAWEI GO AWAY – DOPO GOOGLE ANCHE MICROSOFT ROMPE CON IL COLOSSO CINESE, ORA TOCCA AD AMAZON - QUELLA CHE SI STA COMBATTENDO E’ UNA GUERRA FREDDA TECNOLOGICA CON GLI USA CHE FATICANO A STARE AL PASSO CON LA CINA E PROVANO A DIFENDERSI - IN EUROPA L' EX CONSIGLIERE DI DONALD TRUMP STEVE BANNON CONTINUA A PREDICARE LA CACCIATA DEFINITIVA DI HUAWEI DALL' INTERO TERRITORIO COMUNITARIO- INTANTO DOPO LE MINACCE E IL BLOCCO DEGLI SCAMBI TRUMP APRE UNO SPIRAGLIO PER RIAVVIARE LA TRATTATIVA CON PECHINO…


     
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    Flavio Pompetti per il Messaggero

     

    LA GUERRA DI DONALD TRUMP A HUAWEI LA GUERRA DI DONALD TRUMP A HUAWEI

    «Huawei resta un' azienda molto pericolosa - ha detto Donald Trump giovedì sera, mentre Wall Street contava le ferite della peggior giornata borsistica degli ultimi cinque mesi - ma potrebbe essere riammessa nel mercato statunitense nel caso di una conclusione positiva del negoziato commerciale con la Cina».

     

    Il presidente degli Usa è quindi pronto a ignorare l' allarme per la sicurezza nazionale che lui stesso ha invocato al momento dell' applicazione del bando, e a usare il gigante delle telecomunicazioni cinese come arma di scambio per piegare i cinesi ad una resa sull' accordo per gli scambi commerciali. Pechino ha risposto che non capisce cosa Trump voglia esattamente dire, e lo spiraglio per la riapertura delle trattative è ancora invisibile. Resta l' urgenza per i due paesi combattenti di giungere ad una pacificazione che riporti tranquillità nei mercati finanziari globali, e scongiuri la perdita di ricchezza che l' attuale guerra sta causando in tutto il mondo.

    microsoft microsoft

     

    In attesa della pace, intanto Cina e Usa rincarano lo spiegamento bellico. Amazon e Microsoft sono scese a fianco di Alphabeth e di decine di altre aziende tecnologiche per tagliare i ponti con Huawei e le altre società cinesi che sono entrate nella lista di proscrizione del governo Trump. Il sito giapponese di Amazon, ad esempio, ha deciso lo stop alla vendita diretta online di prodotti Huawei, mentre, in base a indiscrezioni non confermate dall' azienda, dopo Google anche Microsoft avrebbe iniziato a non accettare più nuovi ordini dai cinesi e e in particolare ha ritirato i laptop di Huawei dal suo negozio online. Microsoft comunque tiene a specificare che la separazione negli affari ha un carattere provvisorio.

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    Da anni Huawei sta cercando di elaborare dei sistemi operativi da sostituire a Windows e Android, ma non è ancora pronta al passaggio. Il boicottaggio degli Usa potrebbe accelerare lo sviluppo tecnologico, oppure spingere la casa cinese sull' orlo del baratro, come era successo alla ZTE, che è stata poi costretta a pagare un miliardo di dollari per continuare ad operare sul mercato statunitense.

     

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    Sul piano politico il segretario di Stato Mike Pompeo ha assicurato che il bando continuerà ad allargarsi con la partecipazione di altri partner commerciali legati agli scambi delle telecomunicazioni con gli Usa, e quindi esposti a parte della tecnologia sensibile per il Pentagono. In Europa l' ex consigliere di Donald Trump Steve Bannon continua a predicare la cacciata definitiva di Huawei dall' intero territorio comunitario, che nella sua opinione resta un obiettivo ancora più importante per gli Usa che lo stesso accordo finale con i cinesi sugli scambi commerciali. La Cina potrebbe essere tentata di contrattaccare facendo leva sulle terre rare, i minerali che sono alla base dello sviluppo dei superconduttori ai quali Donald Trump sta cercando di sbarrarle l' accesso.

     

    L' OPZIONE MINIERE Il 90% della produzione mondiale di lantanide, scandio e altri oscuri metalli necessari per le marmitte catalitiche, le batterie ricaricabili e i circuiti integrati, è estratta nelle miniere della Mongolia e del Jiangxi. La strategia di sottrarli dal mercato è stata già usata nove anni fa durante una disputa con il Giappone. Il prezzo al tempo lievitò fino a 40 volte, al punto che altri paesi latino americani aprirono le proprie mine. Xi Jimping è sembrato comunque considerare l' opzione di tornare ad usarli come arma, quando ha lanciato l' idea di una nuova lunga marcia di resistenza popolare di sacrifici, di fronte all' ingresso di una miniera della regione di Jiangxi.

     

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    In questa storia giocata sul filo dell' orgoglio nazionale e del ruolo di supremazia mondiale la Huawei è ostaggio degli Usa non solo sul piano commerciale, ma anche quello umano. Dal primo dicembre dell' anno scorso la figlia del fondatore, nonchè capo finanziario della Huawei, Meng Wanzhou, è detenuta agli arresti domiciliari a Vancouver, la città nel cui aeroporto è stata fermata dalla polizia canadese, per l' esecuzione di un mandato di cattura internazionale spiccato dalla giustizia degli Usa. La Homeland Security di Washington sta cercando di estradarla con l' accusa di aver fornito all' Iran materiale di telecomunicazione, in barba alle sanzioni Usa.

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