Tratto da ''I 50 della finanza italiana'' di www.financecommunity.it -a cura di Laura Morelli
carlo messina gaetano micciche
(…) Cosa rende i leader tali? In una società sempre più interconnessa e tecnologica, in cui i cambiamenti disruptive sono all'ordine del giorno e il progresso corre spedito e non si guarda indietro, serve innanzitutto una buona dose di visione.
Carlo Messina
Anticipare i trend, guidare e non farsi trasportare dal mercato, è il primo ingrediente. Chi resta indietro è destinato a sparire. Chi esegue e basta ha poco spazio. Chi ragiona basandosi sui vecchi modelli di business avrà vita breve. Non è un caso che molti di quelli presenti in questa lista hanno costruito da zero operazioni, società e quartieri o hanno per primi introdotto sul mercato delle innovazioni che oggi sono di uso comune.
carlo cimbri
Per fare questo serve anche una buona dose di audacia ma anche di prudenza. In un sistema interconnesso per via di tecnologia e globalizzazione, i leader dovrebbero concentrarsi sull'attuazione di iniziative mirate ma dal grande impatto e in modo eccellente e cruciale, il che richiede un'attenzione simultanea alla prudenza, perché un minimo errore può amplificarsi al punto tale da distruggere ogni risultato. Esattamente come può fare un virus.
carlo cimbri
La finanza non può sentirsi sempre esente dagli errori e ciò vale ora molto più di dieci anni fa. Il motivo è semplice: con la crescente attenzione al sociale, alla governance e all'ambiente, con un capitalismo degli stakeholder emergente e alla luce dei nuovi movimenti sociali, la reputazione e la visibilità sono tutto.
Qui c'è da fare un appunto. Per molti dei professionisti di questa lista la sola parola "visibilità" può far venire i brividi. Molti di loro puntano tutto sulla qualità dell'operato - che è sacrosanta - e sul relativo passaparola garantito da un solido network, relegandosi dietro a un low profile. Viene da chiedersi quanto questo modo di lavorare potrà ancora essere efficace, con la crescita delle nuove generazioni (di professionisti, di clienti e di consumatori).
canzonieri mediobanca
D'altronde viviamo nell'era della comunicazione, dove anche gli aspetti più intimi della propria esistenza vengono venduti sulla base di quante più persone li vedono e li commentano. Pensare che questo sia un trend che non riguarda la finanza è un errore. E non è neanche questo un caso se molti di quelli ai primi posti della classifica conoscono bene la comunicazione e sanno sfruttarla a loro vantaggio.
Ultimo, guidare sistemi complessi e interconnessi richiede positività e averla è un esercizio di sofisticazione, non ingenuità. Positività significa fiducia, cooperazione e collaborazione con il proprio network e i professionisti della propria organizzazione. Ingredienti fondamentali per affrontare i cambiamenti del mondo post Covid-19.
1.CARLO MESSINA - IL LEADER - 58 ANNI
putin messina glasenberg
CONQUISTATORE. Quando nel febbraio scorso ha annunciato l'offerta pubblica di scambio da 4,6 miliardi di euro sulle azioni Ubi Banca erano pochi quelli che credevano veramente nella riuscita del deal. Una mossa estemporanea ma curata nei minimi dettagli e risultata vincente. Una mossa attraverso la quale ha dimostrato ancora una volta leadership e capacità non solo di giocare d'anticipo ma anche di saper stabilire lui stesso le regole del gioco, riuscendo allo stesso tempo a smarcarsi dai dossier più bollenti (leggi Mps). Una mossa azzardata e superba, forse, ma non sono forse il rischio e una massiccia dose di stima di sé doti fondamentali di un vero leader?
RISULTATI. In sette anni ha creato un campione di sistema, con profitti in crescita, anche nel primo semestre di questo annus horribilis, a 2,6 miliardi di euro. Una banca che è ormai diverse spanne più avanti delle concorrenti in termini di dimensione, capitalizzazione e settori presidiati e che è stata capace di un grande sforzo sociale - soprattutto durante il lockdown - e di un presidio sempre più capillare sul territorio. Oltreché un'istituzione sempre presente nelle partite più strategiche.
2.CARLO CIMBRI - LO SCALATORE - 55 ANNI
carlo cimbri
ASCESA. Ceo del gruppo Unipol dal 2010. Nella compagnia assicurativa ci entra nel 1990 e scala tutte le posizioni. Cresciuto al fianco dell'ex dominus Giovanni Consorte, è riuscito dove il suo mentore aveva fallito: trasformare Unipol da compagnia delle cooperative "rosse" alla seconda compagnia assicurativa del Paese, radicata anche nel settore bancario con la quota del 20% di Bper. Il tutto grazie a spiccate capacità tecniche ma soprattutto relazionali.
WINNER. Proprio i buoni rapporti che ha instaurato con Carlo Messina e soprattutto con Alberto Nagel gli hanno consentito di giocare da protagonista nella partita del decennio, l'ops di Intesa su Ubi Banca. Il ruolo di Unipol - e per il suo tramite di Bper — è stato determinante per superare lo Scilla e Cariddi dell'antitrust. A Unipol andranno dunque gli asset assicurativi delle filiali passate a Bper. Un altro tassello nel puzzle della crescita.
SEGNI PARTICOLARI. Tifa l'Inter e ama la montagna.
francesco canzonieri
3.FRANCESCO CANZONIERI - IL PRINCIPE - 42 ANNI
SUGGERITORE. Co-head del cib di Mediobanca, si era già distinto negli anni scorsi ma nel 2020 è riuscito a superare sé stesso, non solo partecipando ai tavoli che contano ma creandoli direttamente. È il caso dell'operazione che ha visto Intesa conquistare Ubi Banca, ad esempio, di cui lui è stato architetto e ingegnere al fianco di Messina.
DEAL. La lista dei deal su cui ha messo la firma quest'anno è lunga. Dalla gara per le quote della media company della Lega Calcio alla cessione di Mps al riassetto di Esselunga. «È ovunque», dice un suo concorrente.
Francesco Canzonieri
FUTURO. In Mediobanca ha sparigliato le carte ed è cresciuto in fretta, complice un approccio poco diplomatico e maniere prive di convenevoli. Come il Principe di Niccolò Machiavelli, conosce bene i meccanismi del potere e cosa si nasconde dietro le gerarchie bancarie. Ed è consapevole della potenza della comunicazione, che va domata. Dove vuole arrivare quasi nessuno lo sa, quel che è certo è che non si fermerà finché non ci sarà arrivato.
4.PHILIPPE DONNET - IL DIRIGENTE - 60 ANNI
caltagirone donnet
CV. Numero uno di Generali dal 2016, inizia la carriera nel campo assicurativo ne11985, in AXA, assumendo ruoli di responsabilità fino a diventare ceo di AXA Assicurazioni Italia e dal 2001 Regional ceo con la guida di Sud Europa, Medio Oriente, America Latina e Canada. Nel gruppo del Leone entra nel 2013 come country manager per poi diventare ceo.
LEADERSHIP. Guida la società più ambita del Paese, oggetto di manovre politico-finanziarie fin dai tempi della Prima Repubblica, aspetto che avrebbe potuto offuscare la sua figura (della serie, l'asset è bello, chi lo guida cambia poco). In realtà negli anni ha dimostrato di avere leadership e autonomia.
Donnet
CATTOLICA. Una riprova è stata data quest'anno con l'acquisizione per 300 milioni del 24,4% della Cattolica in crisi, diventando il primo socio, a cui si accompagna una partnerhsip industriale in quattro ambiti: asset management, internet of things, salute e riassicurazione. Operazione che, a quanto pare, non è piaciuta ad alcuni grandi e piccoli azionisti ma che lui ha portato avanti senza timore.
5.CORRADO PASSERA - L'ENTUSIASTA - 66 ANNI
CORRADO PASSERA ILLIMITY
FIUTO. Ceo e fondatore di illimity, challenger bank totalmente digitale, grazie alle sue intuizioni e al fiuto per le innovazioni l'ex numero uno di Intesa Sanpaolo è riuscito a tornare in auge nel mondo della finanza dopo la pausa politica, che lo ha portato anche a essere ministro dello sviluppo economico e dei trasporti.
corrado passera e giovanna salza
DIREZIONE. Le sue mosse non passano inosservate e in meno di due anni la sua creatura è cresciuta tantissimo, anche sotto la tempesta Covid e sempre seguendo la stella polare di ciò che è nuovo. Lo testimonia ad esempio l'accordo con Banca Sella sull'open banking o l'apertura a particolari operazioni di financing. In sei mesi, nel furore della crisi, la banca ha prodotto utili per 15 milioni di euro col titolo in crescita del 9% e attivi da 3 miliardi di euro.
NO, GRAZIE. Comunicatore nato e professionista con le idee molto chiare, in una recente intervista alla domanda su un suo eventuale ritorno in politica ha risposto: «Ma figuriamoci!!».
6.ALBERTO NAGEL - IL CAPO - 55 ANNI
Francesco Saverio Vinci DG Mediobanca Alberto Nagel Ad e Renato Pagliaro Presidente di Mediobanca 0_pr
IRREPRENSIBILE. Amministratore delegato di Mediobanca da ti anni, il polverone sollevato dal fondatore di Luxottica Leonardo Del Vecchio, che ha comprato il lo% della banca e può salire fino al 20%, non sembra averlo scosso più di tanto. Il suo ruolo resta saldo e così la squadra: sono pochi infatti i cambiamenti proposti per il nuovo cda che sarà votato il prossimo 28 ottobre.
SFIDA. Di certo non cambia il ticket alla guida, con lui affiancato dal presidente Renato Pagliaro. Una concessione però c'è stata: l'eliminazione del vincolo che l'ad e il dg vengano scelti fra gli amministratori dirigenti del gruppo. La sfida per lui sarà non solo quella di mantenere saldo il proprio posizionamento, ma anche giocare in attacco — come fatto finora - nelle principali partite che verranno.
Alberto Nagel
ATTENZIONE! Nel frattempo si è fatto portavoce del mondo bancario avvertendo la Commissione parlamentare d' inchiesta sul sistema banche degli enormi rischi per il sistema del calendar provisioning, la norma della Bce che impone la progressiva svalutazione dei crediti deteriorati fino al l00%.
7.GIUSEPPE CASTAGNA - IL REALISTA - 61 ANNI
GIUSEPPE CASTAGNA
APERTURA. Realisticamente, non si tira indietro se si tratta di fare m&a bancario (è di pochi giorni fa il rumor su possibili talk con Credit Agricole, poi smentiti). Non fosse altro perché ora «competere con Intesa sarà molto più difficile», ha ammesso in un'intervista.
APPUNTAMENTO. Sempre realisticamente, il suo compito adesso è quello di «aumentare valore per la banca», cioè navigare nelle tempestose acque del post-Covid cercando di imbarcare meno acqua possibile. A fine anno ci sarà una revisione del piano industriale in cui dovrebbero essere previste ulteriori chiusure di filiali. Nel frattempo la macchina funziona bene, ha gestito le richieste di moratoria in tempi rapidi (loomila in due mesi). E c'è sempre quel 20% di Anima da valorizzare...
giuseppe castagna
RICONOSCIMENTO. Lo scorso maggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella l'ha nominato Cavaliere del Lavoro.
8.JEAN PIERRE MUSTIER - IL CONSERVATORE - 59 ANNI
RISOLUTO. Quando è stato chiamato alla guida di Unicredit, nel 2016, il suo compito era quello di riportare la banca in una zona di sicurezza ed è esattamente quello ha fatto, procedendo spedito per la sua strada e nel frattempo riorganizzando le poltrone, soprattutto in cib e wealth.
mustier parzani
TROPPO? Il suo approccio da ex militare, orientato al puro derisking (8mila tagli), è impopolare e sembra superato di fronte alle mosse della prima diretta concorrente, Intesa. Mustier però si chiude a riccio: «L'm&a non è una panacea, noi preferiamo trasformare e ricomprare azioni», ha detto. Una strategia destinata a durare? Fuori tutti si aspettano da lui una mossa nella direzione opposta (ad esempio su Mps). Difficile dirlo. Ma se vorrà restare ancora il numero uno della seconda banca del Paese non potrà più ignorare la valenza sistemica che la struttura che guida può avere.
JEAN PIERRE MUSTIER
SALDO. A inizio anno i rumor lo davano con un piede fuori Piazza Gae Aulenti, in direzione Londra, da Hsbc. Lui invece è rimasto dove sta e non sembra avere intenzione di andarsene.
9.ROBERTO SAMBUCO - L'ISTITUZIONALE - 51 ANNI
ROBERTO SAMBUCO
DEAL. Uomo di fiducia dell'ad di Tim Luigi Gubitosi ed esperto di Tlc, nell'ultimo anno ha seguito la società in diverse operazioni tra cui la vendita del 37% della rete secondaria per 1,8 miliardi di euro a Kkr o l'accordo sul data center con Google Italia. Ma gioca anche al fianco di Cvc nella gara per la media company della Lega Calcio.
ROBERTO SAMBUCO
RETE UNICA. Il deal più significativo è senza dubbio il progetto di creazione della rete unica annunciata da Tim assieme a Cassa depositi e prestiti e Open Fiber. Un'operazione complessa che ha contribuito ad architettare e a realizzare e su cui sta lavorando assiduamente da oltre un anno. Una mossa necessaria, nelle intenzioni del governo, per l'accelerazione dello sviluppo digitale in Italia.
WORK. Partner di Vitale & Co. e responsabile dell'ufficio di Roma, è colui che intrattiene e alimenta, con successo, i rapporti istituzionali. Da quando è arrivato ha fatto conoscere il brand Vitale nei palazzi romani. È anche professore di Economia e Politica della cooperazione all'Università "La Sapienza".
alessandra perrazzelli
10.ALESSANDRA PERRAZZELLI - LA DIGITAL - 59 ANNI
CV. Componente del Direttorio della Banca d'Italia, della quale è anche vice direttrice generale dallo scorso anno. Milanese, avvocata, ha esperienze in Intesa Sanpaolo e Barclays.
FOCUS. Ha preso a cuore lo sviluppo tecnologico dell'infrastruttura finanziaria del paese. È infatti la responsabile del progetto di realizzazione di un hub fintech a Milano, in zona Cordusio, lanciato dal governatore Ignazio Visco nelle conclusioni finali della relazione del 29 maggio scorso. Il piano sarà presentato in autunno ma, ha spiegato Perrazzelli, si baserà su principi di collaborazione con mondo accademico e startup, interlocuzione con la finanza e attrazione dei talenti.
alessandra perrazzelli
IN CATTEDRA. A inizio anno l'Università di Genova l'ha chiamata per una lectio magistralis proprio sul fintech.