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    I BENETTON DOVEVANO FARE COME ONORATO E INNAFFIARE DI CONSULENZE CASALEGGIO E GRILLO! ''RAPPORTI INCESTUOSI DEI BENETTON CON LA POLITICA'' (LA SMENTITA DI BUONAMICO). OGGI UN POST DEL BLOG AMMAZZA AUTOSTRADE/ATLANTIA, CHE IN BORSA PERDE OLTRE IL 4% CON IL MILLEPROROGHE CHE RENDE PIÙ SEMPLICE REVOCARE LE CONCESSIONI - DAL GRUPPO SONO PRONTI A CHIEDERE MILIARDI DI DANNI


     
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    LA SMENTITA DI BUONAMICO

    Riceviamo e pubblichiamo:

     

    Credo che il dovere di un giornalista sia quello di documentarsi prima di scrivere un articolo.
    Mi riferisco a quanto scritto in ordine alle nomine nel CdA della Società Italiana per il Traforo del Monte Bianco.
    Basta leggere lo statuto della Società per rendersi conto dell’ignoranza di chi ha scritto l’articolo.
    Infatti le persone indicate e in particolare il Presidente, il sottoscritto e altri 3 membri del CdA, non sono nominati da Atlantia ma dal governo su indicazione rispettivamente dagli Esteri, dal Mit, del Mef e 2 sempre dal Mit su indicazione di Anas.
    Mi sembrava doveroso precisare quanto sopra a salvaguardia della mia immagine.
    A tale proposito preciso di non aver mai avuto rapporti con l’ex ministro Tremonti, che anzi mi ha rimosso dall’incarico in Sogei, senza minimamente considerare i risultati raggiunti, ma solo sulla base di articoli giornalistici, che mi hanno portato aD essere indagato per ben 5 anni, senza che nessuno si sia mai preoccupato di scrivere che dopo i 5 anni di indagine sono stato prosciolto in istruttoria, solo per cercare di scaricare su altri le sue responsabilità nella vicenda relativa alla sua casa di Roma.
    Marco Bonamico

     

    1. ATLANTIA: RESTA PESANTE IN BORSA (-4,3%) CON MILLEPROROGHE

     (ANSA) - Atlantia soffre in Borsa e pesa sul listino dopo le novità nel decreto mille proroghe che rendono più semplice la revoca delle concessioni. Il titolo della società che controlla Autostrade ha ampliato le perdite e cede il 4,3% a 21,1 euro. "Continuiamo a ritenere che l'obiettivo del governo sia di rafforzare la propria posizione nella rinegoziazione del contratto con Aspi, ma se confermato l'articolo 33 sarebbe molto negativo" commentano gli analisti di Equita citando la riduzione del valore dell'indennizzo e l'alzarsi del livello dello scontro.

    luciano benetton luciano benetton

     

    In attesa del testo definitivo l'articolo 33 in caso di revoca non per inadempimento del gestore prevede un indennizzo pari al solo valore delle opere realizzate al netto degli ammortamenti e di eventuali costi/penali. Nel caso invece di revoca per inadempimento andrà detratto anche il risarcimento danni. Inoltre l'indennizzo sarà riconosciuto solo dopo il pagamento dei creditori accertati in giudizio mentre l'efficacia della revoca non è subordinata al pagamento dell'indennizzo e Anas subentrerà nella gestione.

     

    1. AUTOSTRADE:C.CONTE, SUPERARE ECCESSO VANTAGGIO PRIVATI

     (ANSA) - Nella sua relazione su "Le concessioni autostradali" la Corte dei Conti invita "a superare le inefficienze riscontrate, quali l'irrazionalità degli ambiti delle tratte, dei modelli tariffari, di molte clausole contrattuali particolarmente vantaggiose per le parti private, gli investimenti in diminuzione o sottodimensionati con possibili extraprofitti, la lunghezza delle procedure dopo la scadenza delle vecchie convenzioni".

    GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

     

    1. AUTOSTRADE: M5S, RAPPORTI INCESTUOSI BENETTON CON POLITICA

     (ANSA) - "Se non sono rapporti incestuosi poco ci manca. Il fatto è che Autostrade per l'Italia, sotto attento presidio dei Benetton, ha saputo coltivare davvero bene il rapporto con la politica e con il poliedrico mondo dei Boiardi di Stato. Un rapporto lubrificato in ogni ingranaggio, utilizzando sapientemente l'olio delle nomine. Troppo importante, dal loro punto di vista, difendere in ogni modo un tesoro accumulato grazie ai pedaggi. Si tratta di un modus operandi impressionante che dura da anni e non accenna a finire. I nomi e gli esempi si sprecano".

     

    nicola rossi 7 nicola rossi 7

    Lo si legge in un post sul Blog delle Stelle, che cita nomi di ex politici "da un esponente di spicco della Prima Repubblica, Paolo Cirino Pomicino" a "Nicola Rossi ex deputato dei Ds ed ex consigliere di D'Alema". "Fino ai nostri giorni la famiglia di Ponzano Veneto ha tenuto nella massima considerazione la rete "lobbistica" fatta da ex politici, ex boiardi e amici degli amici, puntualmente piazzati nei cda delle concessionarie della galassia. Il tutto mentre la stessa considerazione non veniva minimamente osservata nei confronti dei cittadini", scrive il M5s.

     

    "Si prenda la Tangenziale di Napoli, la concessionaria controllata da Autostrade che controlla l'omonima infrastruttura. Ebbene, alla presidenza ancora oggi troviamo un esponente di spicco della Prima Repubblica, Paolo Cirino Pomicino, già fedelissimo di Giulio Andreotti e ministro del Bilancio. Lo stesso Pomicino, la cui rete evidentemente ha ancora una certa capacità di incidere, è vicepresidente delle Autostrade Meridionali, altra controllata di Autostrade che gestisce l'A3 Napoli-Pompei-Salerno", proseguono i Cinque stelle.

     

    paolo cirino pomicino spegne le candeline foto di bacco (2) paolo cirino pomicino spegne le candeline foto di bacco (2)

    "Ma soffermiamoci un attimo su questa concessionaria. Nel collegio sindacale delle Autostrade Meridionali spicca la presenza di Antonio Mastrapasqua, noto alle cronache di qualche anno fa come Mister Poltrone, fedelissimo di Gianni Letta ed ex presidente dell'Inps, oltre che commercialista da sempre accompagnato da robusti carnet di incarichi societari. A conferma di ciò basti pensare che Mastrapasqua è inserito anche nel collegio sindacale di un'altra concessionaria della galassia Benetton, ovvero la SAT - Società autostrada tirrenica". "E qui, come una mappa del potere in cui gli incroci hanno tanto da raccontare, troviamo altre interessanti sorprese. Sempre in SAT - Società autostrada tirrenica, c'è un presidente che si chiama Antonio Bargone, ex deputato del fu Pds ed ex sottosegretario ai lavori pubblici nei Governi di Romano Prodi e Massimo D'Alema.

     

    L'attenzione della famiglia di Ponzano Veneto è stata comunque trasversale, in modo da evitare la miccia di gelosie e soprattutto in modo da garantirsi sostegno a ogni latitudine politica. Prendiamo la Società italiana per il traforo del Monte Bianco, la cui partecipazione di maggioranza è sempre appannaggio di Autostrade. Qui alla presidenza siede un notaio astigiano che si chiama Aldo Scarabosio, ex senatore di Forza Italia e Pdl.

     

    Nel Consiglio di amministrazione della stessa Società per il traforo del Monte Bianco è stato riciclato anche Marco Bonamico, manager di Stato molto vicino all'ex Ministro dell'economia Giulio Tremonti, che ne favorì l'ascesa alla poltrona di amministratore delegato di Sogei (la strategica società del ministero che custodisce l'anagrafe tributaria, ovvero tutti i dati fiscali di cittadini e imprese italiane).

    patuanelli paola de micheli patuanelli paola de micheli

     

    La ciliegina sulla torta, tra i tanti esempi che si potrebbero fare, è stata messa in tempi recenti dalla stessa Autostrade per l'Italia, la gallina dalle uova d'oro di Atlantia, la holding dei Benetton. Nel consiglio di amministrazione, infatti, l'azionista di maggioranza ha tra gli altri indicato Nicola Rossi, apprezzato economista pugliese, ma incidentalmente anche ex deputato dei Ds ed ex consigliere economico di D'Alema premier", conclude il M5s sul blog delle stelle.

     

     

    1. CONCESSIONI, AUTOSTRADE: PRONTI A RISOLVERE IL CONTRATTO E A CHIEDERE TUTTI I DANNI

    Giusy Franzese per ''Il Messaggero''

     

    Non è più l'articolo 33 del decreto Milleproroghe, è diventato il 38 ed è anche molto più corto: 20 righe anziché le 34 originarie. Ma al di là del posizionamento all'interno del provvedimento e della lunghezza, la contestatissima norma in materia di concessioni autostradali nella sostanza non è cambiata. Tant'è che ieri Italia Viva ha ribadito il suo no anche alla nuova versione. Che quindi potrebbe essere ulteriormente modificata prima del Consiglio dei Ministri, convocato nel tardo pomeriggio di oggi. Se le posizioni non troveranno un punto di mediazione la battaglia si sposterà in Parlamento.

     

    mastrapasqua mastrapasqua

    Intanto il mondo delle concessioni autostradali è in gran subbuglio. Ieri, per valutare i nuovi scenari, si è tenuto un lungo consiglio di amministrazione di Autostrade per l'Italia. Al termine un comunicato con il quale il gruppo si riserva di «mettere in atto ogni azione a tutela della società e di tutti gli stakeholders» se la norma dovesse essere confermata. E annuncia di aver inviato al governo «una comunicazione» nella quale evidenzia che l'eventuale adozione di tale norma sarebbe causa di risoluzione della convenzione unica.

     

    Sulla necessità di una norma che consenta allo Stato di intervenire con le revoche nel caso di interesse nazionale, cambiando anche i contratti in corso e senza per questo pagare penali e indennizzi milionari, restano convinti sia i dem che i cinquestelle. Anche se le finalità sembrano molto diverse. Il segretario del Pd Nicola Zingaretti, ieri ha negato che, dietro il paravento di una norma erga omnes, in realtà si voglia colpire Aspi. «Non credo che sia il primo passo verso la revoca» delle concessioni autostradali «ma rende più forte la dimensione pubblica nei rapporti con i concessionari. Se lo Stato trova delle forme per essere più autorevole nelle trattative io lo vedo come un fatto positivo» ha detto.

     

    IL PARAVENTO

    l capo politico dei Cinquestelle, Luigi Di Maio, però dice esattamente il contrario: «Che sia chiaro: bisogna avviare un percorso che ci porti alla revoca delle concessioni autostradali. Non dimentichiamoci che questa gente si è arricchita con i soldi dei cittadini, dimenticandosi però di fare manutenzione a ponti e strade. Per noi questa è una battaglia di civiltà, perché serve giustizia per le vittime del ponte Morandi. E chi si oppone a tutto questo di sicuro non fa il bene del Paese».

     

    PALENZONA PALENZONA

    L'ULTIMA BOZZA

    Nella versione che circolava ieri (e che potrebbe essere ulteriormente modificata) resta l'automatismo del passaggio della gestione provvisoria all'Anas spa in caso di revoca, decadenza o risoluzione della concessione in attesa di una nuova gara e resta l'azzeramento quasi totale degli indennizzi. Al concessionario, sia se la revoca è decisa per inadempimento contrattuale e sia quando viene decisa per «motivi di pubblico interesse», sarà riconosciuto solo «il valore delle opere realizzate più gli oneri accessori, al netto degli ammortamenti, ovvero, nel caso in cui l'opera non abbia superato ancora la fase di collaudo, i costi effettivamente sostenuti dal concessionario» (art.176, comma 4, lettera a del decreto legislativo 18 aprile 2016 n.50).

     

    Anche questa versione, come detto, non convince Italia Viva che contestano sia il metodo che il merito e si riservano di presentare emendamenti durante il passaggio parlamentare. «Italia Viva trova incredibile il modo con cui il tema delle possibili revoche delle concessioni è stato surrettiziamente introdotto nella bozza del decreto Milleproroghe» hanno dichiarato ieri i deputati di Italia Viva in Commissione Trasporti, Raffaella Paita e Luciano Nobili.

     

    AUTOSTRADE PER L ITALIA AUTOSTRADE PER L ITALIA

    Per Fabrizio Palenzona, presidente Aiscat (Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori), «il governo non è capace di trovare una soluzione e cerca una scorciatoia ma così distrugge un intero settore mi sembra veramente un salto nel buio».

    Le principali critiche al provvedimento riguardano il passaggio automatico ad Anas, società per azioni del gruppo Fs, in «palese violazione del principio di libera concorrenza», il taglio degli indennizzi e il cambiamento delle regole in corso d'opera. Ci si pone poi il problema dei lavoratori delle concessionarie sottoposte a eventuale revoca (Aspi ad esempio ha circa settemila dipendenti): che fine faranno, visto che la norma non prevede clausole sociali o di salvaguardia?

     

    Secondo Aspi la norma che si vorrebbe introdurre «è incostituzionale e contraria alle norme europee», oltre ad essere «irragionevole, non essendo assistita da alcuna congrua motivazione, con presunta valenza retroattiva».

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