Estratto dell'articolo di Michele Bocci per "la Repubblica"
PubertA
Lo stress, la sedentarietà e tanto tempo trascorso davanti agli schermi […] sono i motivi dell’incremento continuo della pubertà precoce nel nostro Paese. Un aumento di casi che riguarda soprattutto le bambine: in alcuni decenni anticipata di un anno la data della prima mestruazione, scesa dai 12 anni e mezzo degli anni Cinquanta e Sessanta agli 11 e mezzo di oggi.
È stata la pandemia a dare nuove informazioni, confermare intuizioni e rafforzare certezze degli endocrinologici che si occupano dello sviluppo. […]La tendenza è stata osservata un po’ in tutti gli ambulatori italiani che si occupano di questo problema, che coinvolge migliaia di persone ogni anno.
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Oggi, confermano dalle strutture, ci si sta riallineando al 2019, quando il tasso di crescita c’era ma non era accentuato come durante il Covid. I casi, specificano dall’ospedale toscano «sono sempre comunque elevati».
Si definisce pubertà precoce la comparsa di caratteri sessuali secondari prima degli 8 anni nelle bambine e dei 9 anni nei bambini. […] «C’è di sicuro una componente ereditaria nella pubertà precoce — dice Stefano Stagi, che dirige la auxo-endocrinologia del Meyer — però può avere un peso significativo anche l’ambiente».
Possono influire l’aumento di massa corporea, l’improvvisa interruzione dell’attività sportiva, l’aumento delle condizioni di stress. Poi ci sono gli schermi. Il Bambin Gesù ha fatto una serie di interviste alle famiglie delle bambine che hanno avuto accesso ai suoi servizi ed è emerso anche «un aumento significativo dell’uso dei dispositivi elettronici. È riconducibile all’introduzione della Dad, insieme alla persistenza del loro uso per lo svago nel tempo libero».
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Carla Bizzarri, responsabile dell’ambulatorio di endocrinologia pediatrica dell’ospedale romano, spiega che le conseguenze dello “screen time” si studiano da tempo. Per adesso ci sono ricerche sui topi, nei quali si è dimostrato che l’esposizione prolungata alla luce blu dà un anticipo della pubertà nelle femmine.
[…] Ormai da decenni, il trattamento della pubertà precoce si fa con la triptorelina, il farmaco che interrompe la pubertà ed è usato tra mille polemiche per una trentina di casi all’anno di disforia di genere, cioè di chi non si riconosce nel sesso assegnato alla nascita. Sono di gran lunga più numerosi i bambini ai quali viene somministrato per ritardare lo sviluppo anticipato. Quanti? I dati non sono chiari. Aifa stima l’utilizzo di 0,9 dosi al giorno per mille abitanti. Significa che nelle 24 ore in Italia assumono il medicinale circa 55 mila persone.
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Tra queste ci sono però malati di tumore alla prostata e anche alla mammella, che assumono il medicinale nato proprio per i problemi oncologici. […] Secondo alcune stime i bambini che hanno bisogno del medicinale sono tra i 12 e i 15 mila l’anno. A dimostrare quanto crescano i casi c’è un aumento delle dosi somministrate di oltre il 40% tra il 2020 e il 2022.