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    I COMMERCIALISTI SUL PIEDE DI GUERRA: SONO PRONTI ALLO SCIOPERO CONTRO IL GOVERNO - LA MOBILITAZIONE DELLA CATEGORIA PER L'INGORGO DELLE SCADENZE - I PROFESSIONISTI SONO FURIOSI: “NON INVIEREMO I DATI SULLE DICHIARAZIONI IVA” - NEL PD MONTA L'IRRITAZIONE CONTRO IL VICEMINISTRO MISIANI CHE HA ACCUSATO LE PARTITE IVA DI NON STARE PEGGIO DI ALTRI, E QUINDI POSSONO PAGARE LE TASSE…


     
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    Luca Monticelli per “la Stampa”

     

    ROBERTO GUALTIERI ROBERTO GUALTIERI

    Batte il pugno sul tavolo, si guarda intorno e dopo un breve preambolo lo dice chiaramente: «Abbiamo deciso di alzare i toni, siamo pronti allo sciopero». Marco Cuchel, presidente dell'Associazione nazionale commercialisti, interviene nella sala caduti di Nassirya del Senato davanti a una platea di colleghi e parlamentari di tutti i partiti. «Senza la proroga delle scadenze fiscali di luglio non invieremo i dati telematici relativi alle liquidazioni periodiche Iva del 16 settembre».

     

    L'autunno caldo del fisco passa anche per i 120 mila professionisti che fanno la dichiarazioni dei redditi. Sono nove le sigle della categoria che si sono ritrovate a Palazzo Madama per dare voce al disagio di professionisti e imprese che chiedono al governo un rinvio delle centinaia di versamenti previsti entro la fine del mese. Richiesta respinta e polemiche acuite dalle dichiarazioni del vice ministro Antonio Misiani che ha accusato le partite Iva: non stanno peggio di altri, e quindi possono pagare le tasse.

    antonio misiani antonio misiani

     

    I commercialisti lanciano un grido d'allarme e minacciano «un'astensione collettiva dal lavoro a oltranza». La protesta potrebbe proseguire a ottobre con il mancato invio del modello unico e così via finché il Mef non accetterà di riprendere i fili del dialogo. «Di fronte a un Paese in sofferenza, a una categoria come la nostra oberata di lavoro, ad imprese con l'acqua alla gola il governo si mostra sordo alle nostre istanze. Il mondo degli autonomi subisce un duro colpo frutto di una imperdonabile disattenzione nei confronti delle sue esigenze», attacca il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Massimo Miani.

     

    LA RIVOLTA DELLE PARTITE IVA LA RIVOLTA DELLE PARTITE IVA

    La tensione negli ultimi giorni si è alzata sempre di più, ma la via d'uscita è dietro l'angolo: eliminare sanzioni e interessi per chi pagherà entro il 30 settembre. «Ci aspettiamo che Gualtieri ci convochi, un'intesa la possiamo trovare. Noi vogliamo essere messi nelle condizioni di lavorare bene e che le aziende nostre assistite possano pagare le imposte con più tranquillità», sottolinea ancora Cuchel.

     

    Che si possa raggiungere un accordo lo pensa Maria Pia Nucera, presidente dell'Associazione dottori commercialisti: «Sono convinta che l'interlocuzione con il Tesoro riprenderà e che riusciremo a riprogrammare insieme le prossime scadenze». Alla conferenza ha partecipato Matteo Salvini, il leader del Carroccio però è rimasto in disparte e ha preferito lasciar parlare il deputato Alberto Gusmeroli, autore dell'ordine del giorno approvato alla Camera che invitava l'esecutivo ad abolire le multe per i pagamenti che arriveranno in ritardo.

    commercialista commercialista

     

    È Stefano Fassina a invitare la maggioranza a dare seguito a quell'impegno con il provvedimento finanziato dal prossimo scostamento di bilancio. «Chiedo scusa per le dichiarazioni di Misiani - ha detto l'esponente di Leu - io credo che le partite Iva stiano peggio di altri e se non ci sarà questo slittamento la frattura tra istituzioni e lavoratori si potrebbe allargare».

     

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    Chiara Gribaudo e Tommaso Nannicini del Pd hanno preso le distanze dalla linea dei dem sulle partite Iva: «I lavoratori autonomi non sono dei privilegiati, chi lo sostiene sbaglia profondamente, spostare i termini fiscali è sempre stato problematico ma quest' anno era fondamentale prendere una via diversa». L'iniziativa a Palazzo Madama è stata promossa da Andrea De Bertoldi, senatore di Fratelli d'Italia e coordinatore della consulta dei parlamentari commercialisti. I sindacati respingono l'accusa di essere politicizzati o vicini al centrodestra: «Noi parliamo con tutti, abbiamo il favore di parte del M5s, del Pd e di Italia viva. Non ci facciamo strumentalizzare, dialoghiamo con tutto l'arco costituzionale».  

    PARTITE IVA PARTITE IVA

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