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I DAVID DEI GIUSTI - ARIECCOLI I DAVID DI DONATELLO! IN UNA STAGIONE NON PARTICOLARMENTE FORTUNATA, IL CINEMA ITALIANO SCEGLIE I SUOI CAMPIONI DELLA STAGIONE - I CINQUE CHE SI DIVIDONO LE NOMINATION AL MIGLIOR FILM E ALLA MIGLIORE REGIA SONO, CON POCHISSIMA FANTASIA, “BERLINGUER. LA GRANDE AMBIZIONE”, “IL TEMPO CHE CI VUOLE”, "L'ARTE DELLA GIOIA", "PARTHENOPE" E "VERMIGLIO" - QUESTI CINQUE ELETTI NON SONO GRANDI FILM EPOCALI, VA DETTO, MA BEN RAPPRESENTANO LO STATO ATTUALE DEL CINEMA ITALIANO. MALATICCIO. NON SONO NEANCHE I FILM PIÙ AMATI DAL PUBBLICO…
Marco Giusti per Dagospia
elio germano berlinguer la grande ambizione
Era già tutto previsto… Arieccoli i David di Donatello! In una stagione non particolarmente fortunata del nostro cinema, vedi il disastro dell’Oscar, il disastro di tanti film italiani costosi inutilmente spiaggiati in sala, il disastro dei nostri film ai festival di Cannes e in parte a Venezia, dove almeno è stato premiato con il Leone d’Argento “Vermiglio” di Maura Delpero, vedi soprattutto la ridicola guerra al tax credit e agli autori di sinistra da parte dell’allora ministro Genny Sangiuliano, proprio durante i giorni di Venezia clamorosamente rottamato col caso Boccia e rapidamente sostituito con l’azzimato Giuli, il cinema italiano sceglie i suoi campioni della stagione.
il tempo che ci vuole di francesca comencini
I cinque campioni che si dividono le nominations al miglior film e alla migliore regia sono, con pochissima fantasia, “Berlinguer. La grande ambizione” di Andrea Segre, un ritratto di Berlinguer ben poco rivoluzionario ai tempi dell’Affare Moro con Elio Germano bravissimo ma con la parrucca non proprio perfetta, “Il tempo che ci vuole” di Francesca Comencini, serio dramma autobiografico della regista e dei suoi rapporti col padre nella Roma tossica degli anni ’70,
celeste dalla porta, daniele rienzo and dario aita in parthenope photo by gianni fiorito
“L’arte della gioia”, kolossal televisivo tutto al femminile diretto da Valeria Golino tratto dal romanzo-fiume di Goliarda Sapienza con la nuova stella Tecla Insolia e le sempre in formissima Jasmine Trinca e Valeria Bruni Tedeschi, “Parthenope” di Paolo Sorrentino con la new entry Celeste Dalla Porta, che non è stato per nulla amato a Cannes dalla critica internazionale, ma almeno era stato scelto in concorso, e “Vermiglio” di Maura Delpero, forte del Leone d’Argento a Venezia e della candidatura italiana agli Oscar, ma che alla fine si è rivelato non così forte.
Si poteva scegliere qualcosa di diverso? Magari “Familia” di Francesco Costabile, che infatti ha fatto incetta di nomination tra gli attori. Questi cinque eletti non sono grandi film epocali, va detto, ma ben rappresentano lo stato attuale del cinema italiano. Malaticcio. Non sono neanche i film più amati dal pubblico, ma “Diamanti” e “Il ragazzo dai pantaloni rosa” sono stati considerati un po’ troppo facili e acchiappapubblico. Questa cinquina dimostra bene però una tendenza, quella del cinema al femminile, visto che su cinque registi, tre sono donne.
Detto questo sarà, presumo, un “Parthenope”, cioè Freemantle, contro tutti, soprattutto contro “Vermiglio”, targato Rai. Fra i due preferisco “Parthenope”, almeno c’è Napoli, c’è il mare, c’è anche lo scudetto. “Vermiglio” ha dalla sua Tommaso Ragno e la grande fotografia di Mikhal Krichman. Che non è poco. Tra le attrici, praticamente, abbiamo le protagoniste di ben quattro dei cinque migliori film. La Celeste Dalla Porta di “Parthenope”, la Martina Scrinzi di “Vermiglio”, la Ramona Maggiora Vergano di “Il tempo che ci vuole”, la Tecla Insolia di “L’arte della gioia”. La quinta attrice, fortissima, è la Barbara Ronchi di “Familia”.
Con poca fantasia tra le non protagoniste ritroviamo due attrici di “L’arte della gioia”, Valeria Bruni Tedeschi e Jasmine Trinca, Luisa Ranieri nel suo ruolo più stracuilt di sempre, la Greta Cool che adora il sesso anale di “Parthenope”, la Tecla Insolia di “Familia” e la Geppi Cucciari di “Diamanti” di Ferzan Ozpetek, che almeno ci fa fare qualche risata. Stessa situazione tra i migliori attori. L’Elio Germano di “Berlinguer. La grande ambizione”, il Tommaso Ragno che parla veneto di “Vermiglio”, il Fabrizio Gifuni in versione Comencini padre di “Il tempo che ci vuole”, il Silvio Orlando professore di “Parthenope” oltre al Francesco Gheghi di “Familia”.
vermiglio, la sposa di montagna
Tra gli attori non protagonisti Roberto Citran di “Berlinguer”, Francesco Di Leva di “Familia”, Peppe Lanzetta di “Parthenope”, Guido Caprino di “L’arte della gioia” e Pierfrancesco Favino di “Napoli-New York”. A scorrere l’elenco delle nominations ben risalta l’impatto di “Familia” di Francesco Constabile, candidato anche per la sceneggiatura non originale.
Fra gli esordi si segnala ovviamente la Margherita Vicario di “Gloria!”, che ha candidature anche per la musica e la migliore canzone, Edgardo Pistone di “Ciao, bambina”, Loris Lai di “I bambini di Gaza”, Gianluca Santoni di “Io e il secco”, Neri Marcoré di “Zamora”. Trovo interessante lo scontro fra direttore della fotografia, Daniele Ciprì di “Hey, Joe” contro la Daria D’Antonio di “Parthenope” e “Mikhal Krichman” di “Vermiglio”.
Interessanti anche le new entries nelle nomitations per le migliori musiche, Colapesce per “Iddu”, Iosonouncane per “Berlinguer”, Thom Yorke per “Confidenza”, la Vicario per “Gloria” oltre al più classico Nicola Piovani per “Il treno dei bambini” di Cristina Comencini. Un film totalmente snobbato. Come “Iddu” o “Hey, Joe”. Banalissime le nomination dei migliori film stranieri, “Anora” di Sean Baker, “Conclave” di Edward Berger, “Giurato numero 2” di Clint Eastwood, “La zona d’interesse” di Jonathan Glaser, addirittura “Perfect Days” di Wim Wenders.
Sembra l’elenco dei film preferiti degli spettatori del cinema Eden di Roma. Magari è quello il cinema romano che vota ai David. Ovviamente non compare né “Grand Tour” di Miguel Gomes, che figura pure come film “italiano”, né, incredibilmente, “Challengers” di Luca Guadagnino. Chevelodicoaffà? Il cinema italiano non cambia.
Miglior film
Miglior regia
Miglior attrice protagonista
Miglior attore protagonista
Miglior attrice non protagonista
Miglior attore non protagonista
Miglior sceneggiatura originale
Miglior sceneggiatura non originale
Miglior esordio alla regia
Miglior direzione della fotografia
Miglior produttore
Miglior casting
Miglior compositore
Miglior canzone originale
Migliori scenografie
Migliori costumi
Miglior trucco
Miglior acconciatura
Miglior montaggio
Miglior suono
Migliori effetti visivi – VFX
Miglior documentario
Miglior film internazionale
Miglior cortometraggio
David giovani
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