Francesco Battistini per il “Corriere della Sera”
KHURAM BUTT
«Enjoy your meal!» È una casetta gialla e rosa all' angolo di High Street, numero 137, e al crocevia di quest' indigesta storia di terroristi della porta accanto. Il Kentucky Fried Chicken del quartiere di East Ham, un posto pulito e ben illuminato: il Jihad Restaurant che ha fatto incontrare, lavorare, delirare insieme i terroristi di London Bridge.
KHURAM BUTT
Nel pomeriggio, l' ora d' uscita da una scuola vicina, gruppetti di ragazzini in divisa blu vengono a mangiare le ali di pollo con le chips. Fino a un anno e mezzo fa gliele servivano Youssef Zaghba, il martire venuto dall'Italia, e Khuram Butt, il capo della cellula. «Sì, lavoravano da noi - l'unico commento d'un portavoce della società di gestione, Auriga Holdings - e Khuram Butt è stato nostro office manager dal 2012 al 2015. Stiamo collaborando con le autorità».
khuram butt
Il Kfc di East Ham non è molto lontano da Barking e dalla palazzina degli arresti di questi giorni, dove viveva Khuram con moglie e figlioli. Venti minuti di macchina e poi turni di sei ore fra le dieci e mezza del mattino e le undici di sera: tutto il tempo che serviva a parlare, convincere, reclutare. Secondo Scotland Yard, è al Jihad Restaurant che Khuram e Youssef si sono conosciuti. Ed era qui che veniva a mangiare anche Rashid Redouane, il vicino di casa di Khuram, il terzo killer del sabato sera: uno che a casa ci andava per picchiare l' ex moglie scozzese, colpevole di non essersi convertita all' Islam.
Ci sapeva fare, Khuram Butt. Una delle «persone sbagliate» in «quel quartiere che non mette nessuna serenità», come dice la mamma bolognese di Youssef, uno che si sentiva dalla parte giusta e sempre nel posto adatto. Segnalato, fermato, monitorato. Filmato con le bandiere nere e con predicatori legati agli attentati del 2005, quelli che esortavano ad accoltellare il deputato inglese Stephen Timms. Eppure capace di trovare sempre buoni lavori e i pass per tutto.
khuram butt e rachid redouane
Da aprile a ottobre 2016, dopo le alette di pollo, Khuram il pachistano aveva trovato lavoro per l' azienda trasporti londinese, assistenza clienti. E anche se quattro mesi prima era finito su tutte le tv per quello show pro Isis, gli era stato concesso un via libera speciale per passare perfino nel tunnel della metropolitana che passa sotto il Parlamento, a Westminster. Non solo: come ex dipendente d' una società di sicurezza, aveva ricevuto il tesserino Sia (Security Industry Authority) che certifica l' affidabilità e dà accesso a ingressi riservati. «Non era fra i sospetti», continua a difendersi l' Mi5.
Anche se per sospettare qualcosa bastava seguirlo su WhatsApp. Dove da qualche tempo il selfie del profilo era stato sostituito da citazioni religiose. E uno degli ultimi messaggi prometteva: «Dice Allah (Corano 94.6): in verità, con la difficoltà viene la facilità».