GIRONE LATORRE
Francesco Grignetti per “la Stampa”
Sette anni e mezzo di attesa. E finalmente si entra nel vivo di un processo. All' Aja, in Olanda, è iniziato l'arbitrato internazionale tra Italia e Olanda per dirimere un conflitto di competenze. Il processo è quello ai due marò, Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, che nel 2012 erano in servizio a bordo della petroliera italiana «Enrica Lexie», temettero un assalto di pirati nelle acque internazionali al largo dell'India, spararono alcuni colpi con le loro armi di ordinanza (loro dicono a scopo dissuasivo in acqua), e da allora sono al centro di una complicatissima querelle internazionale.
l arresto dei maro latorre e girone
Di mezzo ci sono due morti, due poveri pescatori. Va dimostrato che furono colpiti dalle armi italiane. Ma per il momento si affronta il problema di fondo: i due marò vanno processati in Italia o in India? Si confrontano due tesi irriducibili. Secondo l' India, «bisogna tenere a mente che l'India e due suoi pescatori sono le vittime di questo caso. L'Italia ha infranto la sovranità indiana nella sua zona economica esclusiva.
I due marò hanno sparato con armi automatiche contro un peschereccio indiano, il "St. Antony", che aveva pieno diritto a operare in quell' area». Secondo l'Italia, al contrario, i fatti sarebbero avvenuti in acque internazionali. E le due cose non sono in contraddizione, perché è l' India ad avere allargato unilateralmente l'area della propria "zona economica esclusiva", estendendo così il perimetro della propria sovranità.
peschereccio maro st antony
Da parte italiana, però, oltre l'aspetto della competenza territoriale e funzionale, si sollevano anche altri due elementi cruciali: i militari italiani di fatto subiscono limitazioni della loro libertà personale da 8 anni, senza che mai sia stata sollevata un'imputazione. E inoltre, «agli occhi dell'India non c'è presunzione di innocenza: i marò erano colpevoli di omicidio ancora prima che le accuse fossero formulate», come ha detto l' ambasciatore Francesco Azzarello davanti al Tribunale arbitrale internazionale. E in effetti è indicativo che la controparte indiana non abbia mai qualificato come soldati Girone e Latorre, chiamati regolarmente «due individui».
girone latorre
È raro trovare in Italia una quasi totale tale unanimità di sostegni politici come per i marò. Per un giorno, ad esempio, Matteo Salvini («Sempre al fianco dei nostri militari») non litiga con Elisabetta Trenta («Cari Salvatore e Massimiliano, non siete soli. Vi mando un forte abbraccio a nome del governo e di tutta la Difesa»). Così come c'è consonanza tra Giorgia Meloni e Roberta Pinotti.
enrica lexie
Comprensibilmente, i due diretti interessati attendono con preoccupazione l'esito dell'arbitrato. Qualche settimana fa, Latorre ha sposato la sua compagna di questi anni, Paola Moschetti. Era presente alla cerimonia il ministro Trenta. C'era, in veste di testimone, l'ex comandante generale dell'Arma Tullio Del Sette: «I due fucilieri di Marina - racconta - sono in attesa con una certa ansia di sapere l'esito definito della cosa, essendo consapevoli del fatto che l'Italia sta facendo il massimo del possibile, con uno staff di difesa estremamente qualificato e che non li abbandonerà mai».
maro girone e latorre