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    PRONTO? ELLIOTT CHIAMA, IL CANADA RISPONDE: I FONDI SALGONO IN TIM A SOSTEGNO DEGLI AMERICANI - IL GOVERNO SI DICE FAVOREVOLE ALLA RETE UNICA CON OPEN FIBER E IL TITOLO RECUPERA IN BORSA - NELLA NUOVA SOCIETÀ, TIM POTREBBE MANTENERE IL 51%, MA, ATTRAVERSO PATTI PARASOCIALI CON CDP, CHE HA IL 4,9% DI TIM E IL 50% DI OF, IL CONTROLLO DELLA NETCO SAREBBE CONGIUNTO E, QUINDI, VERREBBE MENO IL PALETTO IMPOSTO DA AGCOM


     
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    1. FONDI ESTERI IN MANOVRA SU TIM IL CANADA RAFFORZA IL FRONTE ELLIOTT

    Rosario Dimito per “il Messaggero

     

    LUIGI GUBITOSI LUIGI GUBITOSI

    I grandi fondi internazionali prendono posizione nel capitale di Tim: approfittando della discesa del titolo in Borsa a seguito del profit warning di settimana scorsa, in particolare, il Canada Pension Plan Investment Board (CPPIB), il fondo che gestisce un patrimonio di circa 370 miliardi di dollari avrebbe ampiamente arrotondato la propria quota. A maggio, quando CPPIB votò a favore di Elliott e a scapito di Vivendi, la partecipazione era del 2,3%: con gli acquisti di questi giorni la quota sarebbe lievitata sotto traccia, considerato che per i grandi fondi la soglia di comunicazione al mercato resta ferma al 5%.

     

    GUERRA DI POSIZIONE

    Con una serie di operazioni organizzate con il supporto di Bluebell Advisors, la boutique che ha seguito Elliott anche nel 2018, sarebbe cresciuto nel capitale di Tim anche l' Ontario Teachers Pension Plan, che a maggio si era presentata all' assemblea di Rozzano con lo 0,4%: tuttavia, e sarebbe questa una variabile rilevante nello scontro che fra Elliott e Vivendi, il fondo pensione canadese avrebbe deciso di cambiare cavallo, questa volta abbandonando Parigi e schierandosi a favore del fondo a stelle e strisce. Peraltro, anche Norges bank e BlackRock potrebbe essere saliti.

    paul singer paul singer

     

    Gli schieramenti affilano dunque le armi, anche alla luce degli andamenti di Borsa e delle liti fra i soci: dal 17 gennaio il titolo ha bruciato il 14,9% pari a 1,1 miliardi ed è passato di mano l' 8,13% mentre dal 5 dicembre, giorno di nomina di Luigi Gubitosi, ha perso il 21,5%.

     

    Al centro del dibattito il futuro della rete e le mosse che al riguardo farà Gubitosi nel piano industriale del 21 febbraio. Sabato 19 Agcom ha bocciato il progetto dell' ex ad Amos Genish di separazione delle rete in una società controllata al 100% da Tim: secondo l' Agcom, fin quando la proprietà dell' infrastruttura resterà in mano alla stessa Tim, questa avrà le mani legate sulle offerte commerciali.

     

    Sostenitrice del mantenimento della rete nella pancia di Tim è Vivendi, ma il parere Agcom sembra invece più favorevole a Elliott, che sin dalla presentazione del piano Transforming Tim la scorsa primavera ha fortemente caldeggiato lo spin-off con una riduzione della quota di Tim fino a detenerne anche solo il 25%, così da «liberare 7 miliardi di valore inespresso». D' altro canto, perdere una infrastruttura strategica potrebbe determinare uno svantaggio competitivo per la risultante società dei servizi, oltre che circa 15.000 esuberi.

     

     

    LUIGI GUBITOSI LUIGI GUBITOSI

    Alla luce di tali considerazioni, un' ipotesi che avrebbero iniziato a studiare gli esperti di Gubitosi sarebbe quella di creare la società della rete e fonderla con Open Fiber, anche attraverso l' eventuale acquisizione della stessa Open Fiber, aprendo evntualmente il capitale ad altri soggetti graditi alle parti, se non quotandola in Borsa.

     

    Nella nuova società, Tim potrebbe mantenere il 51%, ma, attraverso patti parasociali con Cdp, che ha il 4,9% di Tim e il 50% di OF, il controllo della Netco sarebbe congiunto e, quindi, verrebbe meno il paletto imposto da Agcom. La soluzione sarebbe gradita anche al governo: proprio ieri il ministro Tria, da Davos, ha confermato: «Certamente una rete unica porterebbe efficienza al sistema e da questo punto di vista il governo penso che debba guardare con favore a un' evoluzione in quella direzione».

     

    Intanto ieri il titolo in Borsa ha provato a recuperare terreno, chiudendo in frazionale rialzo dello 0,5%: proprio sull' andamento degli ultimi giorni e sul profit warning la Consob ha acceso un faro, anche dopo l' esposto dell' ex ad Amos Genish.

     

     

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    1. TIM:GOVERNO APPOGGIA FUSIONE CON OPEN FIBER,BORSA CAUTA

    Sara Bonifazio per l'ANSA

     

    L'ipotesi di una rete unica con Open Fiber e l'avvallo del Governo fermano l'emorragia in Borsa ma Tim non diventa 'golosa' nemmeno a questi prezzi, anche se gli analisti vedono un'occasione per comprare. Un tiepido rimbalzo lascia il titolo a 0,44 euro (+0,54%). Il governo è favorevole alla creazione di una rete telefonica fissa unica, che nascerebbe da una fusione tra le rete di Telecom Italia (Tim) e Open Fiber.

     

    "Certamente una rete unica porterebbe efficienza al sistema e da questo punto di vista il governo penso che debba guardare con favore a un'evoluzione in quella direzione" ha detto il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giovanni Tria, in un'intervista a Reuters a Davos chiosando però "si tratta di scelte che devono fare poi nella loro autonomia società private e quotate". L'ad Luigi Gubitosi è al lavoro sul piano che avrà, nelle attese, la Rete come fulcro per liberare valore. Per questo ha inviato un 'pitch' alle banche d'affari per scegliere l'advisor per la Rete unica, probabilmente con l'obiettivo di arrivare al 21 febbraio - quando porterà il nuovo piano in cda - con una rosa di nomi, se non con un mandato già assegnato.

     

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    "Accogliamo con favore la possibilità di una fusione con Open Fiber poiché riteniamo che questo sia il primo necessario passo per ottenere una remunerazione basata su RAB (Regulatory asset base, la metodologia per la determinazione dei ricavi delle aziende dei settori regolati, ndr)" commenta Fidentiis, consigliando 'buy'. Si aspetta poi che Cdp prenda posizione ma difficilmente verrà allo scoperto prima della presentazione del piano industriale ed è plausibile che come nella precedente occasione non si schieri se non facendo parlare il voto in assemblea. A maggio aveva appoggiato Elliott ma bisogna registrare il cambio dei vertici della Cassa avvenuto nel frattempo. Intanto la causa di Tim contro Open Fiber registra un nuovo passaggio.

     

    Secondo l'avvocato generale della Corte Ue va ritenuta legittima la concessione alla controllata di Enel della banda ultra larga. "La conclusione di una fusione per incorporazione di due società preselezionate (Metroweb Svilupp, ndr), successivamente alla presentazione delle offerte, non comporta la modifica della loro identità giuridica, né sostanziale". Quindi Open Fiber "ha mantenuto la sua identità giuridica e, sotto il profilo sostanziale, si è verificato un semplice aumento del suo capitale sociale".

     

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