Alberto Mingardi per ''La Stampa''
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Nell' ultimo anno il prezzo di Bitcoin è salito di circa 20 volte. Nell' ultima settimana, si è apprezzato di circa il 45%, sfiorando i 17.000 dollari il pezzo.
Gli ultimi rialzi sono considerati un effetto dell' imminente lancio di derivati su Bitcoin, che avverrà oggi.
E' normale che se ne parli sempre di più, e sempre di più ci si divida.
Per il Premio Nobel Joseph Stiglitz, andrebbe vietato perché «non svolge alcuna funzione socialmente utile». Il Ceo di JPMorgan Chase, Jamie Dimon, dice che chi compra Bitcoin è «stupido» (può essere: è vero per una certa quota di qualsiasi gruppo di persone). Per il banchiere Antonio Foglia «viene praticamente scambiato solo tra chi ci specula e già assorbe lo 0.1% dell' energia elettrica mondiale».
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Secondo John Cochrane, Senior Fellow della Hoover Institution, l'«esplosione» del Bitcoin è l' esito di una domanda speculativa a fronte di un' offerta limitata, con sostituti (le altre criptovalute) poco attraenti e in contesto nel quale non si può scommettere sul ribasso.
Ma esiste anche una non piccola pattuglia di entusiasti per cui Bitcoin è «l' oro digitale». I più noti sono il greco Andreas Antonopoulos, Nick Szabo, Jeff Tucker. Non sono economisti accademici ma conoscono la tecnologia. Come George Gilder, il «futurologo» amato da Reagan che aveva predetto la fine della televisione e ora si entusiasma per Bitcoin.
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L' algoritmo che lo regola è pensato per evitare l' inflazione. Nonostante Bitcoin non sia un oggetto materiale, nonostante non serva a produrre monili e orologi (i tradizionali sostenitori dell' oro, come il finanziere Peter Schiff, sono scettici), sappiamo che non è possibile «stamparne» quanti si desidera: e che anzi, col tempo, l' offerta andrà a ridursi.
Le politiche monetarie non-convenzionali possono spaventare i risparmiatori. Bitcoin è il rifugio dei perplessi: com' era il metallo giallo. Con questa volatilità, però, è strano che chi ha paura dei capricci di Draghi e Powell scelga di investire in criptovalute. Esse semmai stuzzicano gli spiriti più avventurosi.
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Al centro del dibattito c' è una questione fondamentale. Esiste una domanda per quella cosa particolarissima che è Bitcoin? Per Cochrane, «esiste una domanda perfettamente razionale, si tratta di un eccellente sistema per evitare i tentativi - tanto quelli benefici, quanto quelli nocivi - dei governi di controllare l' attività economica». Le criptovalute servirebbero per comprare cocaina senza trascinarsi appresso scomode buste piene di dollari e per espatriare capitali spiazzando governi oppressivi.
L' ipotesi alternativa è che un network di pagamenti peer-to-peer, che avvengono senza intermediari finanziari, sicuri perché registrati su un libro mastro digitale e decentralizzato, sia molto più intuitiva per i Millennials del contante (scomodo e cartaceo) o di realtà altrettanto immateriali (il conto corrente) che però passano per un intermediario L' arrivo dei future su Bitcoin è un punto di svolta.
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Aumenterà il volume delle transazioni, ma avverranno su contratti che non implicano necessariamente l' effettivo «possesso» di Bitcoin. Sarà possibile scommettere contro un aumento delle quotazioni. Entreranno in scena intermediari sofisticati e «pesanti» nel sistema finanziario internazionale (banche, assicurazioni, fondi). Non senza potenziali problemi: per Thomas Peterffy, presidente di Interactive Brokers, il Bitcoin è ancora «immaturo» per un passo del genere.
Il proibizionismo di Stiglitz fino a oggi è parso una boutade. Il volume delle transazioni in criptovalute è limitato, ma soprattutto comprarle non è così facile, lo fanno persone informate abbastanza da seguirne gli andamenti, che possiedono smartphone e computer e li usano con assiduità. Non c' è l' equivalente del bancario che seduce il cliente sprovveduto. Insomma: se la bolla è tale, a scottarsi le dita, al suo scoppio, sarà gente che non manca di strumenti culturali. Ma se Bitcoin diventa pervasivo, le cose possono cambiare velocemente e la domanda di regolazione rafforzarsi.
JOSEPH STIGLITZ
Gli ammiratori della criptovaluta rispondono che presto gli aumenti vertiginosi visti fino ad oggi sembreranno solo turbolenze durante la fase di decollo: il Bitcoin è «sottostimato», ha detto il finanziere Peter Thiel, le sue vere potenzialità non si sono ancora viste.
Sempre che gli Stati non si mettano in mezzo.
PETER THIEL peter thiel