sarri zazzaroni
1 - L’ATTRAZIONE PER LA VOLGARITA’
Arianna Ravelli per il “Corriere della Sera”
Maurizio Sarri ha un problema, persino più grande dello scudetto che rischia di sfuggirgli: manca di educazione. «Tu sei donna e sei anche carina, altrimenti ti manderei a fare in c...». Non è la prima volta (ricordiamo il siparietto con Roberto Mancini), e visto quello che scrive sui social il suo procuratore, non sarà neanche l'ultima. Dà ancora più fastidio che la sua risposta sia stata accolta nell'ilarità della sala stampa, con molti giornalisti divertiti dalla battuta.
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Non c'è niente da fare, il calcio italico ha un'attrazione fatale per la maleducazione (ma anche il sessismo è messo bene). Come se essere volgari facesse curriculum, quasi quanto far giocar bene la propria squadra, cosa nella quale Sarri è maestro. La retorica dell'allenatore ruspante venuto dalla gavetta ha stufato. Sarri sappia, se medita davvero di trasferirsi in Inghilterra, che in Premier non funziona così. E di fronte a certe frasi non si raccolgono risate, ma squalifiche.
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2 - SARRI HA GIÀ VINTO UNO SCUDETTO QUELLO DELLA MALEDUCAZIONE
Estratto dell’articolo di Riccardo Signori per “il Giornale”
Basterebbe avere 40-50 anni per ricordare certi detti: parli come uno scaricatore di porto, parli come un pecoraio o peggio (ahinoi!) come un villico. Oggi potremo aggiungere: parli come Sarri. […]: «Sei bionda e sei carina e non ti mando affan...». Voleva essere una battuta, forse. Sono seguite risate non proprio tipiche della solidarietà. Anche se gran parte dei presenti è rimasta sorpresa, se non scandalizzata. Poi Sarri e l'addetto stampa hanno cercato di medicare dietro le quinte, accertandosi se la giornalista fosse permalosa e nel caso scusarsi.
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Permalosa? Perché mai? In fondo uno ti ha appena mandato a «fare in c» solo per aver posto una domanda. Va aggiunto: fortunata lei. Se, invece di una bella ragazza, ci fosse stata una signora, con meno appeal estetico, come ne sarebbe uscita? Non c' è da immaginare se il quesito l' avesse posto un uomo... Sarri è così raffinato da aggiungere il distinguo estetico e di sesso. […]
Peccato davvero: il tecnico del Napoli finora ci ha mostrato la bravura del preparatore tecnico, ma pure limiti umani e caratteriali. Allenatore fortemente imperfetto: basti vedere il monotematismo tattico. Sarà mai da grande squadra? La persona non si tocca, ma sul personaggio pubblico c' è da dire: pessimo per atteggiamenti, ricerca degli alibi e sprezzo del lavoro altrui (vedi giornalisti, contro i quali anche personaggi a lui vicini non sono leggeri nei toni). Altrove qualcuno lo avrebbe zittito o multato. […]
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3 - VAFFA DI SARRI A UNA CRONISTA
Giuseppe Cruciani per “Libero Quotidiano”
Ma scusate, cosa c'entra il sessimo con la frase di Sarri alla giornalista napoletana? Nulla, non c'entra un fico secco. Ormai c' è la fissazione di mettere tutto nello stesso calderone, basta rivolgersi a una donna in modi poco ortodossi e scatta l' accusa di averla umiliata nel suo essere femmina. È un mondo malato. Se un maschio dice a una che ha un bel culo, rischia di finire al commissariato per molestie. Se invece (come ha fatto il mister campano) ti permetti di giudicare una ragazza «carina» davanti a tutti, allora ti mettono sotto processo perché non la consideri una professionista ma solo una bella figliola.
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Ma di che parliamo? Riavvolgiamo il nastro e riascoltiamo bene la breve conversazione fra tale Titti Improta (cronista dell' emittente locale Canale 21) e l' allenatore del Napoli, alla fine della partita con l'Inter a San Siro. Domanda della Improta: «Sono troppo dura se dico che questa sera lo scudetto è compromesso?». Risposta (con pausa iniziale carica di fastidio): «Sei una donna, sei carina e non ti mando a fare in culo per questi due motivi...».
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Ora, premesso che ogni domanda è legittima e quella in oggetto è pure pertinente (e Sarri ha il dovere di sopportare anche domandine che non gradisce, questo è scontato), dove si trovi il cosiddetto "sessismo", altrimenti detto discriminazione, verso la signora in questione davvero non si capisce. Solo qualche mente bacata del femminismo morente o del sindacato dei giornalisti può accusare Sarri di attentato alla dignità femminea.
E non saremmo certo noi a stigmatizzare l'uso del vaffa, in questo caso solo evocato come possibilità, che anzi è liberatorio e in certi casi anche essenziale. Il Sarri senza filtri può ovviamente sbagliare (capita spesso) ma almeno ha il merito della sincerità, in un mondo fatto di frasi fatte e banalità assortite.
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Ci sono persone che si presentano in giacca e cravatta, non hanno l' accento toscanaccio, non dicono parolacce, non masticano tabacco e non sputano per terra, e sono però dei criminali incalliti. L' accusa che, tra gli altri, fa l' Ordine dei Giornalisti della Campania a Sarri di essere «volgare» è semplicemente ridicola. Non sta scritto da nessuna parte che uno, incazzato di suo per l' esito di una partita, debba essere per forza cortese, sorridente o a modo.
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A Sarri si può fare invece un altro tipo di rimprovero. Nella frase sotto i riflettori appare evidente che il nostro ha un occhio di riguardo per le donne, in particolare quelle piacenti.
Per capirci meglio: se Titti fosse stata Tiziano, oppure un cesso a pedali - come si usa dire - ecco, dobbiamo presumere che nell' occasione sarebbe arrivato il vaffanculo forte e chiaro da parte del mister.
Fossi una donna mi incazzerei per questo, per questa forma di privilegio che l'allenatore in tuta riserva alla categoria. Altro che sessismo. Viva dunque il vaffanculo sarriano, che anche Grillo ha ormai abbandonato, ma che sia per tutti: donne, uomini, trans e affini. La prossima volta non si blocchi, Sarri, davanti a una minigonna o a un paio di occhi dolci. Avete voluto la parità, e par condicio sia pure per gli insulti.
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Sarri non è sessista, Sarri (come il Napoli) non concepisce la comunicazione
La pessima risposta di ieri sera è la conseguenza della sottovalutazione – anche da parte del club – di un aspetto fondamentale. Deficit che rischia di condizionarne le prospettive di carriera
4 - SARRI NON È SESSISTA, SARRI (COME IL NAPOLI) NON CONCEPISCE LA COMUNICAZIONE
Massimiliano Gallo per www.ilnapolista.it
CANTORE DEL CALCIO CHE FU
titti improta
Sarri ha un problema con la comunicazione. Lo ripetiamo ormai da tre anni. E ahinoi, temiamo che sia un problema irrisolvibile. Fondamentalmente, l’allenatore del Napoli non considera la comunicazione, non riesce a capacitarsi della sua importanza. È un aspetto del suo personaggio, che peraltro lo fa apprezzare ulteriormente dai tanti tifosi del Napoli che lo venerano. È un cantore del calcio che fu. Le partite alle 14.30, Tutto il calcio minuto per minuto, il campionato vale più delle coppe. E potremmo proseguire all’infinito. È un uomo dialetticamente proiettato nel passato, anche se poi nel suo lavoro è uno straordinario innovatore.
IL NAPOLI NON LO AIUTA
sarri e mancini si stringono la mano
Il contesto in cui lavora non lo aiuta. Il Napoli è l’unico club di Serie A che ormai in campionato non fa più conferenze stampa pre-partita. Da più di un anno. Non che sia un gran danno. Anzi. Ma rende l’idea di quanto il club sia arretrato su questo fronte. Il paradosso è che De Laurentiis è il responsabile della comunicazione all’interno dell’Eca. È un po’ come nominare Renzi testimonial di umiltà. Nel Napoli la comunicazione è un corpo estraneo, un fastidio, un universo sconosciuto.
NON RIESCE A CONVINCERSI CHE È PARTE DEL SUO LAVORO
maurizio sarri
Venendo a ieri sera, alla pessima risposta data da Sarri in conferenza stampa alla giornalista di Canale 21 Titti Improta, a nostro avviso è soltanto la conseguenza dell’assoluta mancanza di dimestichezza dell’allenatore toscano con questo pianeta. Non riesce a concepire che è parte del suo lavoro. Non si allena. Non fa le ripetute. Non prova gli schemi.
Francamente fatichiamo a credere che la concezione della donna da parte di Sarri sia quella espressa ieri sera. Non crediamo che sia una questione di sessismo (che invece riguarda decisamente di più le ignobili risatine dei giornalisti presenti), così come non è omofobo (a proposito della risposta a Mancini). Del resto, pochi mesi fa rispose con lo stesso tono a un altro giornalista di Canale 21, Peppe Iannicelli. Semplicemente, Sarri non sa come relazionarsi in simili occasioni.
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E spesso si rifugia nella volgarità, aspetto che tanti tifosi del Napoli considerano positivamente anche perché lo ritengono genuino e anti-sistema. Il punto, invece, secondo noi, è che così come Albiol e Koulibaly all’inizio di questo triennio non sapevano come muoversi e poi, però, hanno imparato perché hanno studiato; allo stesso modo, Sarri dovrebbe applicarsi su questo terreno.
I PANNI DELL’ETERNO OUTSIDER
UN GIOVANE MAURIZIO SARRI
C’è un filo rosso che lega le reazioni di Sarri a Iannicelli e a Improta, così come quella di ieri sera a Mediaset Premium. Sarri è scattato perché gli è stato fatto notare il mancato raggiungimento di un obiettivo. In quel caso la qualificazione agli ottavi di Champions League, ieri lo scudetto o comunque il suo allontanamento.
Possiamo dire, anzi lo diciamo, che il Napoli non è affatto obbligato a vincere il campionato, sta disputando una stagione straordinaria in Serie A. Ma è un dato di fatto che il Napoli è in lotta per la vittoria finale. Sarri deve accettarlo, anzi deve prendersene i meriti. Non può vestire i panni dell’eterno outsider. Come in un videogame, è passato al livello superiore. Non può rintanarsi in quello precedente. È stato promosso, deve affrontare un nuovo programma di studio.
MAURIZIO SARRI
Sarri ha dimostrato sul campo di essere un signor allenatore. L’anno scorso disse che avrebbe voluto arricchirsi. Magari resterà a Napoli, magari no. Deve sapere, però, che fuori Napoli la comunicazione nel calcio è importante quasi quanto la preparazione tattica della partita. Per lui è follia, eppure la realtà è questa. E le carriere non sono determinate soltanto da quel che avviene in campo. Sta a lui decidere cosa voler fare da grande.