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    I GRILLINI ALL’ASILO MARIUCCIA: IL M5S SI INCAZZA E SI RIBELLA ALLA MUSERUOLA DI CASALEGGIO


     
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    Annalisa Cuzzocrea per "La Repubblica"

    grillo casaleggiogrillo casaleggio

    La mail dell'ufficio comunicazione della Camera in cui si chiede ai 5 stelle di stare attenti ai giornalisti «inaffidabili» non doveva essere scritta. Su questo sono tutti d'accordo. Chi condivide metodo e ragioni di quelle indicazioni, pensa che metterle nero su bianco sia stato un boomerang. Chi non lo fa, cerca di spiegare come "controllare" i deputati non sia una buona idea. E che se errori di comunicazione ci sono stati, la colpa è dell'ufficio stampa.

    L'assemblea della sera si fa rovente. Alcuni vanno via dicendo cose come «ho da lavorare» o «tanto decidono tutto Grillo e Casaleggio». Altri restano a dire
    come sia inconcepibile essere "invitati" a farsi accompagnare da qualcuno dello staff durante le interviste, e a farle riprendere con una telecamera.

    grillo casaleggiogrillo casaleggio

    Per non parlare della «presenza dei membri dell'ufficio stampa in Transatlantico e nell'atrio di Montecitorio» in modo da non lasciare i grillini in balìa dei "cronisti cattivi". Non è per controllare, è a garanzia dei deputati, spiegava la lettera. «Excusatio non petita, accusatio manifesta», dice un parlamentare guardando in faccia il capo staff Nicola Biondo.

    CLAUDIO MESSORACLAUDIO MESSORA

    Girolamo Pisano è il primo a proporre ai comunicatori di pensare a come far passare meglio il lavoro dei 5 stelle, piuttosto che a dir loro con chi parlare. Altri seguono, con toni più accesi. Diventa un processo, alla fine si vota. I sì alla "fiducia" sono 73. Ci sono un contrario e 5 astenuti. Mancano in trenta. Nulla è detto però, il voto non sarà vincolante e in caso di nuovi problemi si chiederà un cambio rapido.

    APRISCATOLE IN SENATO FOTO TWITTER BEPPE GRILLOAPRISCATOLE IN SENATO FOTO TWITTER BEPPE GRILLO

    Nel frattempo, si potrebbe istituire la figura di un coordinatore che armonizzi la comunicazione di Camera e Senato. Perché a Palazzo Madama le cose sono diverse: «Capisco che alla Camera servano regole minime di buona convivenza dice Vito Crimi - da noi, anche per una questione anagrafica, è tutto più semplice». E però, non è la comunicazione a dettare la linea politica e non possono esserci black list di giornalisti: «Io non ce l'ho con chi ha saputo del referendum sulla diaria e ne ha scritto, ce l'ho con chi ha fatto uscire una notizia riservata».

    nicola biondonicola biondo

    Claudio Messora cita De Andrè: «I deputati sono più giovani e più passionali, "ma la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie"». Non vuole attaccare
    Biondo, «abbiamo storie personali diverse, approcci differenti», ma dice che quell'e mail non l'avrebbe scritta: «Mi dispiace che possa passare il messaggio che i nostri eletti subiscano pressioni che limitano la loro libertà personale».

    Quanto ai giornalisti: «Personalmente amo confrontarmi con chi la pensa diversamente da me, purché le posizioni non siano strumentali. Così si può avvicinare il Movimento a chi non lo conosce» Ma è così grave, che si sappia cosa accade nelle riunioni? I 5 stelle non sono quelli della casa di vetro? «Il problema è che molti di loro quando sono arrivati non sapevano gestire i giornalisti, si è creata una paura eccessiva. Passerà. Io sono il teorico dell'uomo interconnesso, per me i politici quando lavorano dovrebbero andare in giro con una telecamera in testa».

    Parla anche dei rapporti di Grillo e Casaleggio con i parlamentari, Messora: «Entrambi credono molto nel metodo, nel fatto che i 5 stelle siano portavoce dei cittadini. Devono attuare quel che hanno promesso, li spronano a fare questo, a non inventarsi azioni personali come le unioni gay. Sul tema siamo tutti d'accordo, ma non è una priorità del programma».

     

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