DAGOREPORT
CHAILLY MEYER
I lavoratori del palcoscenico della Scala questa sera sfrattano il loro direttore musicale, Riccardo Chailly, dal suo teatro mandandolo a dirigere la Filarmonica della Scala nel periferico teatro degli Arcimboldi, costruito da Vittorio Gregotti sull’area della Bicocca (ex Pirelli). Come sempre, alla Scala basta che una componente dei circa mille lavoratori non sia d’accordo perché tutto si blocchi.
Quindi, il concerto di Prokofiev applaudito sabato 28 alla Philharmonie de Paris si terrà al Teatro degli Arcimboldi alle ore 21 anziché alle ore 20 al Piermarini. Di per sé la questione non porterà, nel tempo, a scombussolamenti ed è una situazione nota sin dai tempi del sindaco Albertini; ma è complicatissima, ridicola e veramente italianissima. Mettetevi le cuffie e ascoltate.
riccardo chailly prima scala 2022
La Filarmonica della Scala non è la Fondazione Teatro alla Scala che riceve sostanziosi finanziamenti pubblici bensì l’associazione PRIVATA degli orchestrali che sono dipendenti del Teatro alla Scala. E’ un po’ come se i benzinai dipendenti dell’Agip, ogni qualche lunedì di riposo aprissero ugualmente il loro distributore e, con indosso la tuta Agip, si mettessero a erogare benzina con proventi che vanno interamente a loro.
Rispiego: nel giorno in cui la Filarmonica della Scala, composta dagli orchestrali della Fondazione Teatro alla Scala, suona alla Scala (o in tournée), gli stessi orchestrali si mettono in ferie dalla Fondazione (il lunedì era, storicamente, giorno di riposo per i teatri) e suonano per la loro associazione PRIVATA. Il giorno di ferie, tuttavia, non viene loro conteggiato perché attraverso un meccanismo troppo complicato da spiegare “restituiscono” alla Scala alcuni concerti che eseguono sotto l’etichetta Filarmonica. Per cui, niente paura: d’estate potete trovarli al mare sotto l’ombrellone a godere dei loro trenta o più giorni di ferie.
riccardo chailly
Ma cosa fanno gli altri dipendenti della Fondazione Teatro alla Scala nel giorno in cui gli orchestrali suonano privatamente come Filarmonica della Scala alla Scala? Allora: la Filarmonica della Scala (privata) ha un contratto con la Fondazione Teatro alla Scala (diciamo “pubblico”) che comprende l’affittanza del teatro e anche i servizi, cioè le maschere, la biglietteria ecc. ecc., ma non i lavoratori di palcoscenico. Chi sono questi lavoratori? Sono quelli che si occupano delle luci e di montare i leggii, la cosiddetta conchiglia e spostare il pianoforte.
Questi, udite bene, sono pagati con altro contratto direttamente dalla Filarmonica (privata). Ma quanti ne serviranno, direte voi, per allestire una serata di musica sinfonica? Cinque? Dieci? Venti? Trenta? Quarantasei? Cinquantatre? No, i fondi vengono ridistribuiti su novanta lavoratori che, nel complesso, costano alla Filarmonica poco meno di quarantamila euro a serata, circa 400 mila euro all’anno.
chailly meyer
Questo accordo è finito in una turbolenza, cioé, la Filarmonica della Scala (privata), vorrebbe far rientrare nell’accordo con la Fondazione Scala (“pubblica”) anche loro; ma poi, la Fondazione Scala quanto pagherebbe questi suoi lavoratori in ferie (poi restituite) ma, in realtà, in prestito per una sera?
Ai Cub dei lavoratori del palcoscenico questa cosa di “rientrare” nell’accordo Scala non piace. E si sono già astenuti alla prima della Filarmonica due settimane fa; solo che nessuno se ne è accorto, perché per accendere due luci e mettere due leggii non serve un esercito e, quindi, la Filarmonica si è arrangiata. Allora, questa volta, i lavoratori di palcoscenico si son fatti scaltri. Hanno scioperato due ore ieri, sul “Piccolo Principe”, al fine di non smontare la scenografia che così è rimasta sul palco e, per questo motivo, questa sera non ci possono salire gli orchestrali con i loro strumenti e leggii per il loro concerto della Filarmonica della Scala (privata). Allo sciopero di questa sera, però, ha aderito anche la Cgil.
chailly sala meyer nuova stagione della scala
Come andrà a finire la tenzone del montaggio del leggio? Nessun timore, troveranno l’accordo. La Filarmonica della Scala (privata) continuerà a suonare al Teatro alla Scala (quello in uso alla Fondazione Scala, “pubblica”), orchestrali e macchinisti continueranno a vedersi “restituito” il giorno di ferie e andranno al mare. Qualche sponsor si troverà per mettere qualche soldo in più che continuerà ad essere distribuito a pioggia su novanta lavoratori del palcoscenico, di certo non tutti presenti per montare i leggii. Alcuni forse a casa, in ferie, ma pagati dalla Associazione privata Filarmonica della Scala e con il giorno di ferie che gli viene “restituito” dalla Fondazione Scala (“pubblica”) e quindi “non goduto”. Complicato, forse democratico, forse no, molto teatrale, italianissimo.
ROBERTO D AMBROSIO CUB LA SCALA PROTESTA CUB SCALA