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    “IL VIDEO CHE MOSTRA I LAVORI FATTI NEL CUORE DELLA NOTTE QUALCHE ORA DOPO LA MORTE DI NOSTRO FIGLIO NON LASCIA DUBBI. IL DOSSO DOVE È CADUTO LEONARDO È STATO NASCOSTO” – IL GENITORE DEL RAGAZZO MORTO IN UN INCIDENTE IN MOTO A ROMA SU CORSO FRANCIA SI SONO RIVOLTI ALLA PROCURA: “PERCHÉ SUBITO DOPO L’INCIDENTE L’AREA NON È STATA SEQUESTRATA? I LAVORI ERANO STATI FATTI MALE, L’ASFALTO ERA ROVINATO DOPO UNA VORAGINE". APERTA UN'INDAGINE PER OMICIDIO STRADALE – VIDEO

     


     
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    https://video.corriere.it/incidente-corso-francia-sera-dell-incidente-strada-viene-risistemata/393fe4a6-b760-11ec-857a-5568ac9f145b

     

    Giulio De Santis per https://roma.corriere.it

     

     

    Leonardo Lamma Leonardo Lamma

    «Il dosso dove è caduto Leonardo è stato nascosto. Il video che mostra i lavori fatti nel cuore della notte qualche ora dopo la morte di nostro figlio non lascia dubbi. Ora ci poniamo una domanda: perché subito dopo l’incidente l’area non è stata sequestrata?». Sono pensieri pieni di rabbia e costernazione quelli che Paola e Stefano Lamma, i genitori di Leonardo, affidano al loro legale, l’avvocato Antonio De Fazi. «Vogliamo sapere la verità. Vogliamo giustizia.

     

    Sono giorni che corso Francia, direzione centro, ha l’asfalto rovinato dopo l’apertura della voragine. Perché non hanno continuato a tenere chiusa la careggiata al traffico, com’è stato fatto all’inizio? Il video che abbiamo depositato in Procura è un documento che lascia pietrificati. Le strade di questa città devono finire di distruggere le vite dei nostri figli».

     

    Lo sfogo di Paola e Stefano, consegnato dall’avvocato De Fazi, è la fotografia del dolore di un papà e una mamma ancora increduli davanti alla tragedia che li ha investiti. Ieri mattina i loro legali – sono assistiti anche dall’avvocato Massimiliano Capuzzi – hanno depositato in Procura il video dei lavori notturni e le foto dello stato della strada prima dell’incidente in cui Leonardo ha perso la vita.

    Incidente di Leonardo Lamma Incidente di Leonardo Lamma

     

     

    Immagini che hanno imposto al pm Attilio Pisano di aprire l’inchiesta per omicidio stradale mirata ad accertare se la causa dell’incidente mortale sia stato il dosso sulla careggiata di corso Francia all’altezza del civico 159, direzione centro. Appena qualche metro prima di dove la notte del 19 dicembre del 2019 sono state investite e uccise Gaia e Camilla, due care amiche di Leonardo, soprattutto Camilla, con le quali il 19enne studente di Medicina aveva cenato la sera della tragedia.

     

     

     

    Il dosso è spuntato al termine dei lavori seguiti all’apertura della voragine che si è spalancata all’improvviso su corso Francia il pomeriggio del 27 marzo. Per quel dissesto il traffico locale è stato limitato per una settimana. Poi la strada è stata riaperta, ma con il dosso.

    Incidente di Leonardo Lamma 3 Incidente di Leonardo Lamma 3

     

    Il dubbio degli inquirenti è che il dissesto della careggiata abbia provocato la perdita di controllo della moto da parte di Leonardo, un appassionato delle due ruote. A sollevare l’interrogativo sono alcune circostanze. Innanzitutto nelle prime testimonianze raccolte dai vigili nessuno accenna al coinvolgimento di altri veicoli. Tutti sono concordi nel sostenere che Leonardo è caduto all’improvviso, senza nessuna macchina o moto che gli fosse accanto.

     

    Poi c’è l’assenza di una frenata a rafforzare l’ipotesi del concorso del dissesto stradale nella tragedia. La velocità tenuta dal ragazzo andrà appurata, ma anche su quest’aspetto i testimoni non hanno accennato a un andamento sostenuto del giovane durante la guida. Nei prossimi giorni il pm nominerà un consulente perché chiarisca la dinamica dell’incidente. Ma soprattutto la Procura intende fare luce sul video e sul perché la ditta sia intervenuta di notte. Ha dovuto sistemare la strada? Oppure ha solo tolto le tracce ematiche dell’incidente? Interrogativi, per ora senza risposta. I legali della famiglia Lamma, gli avvocati De Fazi e Capuzzi, hanno individuato il loro consulente: Mario Scipione, l’ingegnere scelto dalla Procura proprio nel caso di Gaia e Camilla.

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