1. OBBLIGAZIONI, ASSET RUSSI: QUALI «PISTE» PER L’UNIONE
Estratto dell’articolo di Fr. Bas. per il “Corriere della Sera”
URSULA VON DER LEYEN VOLODYMYR ZELENSKY
1 L’UE intende finanziare la difesa europea con eurobond?
L’ipotesi ora non è sul tavolo ma i leader Ue hanno iniziato a discuterne. Già a dicembre la premier estone Kallas aveva lanciato l’idea di emettere bond per la difesa […]. Una soluzione sostenuta anche dal presidente francese Emmanuel Macron e rilanciata dal presidente del Consiglio Ue Michel. Per ora però Germania e Olanda sono contrari all’emissione di nuovo debito comune .
2 Quali le altre ipotesi?
Un’altra opzione sono i «project bond», che non sono necessariamente emessi a 27 e che servono per finanziare infrastrutture e opere di pubblica utilità. I leader Ue hanno chiesto alla Commissione e al Consiglio di «esplorare tutte le opzioni per mobilitare i finanziamenti» per la difesa.
emmanuel macron fa boxe
3 La Banca europea per gli investimenti può avere un ruolo?
La Bei può investire solo sui progetti di difesa dual use (civile e militare). I leader Ue chiedono alla Bei di «adattare la sua politica di prestiti all’industria della difesa e la sua attuale definizione di beni a doppio uso».
4 Cosa prevede la proposta per l’uso degli extraprofitti degli asset russi congelati?
Si tratta di circa 3 miliardi l’anno. Il 90% andrebbe allo strumento europeo per la pace (Epf) per acquistare armi per Kiev, mentre il 10% al bilancio Ue per rafforzare l’industria della difesa […].
2. IL SOSTEGNO INCROLLABILE DELL'UE A KYIV CROLLA SU MUNIZIONI, AGRICOLTURA E COMMERCIO
Estratto dell’articolo di David Carretta per “il Foglio”
VIKTOR ORBAN EMMANUEL MACRON
Con Kyiv colpita da un nuovo massiccio attacco missilistico della Russia, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ieri ha inviato un messaggio molto duro ai capi di stato e di governo dell’Unione europea. Vertice dopo vertice, i ventisette riaffermano il loro “sostegno incrollabile” per l’Ucraina. Ma, vertice dopo vertice, dalle munizioni ai prodotti agricoli, l’Ue lascia sempre più l’Ucraina sé stessa. “I sistemi di difesa area esistenti non sono sufficienti per proteggere il nostro intero territorio dal terrore russo”, ha detto Zelensky: “Non è una questione di centinaia di sistemi, ma di un numero fattibile”.
La difesa aerea è solo una delle tante promesse mantenute a metà dagli europei. Ieri si sono abbattuti sulla capitale ucraina 31 missili russi, tra cui missili balistici. Zelensky ha ringraziato gli europei che […] “mantengono in vita le nostre città”. Ma non è sufficiente. “Sapete tutti quali passi devono essere fatti. Chiedo il vostro aiuto per proteggere le nostre città: Kharkiv, Sumy, Dnipro, Odessa, Kherson e altre”. Lo stesso vale per le munizioni. Un anno fa l’Ue aveva assicurato che avrebbe fornito un milione di proiettili di artiglieria all’Ucraina entro la fine del marzo 2024. Il bilancio è catastrofico: appena 600 mila munizioni consegnate.
giorgia meloni volodymyr zelensky giovanbattista fazzolari a kiev
La Repubblica ceca sta riuscendo a salvare la faccia dell’Ue. Ha trovato 800 mila proiettili di artiglieria in paesi extra Ue. Ma ci ha messo due mesi a raccogliere i fondi necessari in una colletta volontaria a cui hanno aderito meno di una ventina di stati membri. La fornitura ceca dovrebbe essere completata tra aprile e giugno. Sul campo di battaglia, dove l’esercito ucraino è costretto ad arretrare per la supremazia della Russia a causa della penuria di munizioni, è già tardi. […]
I leader europei dicono di voler fare di più, promettono di destinare i profitti straordinari degli attivi russi congelati all’acquisto di armi, ma il senso d’urgenza non c’è. Il tema più dibattuto al Consiglio europeo ieri erano gli Eurobond per finanziare l’industria europea della difesa.
giorgia meloni volodymyr zelensky kiev
Francia, Italia ed Estonia sono a favore. Germania, Paesi Bassi e Svezia sono contro. Il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, ha detto di non volere “un’altra struttura tipo stato europeo per la difesa. Ci sono già gli stati membri”. Viktor Orbán mette il veto al debito comune per la difesa. “No bond”, ha detto al Foglio il consigliere del primo ministro, Balazs Orbán: “Non vogliamo un super stato europeo”. Veti o meno, per i negoziati serviranno mesi, se mai andranno in porto. Di qui ad allora la guerra rischia di essere perduta.
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