Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
la risposta di salvini a richard gere 1
Il pallottoliere dice pareggio. Ed è dunque l' ormai ex Cinque stelle Mario Giarrusso a poter "salvare" in giunta per le Immunità del Senato Matteo Salvini dal rinvio a giudizio nel processo Open Arms. E conquistare così i galloni per l' ingresso a pieno titolo nella Lega, dopo aver votato la sfiducia al ministro Bonafede nei giorni scorsi. La stessa cosa, stando alle voci sempre più insistenti, potrebbe fare a stretto giro un altro ex grillino di prima fila come Gianluigi Paragone. La campagna acquisti leghista due giorni fa il passaggio della senatrice forzista Elena Testor - è ripresa ormai a spron battuto.
Dopo i tre mesi di sospensione causa Covid-19, oggi pomeriggio la giunta presieduta da Maurizio Gasparri a Palazo Madama riesaminerà la richiesta di processo a carico dell' ex ministro dell' Interno per la terza ipotesi di sequestro di persona, dopo i casi Diciotti e Gregoretti (nel primo caso respinta, sotto il governo gialloverde, nel secondo accolta lo scorso febbraio dalla maggioranza giallorossa). Domattina il voto.
MICHELE GIARRUSSO
La vicenda stavolta è quella della nave della Ong spagnola, bloccata in mare lo scorso agosto con 150 migranti recuperati in mare. In undici voteranno in favore del leghista: i 5 leghisti, i quattro forzisti tra i quali il presidente Gasparri, l' autonomista Durnwalder («Come nelle precedenti occasioni», spiega). Voteranno per il processo invece i 5 del Movimento, la dem Rossomando, i tre di IV e poi Grasso di Leu e De Falco del Misto. Undici a undici, appunto. E il catanese irrequieto Giarrusso? «Valuterò in giunta, dopo aver sentito le parti», taglia corto. Inutile dire che in Lega lo considerano acquisito alla causa.
In ogni caso una vittoria di bandiera: il responso finale spetterà come sempre all' aula, entro fine giugno.
open arms.
Ed è molto probabile che lì si ripeta il copione andato in scena tre mesi fa col voto sulla Gregoretti, quando l' ex capo del Viminale è stato giudicato meritevole del processo.
Inutile dire che la principale carta difensiva che il leader leghista intende giocarsi è la "persecuzione" e i "pregiudizi" dei magistrati, alla luce delle intercettazioni Palamara, già oggetto del colloquio di venerdì scorso con il capo dello Stato Sergio Mattarella. Su questa vicenda e sull' eventuale nuovo rinvio a giudizio Salvini intende imbastire la campagna elettorale che comunque ripartirà da luglio in vista delle regionali. Nei panni a lui ormai congeniali della «vittima delle giustizia » per aver «difeso i confini nazionali ».
salvini migranti
Al di là della propaganda, tuttavia, il timore c' è e lo stesso "indagato" non ne fa mistero coi suoi: «Faranno di tutto nei prossimi mesi per condannarmi in un processo qualsiasi, sanno che al voto vinciamo e vogliono farmi fuori dal prossimo governo di centrodestra». Se continua così «rischio l' ergastolo», esagerava ieri a modo suo nell' intervista alla Verità . Di certo, in cima alle preoccupazioni c' è il processo per sequestro della Gregoretti: il 4 luglio la prima udienza di fronte al Gup di Catania. Una prima condanna - questo l' incubo dei suoi - potrebbe trascinarne dietro altre.
Domani in giunta si voterà sulla proposta di rigetto del giudizio avanzata da Gasparri. «Riapriamo prima noi dei tribunali, che resteranno chiusi per chissà quanto ancora. Propongo il no al processo spiega il presidente della Giunta - perché stavolta c' è perfino una lettera del premier Conte nella quale il ministro dell' Interno veniva invitato a far scendere i minori, cosa che poi è stata fatta. A conferma della consapevolezza del governo, il ministro insomma agiva d' intesa».
maurizio gasparri con la mascherina
La tesi dell' accusa è diametralmente opposta: il ministro, in questa come nelle precedenti circostanze, ha agito in autonomia. Salvini guarda avanti, si sente già in campagna elettorale - non vede l' ora - e torna a cavalcare l' onda della guerra all' immigrazione clandestina. Protesta contro il «record di sbarchi in una giornata con più di 400 arrivi, colpa del governo e della sanatoria Bellanova». E sogna di tornare presto a governo, magari a Palazzo Chigi, con un obiettivo nel mirino: le toghe, la magistratura, «La giustizia va riformata, per ristabilire i diritti degli italiani perbene », scrive a sera su Twitter.
OSCAR CAMPS FONDATORE DI OPEN ARMS